Thelastangel ha scritto dom, 04 aprile 2004 alle 00:03
Vedo l'odore della mia ipocrisia,
fuggendo sembra prendersi gioco di me;
sento il colore dei tuoi occhi increduli,
distraendosi sembrano provare vergogna.
Le tonalità si invertono,
i pensieri cadono come gocce d'acqua
accelerando con casualità parenclitica*
che neanche l'oracolo e le sue sbarre di matita
potrebbero saper frenare.
E così torno a sognare leggende provenzali
e lontane civiltà,
l'immagine distorta di cappelli a punta
dietro pozioni blu e zampe di rospo.
Il mondo muta forma,
vedo tutto e più chiaramente,
raggiungo l'orizzonte,
e quivi trovo miliardi,
ma che dico miliardi, milioni!
ma che dico milioni, migliaia!
Migliaia di altre pupille dilatate
che all'unisono condesano in diamanti:
adorate pietre tra tribù di indigeni,
futilità per menti equine.
Così, liberato dal razional accidente,
scopro la comune forma umana,
la quale non è data da lucenti fiaccole
ma dalla fraterna partecipazione.
*Parenclitica: dal greco parénklisis -> il latino clinamen