gangio ha scritto mar, 20 gennaio 2004 alle 00:51
Emack ha scritto lun, 19 gennaio 2004 alle 19:50
Karat45 ha scritto lun, 19 gennaio 2004 alle 11:41
aspettate.. non mi interessa tanto sapere se un mostro è stato posizionato in un "qui" qualunque perché l'autore da bambino ha visto una donna nuda... mi interessa, però, sapere se un mostro posizionato "qui" da un effetto drammatico migliore che un mostro posizionato "lì".
E questo intendo con come e perché.
Mica altro.
Sì, ma con la differenza che Karat ha contestualizzato parlando di effetto drammatico.
Il che, secondo me, è anche troppo circoscritto come punto di vista.
Si parla di mostri, di drammaticità, di FPS, suppongo.
Un boss (il gergo! il linguaggio è quello che ci frega!) che ci attende immobile alla fine di un corridoio incute timore più di uno che fa la break dance dietro un angolo, perché è così stupido da non capire che i poligoni non sempre si lasciano attraversare.
E' una questione di backcround e di collimazione.
Di topos mediatici, di immaginario collettivo, di pregiudizi, chiamateli come vi pare, ma il fatto è che ci sono dei meccanismo narrativi di cui più o meno tutti abbiamo esperienza e che vengono usati credo in maniera pressoché automatica, intuitiva.
Non credo che un level designer (sarà lui?) perda ore nel fare progetti su dove posizionare i mostri o che vengano indette sedute straordinarie di brain storming sulla questione.
Ho un'idea troppo romantica di come si costruisce un videogioco?
Mi volete dire che viene studiato tutto nel minimo dettaglio?
Mah, secondo me una grossa fetta del lavoro la svolge l'intuito e l'esperienza, in modo pressoché automatico.
Riguardo ai topos narrativi o mediatici essi hanno radici molto lontane, chiaramente, e altrettanto ovviamente motivi psicologici abbastanza trasversali.
E' chiaro che un mostro che appare all'improvviso spaventa di più di uno che vediamo in trasparenza dietro un muro.
E le musiche! L'audio è fondamentale.
Trovo subito quello che per me è il motivo psicofisiologico alla supremazia dell'audio sull'immagine: il battito cardiaco materno è una delle prime forme sensoriali di cui abbiamo esperienza.
A dire il vero il primo senso che sviluppa credo sia l'olfatto, ma l'odorama è ancora abbastanza lontano.
Se ho detto qualche cavolata, pazienza.