Sarà che la piccola Sara compie due anni venerdì, sarà che frequenta l'asilo nido, ma mi ha particolarmente colpito la notizia che un asilo di Lecce ha messo una webcam nelle stanza dove i bimbi giocano, così che i genitori possano "controllare" da remoto quello che succede, vedere che va tutto bene. Lasciando stare tutti i discorsi di privacy e sicurezza, che non mi interessano più di tanto in questa sede, il nocciolo della questione sta da un'altra parte, e credo possa essere riassunto nell'espressione "delirio di controllo", smania incontrollata di sapere, controllare, monitorare e ficcanasare in ogni istante i fatti altrui.
"Patologia" la cui diffusione aumenta con la disponibilità di nuove tecnologie (sic) come - ed è questo il caso - le webcam o i telefonini. Genitori che danno il cellulare a bimbi di otto anni così li possono chiamare per sapere dove e come stanno (e se il telefono suona libero o non è raggiungibile cosa fanno? Chiamano il 113?); webcam per controllae che all'asilo nido non ci siano problemi, e che per banale estensione arriverà presto in tutte le scuole dalla materna in su, fino all'università. E cosa fa un genitore se vede il bimbo per terra che piange? Molla l'ufficio e corre in suo aiuto? E via di questo passo.
A quando il GPS sul polso per seguire il pargolo nel tragitto verso la scuola? E perchè non un localizzatore per vedere dove va quando esce con gli amici la sera?
Mi costa fatica, e come genitore (anche se da poco) non ho paura ad ammetterlo, affidare ad altri quanto di più caro e prezioso ho nella vita, soffro di più io quando porto Sara al nido che non lei quando mi vede andar via, ma il distacco dalla famiglia, l'impossibilità di esserci sempre, dovunque e comunque, sono eventi da una parte inevitabili, dall'altra necessari, e con i quali i genitori per primi devono imparare a fare i conti. La tecnologia, da questo punto di vista, rischia di essere molto più diseducativa che utile, in primo luogo - e lo ribadisco - per noi adulti.
Oggi ho "sbrodato" più del solito, scusate la lungaggine.