L’Italia fascista entra in guerra. Così come era successo nella prima guerra mondiale, anche per la seconda l’Italia si trova in difficoltà a prendere al volo la situazione, per qualsiasi decisione. Dopo essersi dissanguata in guerre molto dispendiose e con poca tangibile remunerazione, almeno non all’altezza degli sforzi, l’Italia nel 1939, a settembre, quando Hitler invade la Polonia, e fa scattare così il conflitto mondiale, non può proprio seguire l’alleato. La guerra di Abissinia, quella di Spagna e la presa dell’Albania l’hanno fiaccata. Ma all’inizio delle operazioni militari ancora Mussolini si barcamenava tra la fedeltà all’alleato e la voglia di giocare un importante ruolo di paciere, a livello almeno europeo, così come era successo a Monaco l’anno prima. Ma la struttura capitalistica dell’Italia, molto inferiore a quella tedesca, aveva dato il bastone di leader della reazione europea a Hitler, che oramai decideva senza ascoltare ne consultare il suo alleato e maestro Mussolini.
All’inizio del 1940 Mussolini stesso diceva “ per fare grande un popolo bisogna portarlo al combattimento magari a calci in culo. Così farò io”. Con questa propensione Mussolini si apprestava ad iniziare un periodo di indecisione politica verso il proprio paese e verso l’alleato Hitler, che lo terrà impegnato sino alla dichiarazione di guerra del 10 giugno 1940.
Sogni, idee e paure di mussolini e degli Italiani che entrarono in guerra........(siete dei grandi in materia.....leggo tutti i vostri interventi con molto interesse)