La Finanziaria non è nelle corde della Siae, la società italiana degli autori e degli editori. Un'interpretazione del decreto "tagliaspese" pretenderebbe infatti di prelevare 20 milioni dalle casse dell'ente. Una cifra che secondo il presidente Assumma, metterebbe in ginocchio la società, costringendola a chiudere i battenti. E così per protestare contro le misure adottate da Padoa-Schioppa la Siae annuncia un giorno di black out per cinema, lirica, teatri e musica.
Ancora non è stato decisa la data, ma sicuramente si tratterà di una giornata ricca di eventi, probabilmente nella prima decade di dicembre.
La siae per quel giorno intende ritirare i permessi di utilizzazione delle milioni di opere che oltre 80 mila autori e editori hanno affidato alla sua tutela praticamente fermando l'industria dell'entertainment per 24 ore.
"Una gran parte di autorevoli autori ed editori italiani - ha detto Assumma - mi hanno comunicato di voler lasciare la SIAE per affidare a società straniere la gestione dei loro diritti economici e quindi la cura dei loro risparmi". Tra gli autori figurano i nomi di: Mogol, Mario Lavezzi, Ennio Morricone, Gianni Bella, Gigi D'Alessio, Gino Paoli, Lucio Dalla, Luis Bacalov, Fabio Concato. Tra gli editori, Ricordi, Emi Music Publishing, Edizioni Curci e Case Associate, Warner, Sony Music, Universal, Sugar Music.
Al riguardo il Presidente Assumma ha dichiarato: "Comprendo umanamente la rabbia degli autori e degli editori italiani. I continui illeciti tentativi delle istituzioni pubbliche di appropriarsi delle casse della Siae sono seri pericoli per la sua stabilità economica, dalla quale gli autori e gli editori traggono il loro sostentamento, presente e futuro. La Siae è un esempio unico nel panorama della economia nazionale. Al contrario della quasi totalità degli Enti pubblici che, pur se alimentati con soldi dello Stato, versano in una cronica situazione di dissesto, la Siae, senza ricevere alcun apporto economico pubblico ma con i soli proventi privati dei suoi associati, ha un eccellente patrimonio ed un ottimo bilancio. L'attuale tentativo del Ministro Padoa Schioppa di voler mettere le mani su tale patrimonio, con prelievi di milioni di euro, è un ulteriore tiro al bersaglio a danno della Siae è un atto di prepotenza che non ha alcun fondamento giuridico, contro cui la Siae si sta opponendo con ogni mezzo. Spero che gli autori e gli editori ritornino sulle loro decisioni. Diversamente la Siae si avvierebbe verso un grave ed inevitabile smembramento, con la conseguenza che migliaia di dipendenti e di collaboratori correranno il rischio di trovarsi sulla strada".
http://www.tgcom.mediaset.it/tgfin/a...lo337957.shtml
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'Una cifra che secondo il presidente Assumma, metterebbe in ginocchio la società, costringendola a chiudere':
ma magari fosse vero!!!
'La Siae è un esempio unico nel panorama della economia nazionale. Al contrario della quasi totalità degli Enti pubblici che, pur se alimentati con soldi dello Stato, versano in una cronica situazione di dissesto, la Siae, senza ricevere alcun apporto economico pubblico ma con i soli proventi privati dei suoi associati':
con le tasse che si fregano sui supporti e periferiche di memorizzazione vorrei vedere se avessero problemi economici.