debug71 ha scritto mer, 27 novembre 2002 12:34
Apprezzo molto le vostre opinioni, e sono felice di tutto questo interesse, volevo contribuire ad alimentare questo fuocherello dicendo che non credo che i comics americani impostino il 90% della produzione sui combattimenti come fulcro delle storie raccontate, a meno che non ci si riferisca alla cosiddetta "SILVER AGE" e "GOLDE AGE" (un caso su tutti è la DC COMICS che da anni incentra la propria produzione su una linea adulta, vedi VERTIGO), penso invece, e qui mi aggancio ad uno degli ultimi interventi, che vi sia più un ipostazione basata su una continuity tendente ad una crescente caratterizzazione dei personaggi fulcro delle serie (la saga LE AVVENTURE DI CICLOPE E FENICE della MARVEL ne è un esempio). Trovo sinceramente i comics made in USA molto più introspettivi delle controparti nipponiche, tendenza che ho riscontrato, anche se poi sviluppata in maniera e contesti diversi, in molti fumetti Bonelliani, ( vi sfido a ricordarvi di questa frase tratta da un albo, appunto di Bonelli, che mi colpì molto alla sua uscita....".....non chiamarmi Angel....gli angeli vanno in paradiso..... io stò andando all'inferno") e, cosa che appunto dicevo in un precedente intervento, sentivo più culturalmente vicina.
Anche in serie regolari tipo "SPAWN", che ritengo un opera "meravigliosamente" commerciale, ho notato una tendenza ad affrontare temi seri quali il razzismo, la droga, le armi, le violenze sui minori e la religione con toni a dir poco coinvolgenti e mai scadenti in un filosofeggiare estremo, in serie come BATMAN poi i temi sociali quali gli handicap o la malattia (anche mentale) e la morte (ma anche L'UOMO RAGNO come mi ricordava Crying, ha fatto la sua parte) sono ricorrenti e avvolte raggiungono toni, oserei dire, lirici . La produzione basata poi su THE PREACER è una cronaca (riportata in toni fumettistici e di conseguenza estremizzata) della crudezza del mondo reale, schietta e diretto come un pugno allo stomaco, in cui persino i valori consolidati perdono ogni significato. Certo và detto per correttezza che nessuna produzione ha solo meriti, molti fumetti made in U.S.A. rispondono, come ormai ogni cosa di questo mondo, agli stereotipi fondamentali del consumismo, quindi se la gente vuole "scazzottate", quelle gli vengono propinate. Ritengo comunque, che il fumetto Americano abbia in molte sue opere, uno spessore più profondo, anche in serie commerciali che prima o poi trattano, grazie agli interventi di autori, sceneggiatori e disegnatori di tutto rispetto, argomentazioni che se pur collocate in un contesto di pura fantasia, aprono diverse chiavi di lettura. Trovo invece nel manga, nonostante non mi consideri un esperto per quel poco ritengo aver letto, più un forma evasiva rispetto alla realtà, più semplicemente mi sembra che la tendenza sia quella di catapultare il lettore in ambientazioni fantastiche o perlomeno irreali, lo stereotipo del liceale catapultato di punto in bianco in avventure incredibili, con magie, tecnologie, e combattimenti di sorta, in cui la vittoria e il predominare sugli altri pare essere il fulcro della narrazione, ricorrente in molte ambientazioni nipponiche, mi sembra un voler estraniare a tutti i costi il lettore da una realtà forse appiattita da un cultura che ha fatto della produttività la propria ragione di vita.
Detto questo, e non volendo generalizzare, ripeto comunque che vi sono delle eccezioni come in tutte le cose, e che anche dal Giappone arrivano, avvolte cose molto buone, ma noto che sono rare.