Parlerei del libro di Travaglio in Book Machine, se non temessi domande del tipo: "ci sono draghi?" a rovinare la conversazione.
Comunque, lo sto leggendo (sono arrivato a pag. 85)... beh, a parte la solita, immensa, mole di dati e documenti accertati (i fatti), utilizzati per scrivere il libro (che spazia su vari argomenti e di come vengono trattati normalmente per dimostrare lo stato di profonda crisi del giornalismo italiano), a parte che per leggerlo occorre avere un fegato grosso come la villa di Arcore, mi sovviene una domandina... li considerate mai i "fatti"? Gli si da mai l'importanza che meritano? Parlo anche nella vita quotidiana dove sembra che un certo relativismo di comodo (e non quello nobile della scienza e della filosofia) la faccia da padrone incontrastato e venga utilizzato per ribaltare anche l'evidenza. Insomma, a me sembra che la cultura contemporanea, basata sul concetto post moderno dell'inesistenza di una verità unica, sia ormai in preda a se stessa e, non ammettendo l'esistenza nemmeno della realtà, finisce per negare le verità più elementari. Il concetto di "punto di vista" viene quindi utilizzato per negare qualsiasi punto di vista.
Parliamo chiaramente. Il "punto di vista" è un concetto puramente spaziale che presuppone un contatto visivo con l'oggetto di cui si fornisce una ricostruzione mediata.
Traslato, il punto di vista, inteso in senso più generale, esiste solo quando si conosce l'oggetto... insomma, non posso parlare di un qualcosa di cui non ho avuto alcuna esperienza. Su quella cosa non ho, quindi, alcun punto di vista. Anche se ne esprimessi uno, lo farei sempre e solo in base a pregiudizi dettati dalle parole degli altri.
Possiamo quindi dire che esiste una gerarchia dei punti di vista su ogni oggetto. Prendiamo un argomento che tutti conosciamo: i videogiochi.
Chi iniziasse a giocare oggi, avrebbe un punto di vista limitatissimo sull'argomento... probabilmente limitato all'unico gioco provato. Mettiamo che il soggetto in questione inaugurasse la sua nuova passione con un gioco considerato generalmente brutto. Ovviamente, non avendo mezzi per confrontarlo con altri videogiochi, il tipo in questione non potrebbe definire "brutto" e "bello" riguardo alla categoria "videogiochi", per il semplice fatto che la sua esperienza è limitata e palesemente incompleta.
Ma, visto l'andazzo culturale, pur limitandosi a quella sola esperienza di gioco, il neo-giocatore, credendo ciecamente che sia il proprio ego a generare l'universo e non che, in fondo, è lui ad essere stato generato nell'universo in seguito ad una eiaculazione del padre nel ventre della madre, fornirà immediatamente un "giudizio" su ciò che per lui è bello e brutto nei videogiochi. Ovvero, negherà il "fatto" che la sua inesperienza non gli consente una visione complessiva sull'argomento e affermerà il suo diritto di esprimersi sostanzialmente sul nulla. Situazioni del genere le possiamo verificare anche scorrendo qualche topic in uno dei tanti forum che affollano TGMonline.
Questo esempio, rapportato ad altri argomenti (politica, scienza, religione, storia... insomma, tutti quelli che volete), da la cifra di come spesso si subiscano le opinioni di gente che non ha vere opinioni (ma che spesso ne creano ad hoc per occultare la verità). L'unico modo per evitare la deriva è affidarsi ai fatti... che però non fanno presa sulle persone perché richiedono un certo sforzo per essere scoperti e accettati. I fatti non sono altro che un nucleo di eventi accertato partendo da diversi "documenti". Insomma, possiamo discutere per ore se Lapo Helkan sia o no un omosessuale drogato, ma non possiamo negare che sia finito in overdose in compagnia di un noto travestito frequentato dall'alta società milanese. O possiamo passare ore a discutere sulla figura di Craxi, ma non possiamo negare che abbia intascato tangenti e che con queste ci abbia finanziato una televisione (GBR) appartenente alla sua donna.
Insomma, ogni opinione dovrebbe essere vincolata ad una serie di conoscenze e competenze che, invece, vengono regolarmente disattese o messe in secondo piano. Ma chi ci fa più caso? Ci accorgiamo dell'incompetenza di una persona quando questa parla di qualcosa che conosciamo bene (il caso di Mastella che si è scagliato contro i videogiochi è emblematico) o quando viene sbugiardata da altre persone con competenza riconosciuta su l'argomento oggetto della sua opinione (ad esempio Beppe Grillo che parla di scienza in prima persona, senza affidarsi a qualche scienziato)...