Il disperato sull'orlo del precipizio si aggrapperebbe anche ad un filo d'erba.
Inutile.
Il disperato sull'orlo del precipizio si aggrapperebbe anche ad un filo d'erba.
Inutile.
Contemplare il nulla per poi andarvi incontro.
Migliaia di persone, vuote: il nulla.
Una via affolata, decorata a festa, negozi che vomitano clienti carichi di pacchetti: il nulla.
False vite che si intrecciano.
Fantasmi attraversati dal mio sguardo.
Corpi involucri del nulla.
Ormoni che necessitano di dare sfogo alla frustrazione facendo vibrare le corde vocali, bambini rinvigoriti nella spavalderia del numero.
Scivolare tra la folla senza farsi notare.
Senza notare.
Io sono il tutto che si maschera di nulla.
Ed il nulla scompare.
Collassa in se stesso.
Finalmente a casa.
Nothing else matters.
It's the hedgehog's dilemma
hurting me
for evermore
No chance.
un momento, parliamone:Valfuindor la Maia ha scritto dom, 08 dicembre 2002 20:52
Il disperato sull'orlo del precipizio si aggrapperebbe anche ad un filo d'erba.
Inutile.
magari il disperato aveva ancora qualcosa da fare prima del grande ciao. tipo che so, dire addio al grande amore della sua vita, chiedere scusa ad un paio di persone per le cavolate fatte nel corso degli anni, dar da mangiare al gatto...
insomma, magari tu gli pesteresti volentieri la manina per porre fine alle sue sofferenze, ma può darsi che lui invece un buon motivo per rimanere lì a penzolare ce l'abbia.
questione di punti di vista...
è inutile perché non può decidere; un filo d'erba non basta a non farti cadereHiveTyrant ha scritto lun, 09 dicembre 2002 10:56
un momento, parliamone:Valfuindor la Maia ha scritto dom, 08 dicembre 2002 20:52
Il disperato sull'orlo del precipizio si aggrapperebbe anche ad un filo d'erba.
Inutile.
magari il disperato aveva ancora qualcosa da fare prima del grande ciao. tipo che so, dire addio al grande amore della sua vita, chiedere scusa ad un paio di persone per le cavolate fatte nel corso degli anni, dar da mangiare al gatto...
insomma, magari tu gli pesteresti volentieri la manina per porre fine alle sue sofferenze, ma può darsi che lui invece un buon motivo per rimanere lì a penzolare ce l'abbia.
questione di punti di vista...
Winter is
deeper
into my
darkened heart
******
I lusted for the proof
now that I've gained it
How should I feel?
Sick.
Quando si è disperati, ci si aggrapperebbe anche al più inutile degli appigli, finendo per cadere ugualmente dopo aver rinvigorito la vana speranza.What_I_Think ha scritto lun, 09 dicembre 2002 12:59
è inutile perché non può decidere; un filo d'erba non basta a non farti cadereHiveTyrant ha scritto lun, 09 dicembre 2002 10:56
un momento, parliamone:Valfuindor la Maia ha scritto dom, 08 dicembre 2002 20:52
Il disperato sull'orlo del precipizio si aggrapperebbe anche ad un filo d'erba.
Inutile.
magari il disperato aveva ancora qualcosa da fare prima del grande ciao. tipo che so, dire addio al grande amore della sua vita, chiedere scusa ad un paio di persone per le cavolate fatte nel corso degli anni, dar da mangiare al gatto...
insomma, magari tu gli pesteresti volentieri la manina per porre fine alle sue sofferenze, ma può darsi che lui invece un buon motivo per rimanere lì a penzolare ce l'abbia.
questione di punti di vista...
I opened the door,
my fault
I've lost everything.
I deserve no one.
si è vero, un filo d'erba non basta a sostenerti, ma siamo in ambito poetico quindi il filo d'erba potrebbe anche rappresentare un sostegno inadeguato senza essere letteralmente filo d'erba e allora un sostegno che ti permette di resistere altri 30-40 secondi, il tempo necessario per piccole cose importanti di grande importanza come una dichiarazione d'amore (per dire ti amo bastano 3 secondi) o similiWhat_I_Think ha scritto lun, 09 dicembre 2002 12:59
è inutile perché non può decidere; un filo d'erba non basta a non farti cadereHiveTyrant ha scritto lun, 09 dicembre 2002 10:56
un momento, parliamone:Valfuindor la Maia ha scritto dom, 08 dicembre 2002 20:52
Il disperato sull'orlo del precipizio si aggrapperebbe anche ad un filo d'erba.
Inutile.
magari il disperato aveva ancora qualcosa da fare prima del grande ciao. tipo che so, dire addio al grande amore della sua vita, chiedere scusa ad un paio di persone per le cavolate fatte nel corso degli anni, dar da mangiare al gatto...
insomma, magari tu gli pesteresti volentieri la manina per porre fine alle sue sofferenze, ma può darsi che lui invece un buon motivo per rimanere lì a penzolare ce l'abbia.
questione di punti di vista...
Dunque Hive poteva anche aver ragione
e chi lo dice che sia vana?Valfuindor la Maia ha scritto lun, 09 dicembre 2002 15:11
Quando si è disperati, ci si aggrapperebbe anche al più inutile degli appigli, finendo per cadere ugualmente dopo aver rinvigorito la vana speranza.
Sperare equivale ad illudersi e noi viviamo nel mondo della disillusione.
non lo posto qui per intero perché sarebbe troppo lungo e troppo OT, ma c'è un bellissimo racconto di Don Camillo che vorrei farti leggere a riguardo della speranza, se ti va dimmelo e te lo spedisco in privato
Ok, leggere non fa mai male
che ci crediate o meno il mio commento voleva dire solo ed esclusivamente che lo stile di Val era evidente.
Cosa io pensi di tale stile o cosa ne pensino altre persone non ha rilevanza, è il suo.
anche qui... come pretendi che io mi fidi ciecamente di quello che dici?Valfuindor la Maia ha scritto lun, 09 dicembre 2002 15:59
Sperare equivale ad illudersi e noi viviamo nel mondo della disillusione.
motivamela, questa cosa...
e cmq, che ti piaccia o meno, sperare è umano... spero io, così come speri tu: difficilmente potresti negarlo, io credo...
Signore e signori
la Maia, disillusa e cinica, dallo stile forte e dal messaggio chiaro.
Ti ammiro.
Non è facile rendere l'IO con le parole come fai tu.
Comunque quel filo d'erba(o qualsiasi cosa sia, non ha importanza Stella!) per me è virtù!
E' virtu saper approfittare del inapprofittabile, è virtù credere e resistere anche solo per la minima speranza, è virtù mettere il piede innanzi all'altro approfittando della fiamma più fioca, è virtù dirigere il timone nella tempesta verso il faro più lontano.
E se sperare è illudersi, se speranza è illusione, combattere è resa, ideale è stupidità.
Ahem, preferisco Val, ma dato che sei nuovo eviterò di castare l'ira divina (che spaventa non pochi) per una svistaAragorn ha scritto mar, 10 dicembre 2002 03:10
Signore e signori
la Maia,
E non sapete quantoQuote:
disillusa e cinica,
È già molto avere uno stile proprio.Quote:
dallo stile forte e dal messaggio chiaro.
Beh, grazieQuote:
Ti ammiro.
Cerco di scandagliare il mio animo per quel che mi è concesso, non so fino a che punto riesca ad arrivare, l'importante è il memet nosce (ovvero "conoscere me stessa", come diceva Seneca)Quote:
Non è facile rendere l'IO con le parole come fai tu.
Quote:
Non saprei, per quanto mi riguarda sperare è deleterio, un ferirsi essendo contenti di farlo.Quote:
Comunque quel filo d'erba(o qualsiasi cosa sia, non ha importanza Stella!) per me è virtù!
E' virtu saper approfittare del inapprofittabile, è virtù credere e resistere anche solo per la minima speranza, è virtù mettere il piede innanzi all'altro approfittando della fiamma più fioca, è virtù dirigere il timone nella tempesta verso il faro più lontano.
E se sperare è illudersi, se speranza è illusione, combattere è resa, ideale è stupidità.
Preferisco non sperare e vivere di realtà.
Per quanto dura e velenosa essa possa essere.
Sì, vivo senza aggrapparmi all'illusione.
Opinabile, certo, ma questa è la mia way of life.
Chi non osa nulla, non speri in nulla
[Friedrich von Schiller ]
La fede(speranza) è una robusta corda, quando non ci si impicca
[Sören Kierkegaard ]
I'm the fool
held
in a sea
of poison
*****
I thought it should be the longest
but it was
the best thing I've ever done.
Farewell,
you liar.
Cari,
scorrendo i topic di questo forum mi è balzato all'occhio il termine nihil, e ben mi sovvien il buon dioniso Nietzsche ed il grande Leopardi. Le doti della nostra poetessa sono indiscusse, il corretto ed efficace uso dei termini comprovano le tue capacità di espressione, ch'io stesso invidio. Le tematiche da te trattate cadono proprio a fagi(u)olo, proprio mentre la mia sfiducia nell'uomo pareva più nera e la mia ragion distruttiva faceva crollare gli ultimi baluardi che mi davano la parvenza che io stesso non fossi partecipe del quotidiano inesorabile sacrificio, vedo te che sei così viva nelle tue espressioni, che mi pare che l'ultima speranza cui t'appigli non sia altro che il cantare la disperazione.
Ora m'addentrerei in un discorso troppo lungo, che mi è già costato pagine e pagine di scritti, commenti duri e dolorose coscienze, perché, come diceva qualcuno (leo), il vero è brutto.
La ragion apollinea distruttiva fa tanta strada sulle spalle delle emozioni illusorie,istintuali e dionisiache, che tanto le schiaccia e noi ne soffriamo, perché l'uomo reale è doppio, dio ed animale.
Tornerò presto in questo forum, è interessante.
Ancora complimenti Val!
Cara,
me lo chiedo anch'io, e me lo chiedono in molti. Perché io son picciol (cavolo, meno male che è l'angolo del poeta, posso essere arcaicizzante quanto voglio!! evvai!!) e tutto voglio controllare, e veggio l'umana natura duale: una s'abbandona e non si chiede, l'altra cerca il vero e se ne duole. Ma vorremmo noi rinunciare al privilegio (o dannazione) d'esser uomini? L'abbandonarsi è una sconfitta in partenza, Prometeo compie il suo destino combattendo fino all'ultimo, pur sapendo che sarà destinato al perire sotto i fulmini di Zeus.
Fa venir lacrime l'immaginar questo titano che tanto s'adoprò per donar il foco degli dei all'uomo, piccolo, infinitesimale, insignificante, che, vedendo la caduta dei suoi valori, si uccide ancora una volta, cedendo all'illusione del vate disperato e disilluso, che canta la propria disperazione, il proprio ateismo (anche se l'ateismo è pretesa di conoscenza metafisica pari alle religioni 'ufficiali'. Un castello per aria, direbbe Kant), per soddisfare in sé l'immagine che ha di sé. Un'altra illusione.
Io son per il Faust che tutto sa,
ma che dal contingente s'assolve nell'aldilà.
Perché la coscienza reale è vittima della natura,
che ci fa e che c'attornia;
spesso invisibile, ci risucchia nell'incoscienza.
Ma la coscienza da parte di un finito del limite finito
è illuminazione infinita. E' questa la traccia in noi di qualcosa
di superiore.
Perché l'animale, illuso, non sa d'essere. Intuisce se stesso, ma non
conosce se stesso.
L'uomo può.
E quale maggior libertà dell'avvedersi di non esser liberi?
Il malato che può afferrare la causa del suo male (Lucrezio),
tediato sino all'osso, cosciente dei più remoti meandri della sua psiche.
Una continua lotta contro se stessi.
Tra il freddo robot razionale e la meschina pecora istintuale.
Io sono il campo di battaglia, e il sangue sempre più si sparge
finché non mi farà sprofondare nell'abisso, terreno cedevole sotto i piedi dei più.
Ma combatti, cavaliere, riporta i valori, se non per teoretica, per etica.
Pardon, ogni tanto mi lascio prendere la mano...
sarà che sto sentendo the house of the rising sun.
FonzieAg ha scritto lun, 16 dicembre 2002 16:03
Cara,
me lo chiedo anch'io, e me lo chiedono in molti. Perché io son picciol (cavolo, meno male che è l'angolo del poeta, posso essere arcaicizzante quanto voglio!! evvai!!) e tutto voglio controllare, e veggio l'umana natura duale: una s'abbandona e non si chiede, l'altra cerca il vero e se ne duole. Ma vorremmo noi rinunciare al privilegio (o dannazione) d'esser uomini? L'abbandonarsi è una sconfitta in partenza, Prometeo compie il suo destino combattendo fino all'ultimo, pur sapendo che sarà destinato al perire sotto i fulmini di Zeus.
Fa venir lacrime l'immaginar questo titano che tanto s'adoprò per donar il foco degli dei all'uomo, piccolo, infinitesimale, insignificante, che, vedendo la caduta dei suoi valori, si uccide ancora una volta, cedendo all'illusione del vate disperato e disilluso, che canta la propria disperazione, il proprio ateismo (anche se l'ateismo è pretesa di conoscenza metafisica pari alle religioni 'ufficiali'. Un castello per aria, direbbe Kant), per soddisfare in sé l'immagine che ha di sé. Un'altra illusione.
Io son per il Faust che tutto sa,
ma che dal contingente s'assolve nell'aldilà.
Perché la coscienza reale è vittima della natura,
che ci fa e che c'attornia;
spesso invisibile, ci risucchia nell'incoscienza.
Ma la coscienza da parte di un finito del limite finito
è illuminazione infinita. E' questa la traccia in noi di qualcosa
di superiore.
Perché l'animale, illuso, non sa d'essere. Intuisce se stesso, ma non
conosce se stesso.
L'uomo può.
E quale maggior libertà dell'avvedersi di non esser liberi?
Il malato che può afferrare la causa del suo male (Lucrezio),
tediato sino all'osso, cosciente dei più remoti meandri della sua psiche.
Una continua lotta contro se stessi.
Tra il freddo robot razionale e la meschina pecora istintuale.
Io sono il campo di battaglia, e il sangue sempre più si sparge
finché non mi farà sprofondare nell'abisso, terreno cedevole sotto i piedi dei più.
Ma combatti, cavaliere, riporta i valori, se non per teoretica, per etica.
Pardon, ogni tanto mi lascio prendere la mano...
sarà che sto sentendo the house of the rising sun.
mi permetto di ribattere con una citazione che mi pare appropriata, e che credo non faticherai a riconoscere (sì, oggi è il giorno delle citazioni).Valfuindor la Maia ha scritto gio, 12 dicembre 2002 17:14
Diciamo esperienza personale ho capito che è meglio se evito di farmi troppi castelli in aria e mi rimetto alle sentenze della vita.HiveTyrant ha scritto mar, 10 dicembre 2002 02:51
anche qui... come pretendi che io mi fidi ciecamente di quello che dici?
motivamela, questa cosa...
Ho smesso di sperare tempo fa, troppi faccioni... decisamente troppi... aspettandomi sempre il peggio, non mi illuderò mai. Forse soluzione di comodo, ma al momento mi attengo a questo-.Quote:
e cmq, che ti piaccia o meno, sperare è umano... spero io, così come speri tu: difficilmente potresti negarlo, io credo...
"who are you?"
"i'm gmorg. and you, whoever you are, will have the honour to be my last victim"
"i won't die easily. i'm a warrior"
"ah! brave warrior! then fight the Nothing!"
"but i can't! i can't get beyond the boundaries of Fantasia!"
"AH!AH!AH!AH!AH!"
"what's so funny about that?"
"Fantasia has no boundaries!"
"that's not true! you're lying!"
"foolish boy... don't you know anything about Fantasia? it's the world of human fantasy; every part, every creature of it, it's a piece of the dreams and hopes of mankind. therefore, it has no boundaries"
"but why is Fantasia dying then?"
"because people have begun to lose their hopes, and forget their dreams. so the Nothing grows stronger"
"what is the Nothing?"
"it's the emptiness that's left. it's like a despair, destroying this world. and i've been trying to help it"
"but why!?"
"because people who have no hopes, are easy to control. and whoever has the control, has the power!"