da espressonline.it
Sesso sì
problemi no
Fare l'amore per divertirsi e basta. Senza altre finalità che il proprio appagamento. La scrittrice francese Marcela Iacub lancia il suo appello per una nuova liberazione erotica
di Fabio Gambaro
Una sessualità più libera e gioiosa. Una sessualità che sfugga alla responsabilità sociale e alle costrizioni del sessualmente corretto. È il sogno di Marcela Iacub, la giurista francese di origine argentina che l'anno scorso ha scandalizzato benpensanti e femministe con il suo pamphlet "Qu'avez-vous fait de la libération sexuelle?" (Cosa avete fatto della liberazione sessuale?, edito da Flammarion), in cui denunciava le derive di una società sempre più puritana e moralista. "Oggi", spiega, "la liberazione sessuale conquistata nei decenni passati viene attaccata da ogni parte. Sulla società spira un vento di restaurazione morale che ci sta riportando al puritanesimo. E la situazione continua a peggiorare, come mostrano le campagne incessanti contro la pornografia, la prostituzione o le cosiddette molestie sessuali. Viviamo ormai in un'epoca dominata dal "sessualmente corretto" che rende le relazioni uomo-donna sempre più ingessate e prigioniere di schemi rigidi. Di conseguenza, la sessualità diventa triste e monotona".
Lei invece come la vorrebbe?
"Occorre desacralizzare il sesso, renderlo un'attività normale, una semplice fonte di piacere come la gastronomia, l'arte o la musica. Sarebbe meglio per tutti che la sessualità fosse solo uno spazio di gioco e di piacere, senza altre finalità. Invece il sesso è oggi gravato di molte responsabilità, dato che serve a istituzionalizzare il legame sociale. È sulla relazione sessuale, infatti, che viene fondata la famiglia e la filiazione. In un simile contesto non è facile fare emergere una più ampia libertà sessuale. Per non parlare poi della deriva punitiva che penalizza i comportamenti sessuali considerati fuori dalla norma".
Che cosa vuol dire?
"Oggi il crimine sessuale è considerato quasi più grave dell'omicidio. Le pene sono diventate molto più pesanti. In Francia, un quarto della popolazione carceraria è detenuta per crimini sessuali. E questa deriva si riflette sulla percezione complessiva della sessualità. Secondo me, la penalizzazione della sessualità è solo il primo passo di una trasformazione più generale che ci porterà verso una società repressiva".
Le femministe però difendono l'inasprimento delle condanne per i crimini a sfondo sessuale...
"Le femministe si muovono di fatto contro la sessualità, che esse considerano come un pericolo per le donne, un attacco alla loro dignità. Per loro, la sessualità esprime sempre una forma di dominio degli uomini sulle donne. Sostenendo che la donna è sempre una vittima e l'uomo un nemico, esse avvallano l'idea di una sessualità femminile per natura differente da quella degli uomini. Una sessualità tutta dominata dalla tenerezza e dalla vocazione materna, che non riesce a immaginare il sesso indipendentemente dalla procreazione. Così, le femministe, non solo sacralizzano il sesso, ma cercano anche di addomesticare gli uomini".
Lei difende una sessualità femminile diversa?
"Mi piacerebbe che fossero le donne a imparare dagli uomini. Secondo me, infatti, in campo sessuale le donne dovrebbero accedere allo stesso grado di libertà degli uomini, dovrebbero prendere come modello la libertà sessuale maschile, appropriandosi di una sessualità più conquistatrice e disinibita, finalizzata solo al piacere e non alla riproduzione. Una sessualità incentrata sul desiderio e libera da ogni responsabilità. Le donne dovrebbero imparare che il sesso non è qualcosa che danno, ma qualcosa che prendono. Ecco perché non condannerei il ricorso alla prostituzione maschile per soddisfare i desideri femminili. Ciò rappresenterebbe un cambiamento di atteggiamento radicale, dato che significherebbe accettare l'idea di un desiderio femminile senza altre finalità che il proprio appagamento".
La prostituzione è però condannata dalle femministe...
"Il femminismo è ormai un movimento conservatore. La prostituzione rappresenta una sfida all'ordine morale perché desacralizza il sesso, gli toglie significati e responsabilità sociali. Con la prostituzione la sessualità diventa un'attività normale, quindi più libera e aperta. È per questo che la prostituzione è sovversiva rispetto all'ordine dominante".
Pensa la stessa cosa della pornografia?
"Sì, perché anche la pornografia propone una sessualità non socialmente utile, non finalizzata alla creazione di un legame sociale. Così come la masturbazione, un'altra forma di sessualità considerata non utile. Purtroppo, oggi l'unica sessualità ammessa è quella socialmente utile, quella finalizzata all'istituzionalizzazione della coppia e alla procreazione".
Il suo sogno, invece, è una sessualità senza finalità diverse dal divertimento?
"Esattamente. Una sessualità senza responsabilità e finalizzata solo al piacere. Più ludica e creativa, svincolata da ogni norma imposta. Solo così il sesso potrà diventare terreno di libertà e pluralismo".
Marcela Iacub è una giurista e scrittrice francese, nonché ricercatrice presso il Cnrs (Centre national de la recherche scientifique)
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Che ne pensate?
Perché l'uomo contemporaneo occidentale vive in questo modo il sesso? Dove possono rintracciarsi i prodromi di questo comportamento nella storia umana? E, la proposta della Iacub, in che modo cambierebbe la società?