Politica e videogiochi... Un binomio spesso difficile, più che altro per le controversie e le diatribe che non mancano mai, soprattutto quando vengono chiamati in causa titoli "politicamente scorretti" o particolarmente violenti... Oggi però guardiamo la cosa sotto un punto di vista diverso. Come anche i sassi sanno, a novembre si terranno le elezioni presidenziali statunitensi, dal cui esito dipenderanno diverse cose. Dimostrando un'attenzione all'attualità non indifferente, stanno per arrivare sul mercato ben TRE titoli di prim'ordine, cui presumibilmente ne seguiranno altri nei prossimi mesi, che ruotano proprio attorno al "sogno americano".
In una sorta di Sim-Presidente, il giocatore dovrà condurre - nei panni del responsabile della campagna elettorale - il proprio candidato lungo il cammino che parte dalle primarie fino alle votazioni di novembre, passando attraverso dibattiti, sondaggi, raccolta di voti, lobby, grandi elettori, ecc., fino all'agognata poltrona dell'ufficio ovale del 1600 di Pennsylvania Avenue.
Il primo titolo del genere, in ordine temporale, è Political Machine della Stardock, di cui ci siamo già occupati tempo addietro in una breve news; ad esso si sono aggiunti di recente President Forever, della Hotpot Software, e Frontrunner della Lantern Games di Paul Schuytema (proprio lui, quello della 3DRealms e del defunto Prey).
Inevitabile porsi alcune questioni, cui lascio a voi il piacere di rispondere: perchè un tale proliferare di titoli di questo genere? Quale successo sono destinati ad avere? Gli staff elettorali dei due candidati se ne saranno accorti? Studieranno il fenomeno per valutarne l'impatto come strumento di consenso? E ancora - ipotesi più inquietante: nel caso se ne siano già accorti, è plausibile che qualcuno di questi titoli sia (all'insaputa del giocatore, ovviamente) sviluppato in modo tale da rendere più facile la vittoria con uno dei due schieramenti, indirizzando inconsciamente il potenziale elettore nell'una o l'altra direzione?