Intervista a... Amelie Nothomb
Amelie Nothomb è un’autrice culto non solo in Francia ma anche in Italia. Ha ormai abituato i suoi lettori a delle scadenze fisse: il 1 settembre di ogni anno in Francia viene dato alle stampe il suo nuovo libro, da 15 anni a questa parte; in Italia sono affidati alla casa editrice Voland, che l’ha scoperta e tradotta per prima. In realtà la scrittrice non scrive un solo libro all’anno ma ben tre o quattro e fra questi ne sceglie uno e affida i tre “scartati” ai suoi cassetti chiusi a chiave: ha addirittura dato disposizioni testamentarie affinché non vengano mai pubblicati neanche dopo la sua morte.
Quale criterio adotti per scegliere il romanzo che pubblicherai?
Intanto scelgo un romanzo che ho scritto nell’arco dell’anno: generalmente a metà inverno rileggo quello che ho scritto e in quella occasione decido quale è il libro da pubblicare. Nel caso di Diario di Rondine ero assolutamente certa che non lo avrei pubblicato!
Che rapporto hai con i libri che scrivi?
Faccio di tutto per non considerarli preziosi, scrivo con penne comuni, uso carta di pessima qualità. Capisco che le disposizioni testamentarie che ho dato possono sembrare una contraddizione ma fanno parte della mia discrepanza tra l’essere umile e megalomane.
Una delle figure più ricorrenti nei tuoi libri è quella dell'assassino. Perché sei così interessata a chi uccide?
In diario di Rondine in realtà ero più interessata a invertire il principio con la fine. Normalmente la figura dell’assassino si scopre alla fine del libro. Io volevo sovvertire questo ordine: qui l’assassino uccide subito. E passa tutto il tempo a ricercare l’ebbrezza che gli procura l’uccidere e quello che è più folle è che la trova.
Perché nel libro dici che la cosa più affascinante è essere un killer donna?
Forse perché sono incapace di farlo. E’ una cosa che penso spesso, come molti, solo che non solo è proibito dalla legge ma non credo di avere l’attitudine per farlo. Il mio personaggio è un tiratore scelto: io ho provato a sparare ma non sono neanche capace di centrare un elefante in un corridoio. La mia unica possibilità e sfogarmi con la scrittura!
Quale categorie di persone uccideresti?
Sarei banale se dicessi i giornalisti, fotografi… ma anche persone a me più vicine.
Hai una passione vera e propria per i nomi propri. Hai anche usato nomi di papi..
Sono un’assassina frustrata e una mancata papessa frustrata. In più l’unica cosa che mi impedisce di essere papa è che sono belga.
Quale nome sceglieresti per essere papa?
Amelie!
Anche in Acido solforico c’erano nomi particolari..
In realtà non c’è mai una spiegazione nella scelta dei nomi dei personaggi. Le persone pensano che io attribuisco i nomi dopo lunghe ricerche filologiche ma in realtà non è così.
In Francia è uscito un trattato di psicoanalisi su di te.
Un saggio su tutta la mia opera, l’ho letto per intero ma è completamente incomprensibile.
In questo libro è presente la musica dei Radiohead. Perché loro e che tipo di rapporto hai con la musica?
E’ la prima volta che cito la musica in uno dei miei libri ma in realtà ne ascolto molta. Mi era venuto in mente che il personaggio di Arancia meccanica per essere messo nella condizione migliore di uccidere ascoltava la terza di Beethoven. Io ho pensato a quale musica mi avrebbe messo nelle condizione migliore di uccidere e ho pensato agli ultimi tre dischi dei Radiohead.
Ascolti musica quando scrivi?
Assolutamente no perché quando scrivo devo ascoltare “la mia musica”.
La precisione tecnica con la quale descrivi alcuni particolari anche raccapriccianti da dove deriva?
Sono una scrittrice che comunica molto con il suo pubblico: e alcuni di loro mi aiutano e mi danno risposte molto precise!
Ultimamente in due città d’Italia ci sono state rappresentazioni teatrali tratti dai tuoi libri, cosa ne pensi?
Penso sia completamente folle: io quando scrivo sono assolutamente incapace di pensare che scrivo per il teatro, e penso che voi italiani siete molto teatrali.
Sei pessimista o ottimista?
Penso di essere pessimista ma allo stesso tempo molto gioiosa. Sono la persona meno depressiva del mondo tuttavia sono convinta che stiamo andando verso la catastrofe. Come se ci fossero delle discrepanze tra il mio umore e le mie convinzioni. Oppure può essere anche letto come un paradosso: visto che stiamo andando verso la catastrofe, stiamo allegri!
I tuoi romanzi sono lunghi quasi tutti uguali e vengono scritti all’incirca nello stesso arco di tempo. Come fai?
I miei libri sono quasi come dei bambini. Così come la gravidanza di una balena dura tre anni, quella di una donna 9 mesi, quella di Amelie Nothomb tre mesi…