keiser ha scritto lun, 05 luglio 2004 alle 10:33
Ultimamente sono nati diversi progetti dedicati alla traduzione amatoriale di videogiochi: qualche giorno fa ha aperto anche qui da noi
un forum dedicato a questo genere di lavori, la cui utilità è senz'altro indiscutibile, a patto di rispettare qualche regola che mi sembra opportuno ricordare, così da sgombrare il campo a equivoci. Quando, per una precisa scelta dei distributori italiani, un videogame non viene tradotto, automaticamente viene tagliata fuori una nutrita fetta di persone che, non conoscendo l'inglese, potrebbe incontrare qualche difficoltà nell'affrontare il gioco, in particolare se è molto "scritto", come un RPG o una avventura grafica.
In quel caso la traduzione, anche se amatoriale, è meglio di niente. Ma se il gioco è (o sarà) disponibile in italiano, la sua utilità diventa quantomeno discutibile: in primis, è una perdita di tempo per chi la svolge, dato che qualcuno viene già pagato per farla. In secondo luogo la patch può venir utilizzata da chi scarica la versione pirata di un gioco (solitamente in inglese) e poi lo vuole in italiano. Non per tutti è così, ovviamente, ma basta che lo sia per una sola persona che è già è troppo. La traduzione ha dei costi per il publisher che se ne assume l'onere; chi decide di acquistare un gioco in inglese perchè costa meno che in Italia è liberissimo di farlo, ma si assicuri di conoscere la lingua. Anche i DVD in America costano meno, ma se non capisco un tubo di quello che dicono gli attori, spendo un po' di più e compro il film in italiano.