E’ ormai da un po’ di tempo che si vocifera che il mercato della distribuzione tradizionale (il negozio) e quello dell’e-commerce (il sito che effettua vendita) siano destinati a cedere il passo a una nuova forma di commercializzazione dei videogiochi (ma non solo): il DIGITAL DELIVERY.
Di cosa si tratta? Beh, della vendita di un prodotto (nel nostro caso di un videogioco) attraverso una “consegna digitale”, cioè un download protetto a pagamento. In poche parole ci si ritrova a pagare un file che viene scaricato e criptato in modo da poter essere utilizzato solo sulla macchina che ha effettuato l’operazione. Pochissimi costi, zero magazzino e tanto margine. Ma funziona davvero?
La tecnologia sembra ormai esserci (esistono diverse società che hanno messo a punto un sistema “affidabile e sicuro” che consente la non diffusione del file scaricato e la banda necessaria è sempre più diffusa), ma il problema è un altro. E’ quello di non buggerare i clienti, di non bruciare un importante campo di sviluppo con la pretesa di folli guadagni e al tempo stesso di non mortificare il canale tradizionale. Le discriminanti in grado di fare la differenza sono 2: il prezzo (che deve essere sensibilmente più basso del prodotto da scaffale) e gli accessori (è necessario il manuale in formato elettronico, le mappe, le patch…). Al tempo stesso i publisher saranno incentivati a produrre per il canale tradizionale confezioni da collezione per i veri appassionati e forse si tornerà a scatole ricche che valgono davvero la pena di essere acquistate. Il DD può essere il vero antagonista alla pirateria, restituendo dignità a un settore ormai in crisi da bilancio.
Fatemi sapere cosa ne pensate…