Che nell'industria del videogioco ormai le idee originali si contino sulle dita della mano di un monco non è certamente una novità: ormai è più che un'impressione il fatto che i game designer, i produttori e chiunque decida di investire in un videogame preferiscano puntare su strutture di gioco collaudate piuttosto che tentare strade nuove, anche se rischiose. Meglio un sano strategico in tempo reale ambientato nella Seconda Guerra Mondiale, che evidentemente garantisce vendite a prescindere dalla qualità del prodotto, che addentrarsi in sperimentazioni ardite ma pericolose (ma solo dal punto di vista economico, sia ben chiaro). Schiavo del mercato, il mondo videoludico sta entrando pericolosamente in un circolo vizioso dal quale sarà sempre più difficile uscire: esauritasi, almeno apparentemente, la spinta innovativa di qualche lustro fa, assisteremo ad un fiorire di titoli più o meno tutti uguali, ben realizzati, ottimi da giocare, ma senza particolari "guizzi" o trovate che li rendano in qualche modo degni di essere ricordati anche dopo averli provati fino in fondo. Non sarà certo una prova definitiva, ma credo che renda bene l'idea di ciò che ho appena scritto: nei prossimi mesi usciranno almeno una decina di giochi con la parola "pacific" nel titolo. Avremo p. fighters, p. heroes, heroes of the p., p. warriors, p. assault... Se non si ha voglia di pensare ad un titolo che - almeno - non confonda la gente, figuriamoci il resto...