Con l'aberrante e al tempo stesso meravigliosa capacità di sintesi della lingua inglese, è stato recentemente coniata la parola "spim", nata dalla fusione tra "spam" e "IM", ossia istant messaging, per indicare l'ennesima variante della posta indesiderata, che sta lentamente prendendo piega tra i programmi di messaggistica istantanea tipo ICQ ed MSN. Del resto, con l'evolversi delle tecniche di controllo della spazzatura via email e l'arrivo di nuove idee per fronteggiarla (tra cui algoritmi basati sul DNA o cose del genere), la vita degli spammer si sta facendo sempre più dura. Non impossibile, quello no, diciamo solo un po' più faticosa del solito.
Ed ecco allora che ad essere "attaccata" non è più la casella di posta elettronica, ma l'account di ICQ o quel che è, complice anche la facilità con cui attira la nostra attenzione un'icona lampeggiante che indica l'arrivo di un nuovo messaggio. Il fenomeno è piuttosto limitato - per il momento, ma le previsioni non sono rosee: dei 580 miliardi di messaggi scambiati lo scorso anno, 400 milioni erano di spam, cifra destinata a triplicare nei prossimi mesi. Sarò ovviamente presto smentito, credo tuttavia che lo spim avrà un impatto minore dello spam nelle nostre vite, un po' perchè ormai ci siamo abituati, e chissenefrega, un po' perchè per funzionare lo spim richiede un gesto "attivo" da parte dell'utente (clic su un link, ricezione di un allegato, ecc.), operazioni che in un programma di IM sono meno comuni che in altri casi.