Il Senato celebra Garibaldi, Lega in lutto
Calderoli: «L'azione sua e dei Savoia hanno fatto il male della Padania e del Mezzogiorno, che stavano benissimo come stavano»
ROMA - L'aula del Senato celebra il bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi. Ma c'è una forza politica che ha deciso di non prendervi parte: la Lega. E il perché lo spiega il vicepresidente dell'Aula, l'ex ministro Roberto Calderoli: «Siamo in lutto - spiega il senatore, leghista della prima ora, considerato tra i "falchi" del Carroccio -. L'azione sua e dei Savoia hanno fatto il male della Padania e del Mezzogiorno, che stavano benissimo come stavano». Una posizione, questa, destinata con tutta probabilità a restare isolata.
«RIVOLUZIONARIO DISCIPLINATO» - Franco Marini, presidente dell'assemblea di Palazzo Madama, parla dell'«eroe dei due mondi» ricordando la definizione che di lui spesso si è data, quella di «rivoluzionario disciplinato». «Garibaldi - ha detto ancora Marini - , come pochi, sente profondamente gli umori popolari, le sofferenze, le ansie delle diverse classi sociali, specie delle più umili. Sente le trasformazioni della società e si muove sulla scena come un moderno comunicatore naturale, interprete di nuovi bisogni collettivi».
«SOCIALISTA UMANITARIO» - Parole celebrative anche dal presidente della Camera, Fausto Bertinotti, secondo cui per Garibaldi «il riscatto del popolo e dei lavoratori avrebbe dovuto essre il naturale corollario della condizione di indipendenza». «Forte di questa convinzione - ha aggiunto l'ex leader del Prc -, Garibaldi ha aderito a tutte le battaglie progressiste del suo tempo, nell’ottica di un socialismo umanitario alimentato, piuttosto che dagli schemi dell’ideologia, dall’immediata consapevolezza dell’uguaglianza e della pari dignità di tutti gli esseri umani».
L'OMAGGIO DI NAPOLITANO - Anche la massima autorità istituzionale, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha celebrato Garibaldi rendendo omaggio al busto «restituito» al luogo solenne del Salone Italia di Palazzo Madama e ha detto che la sua figura «del passato storico è espressione di idealità ancora vive della democrazia italiana». Per Napolitano, Garibaldi è «una espressione di idealità ancora vive della democrazia italiana». Il Capo dello Stato stamani aveva anche deposto una corona al monumento che ricorda l'eroe dei due mondi, sul Gianicolo.
04 luglio 2007
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Mi chiedo: ma il nord avrebbe mai potuto farcela da solo ad affrancarsi dal giogo della dominazione straniera (il Veneto e il trentino erano ancora in mano agli austriaci) ed emergere come realtà economica senza lo sfruttamento del sud Italia?