Originariamente Scritto da
Para Noir
Non nego che per alcuni le cose vadano così. Però io statisticamente non noto questa "maggioranza" che dici tu. Per me la maggioranza dei non credenti lo diventa spontaneamente e senza "rabbia" derivata da traumi avuti in qualche modo con la religione. Io per esempio facevo anche il chierichetto, non ho mai avuto nessun prete che mi toccava ed alle ore di religione alle superiori mi divertivo pure (guardavamo star trek e ne discutevamo la morale, non in un ottica cattolica). Semplicemente durante la tarda adolescenza ho fatto delle riflessioni e bum. Quella volta ero il "primo", tra i miei conoscenti, ad allontanarmi dalla fede. E per questo all'inizio non è stato neppure facile con tutti contro. Ora è una cosa assodata e tra parenti ed amici non nego di aver contribuito a mettere la pulce nell'orecchio a molti. Ora non credenti. Ma non lo sono diventati perchè "fa figo", ma solo per la potenza dei memi. Non ci può essere emulazione tra i non credenti "maturi". Se poi tu parli degli atei incaz
zati hai ragione, ma per favore non mischiare i due generi
Non sono assolutamente d'accordo. E credo che la mia affermazione abbia abbastanza dati oggettivi dalla sua parte. Io noto che la religiosità è in stragrande maggioranza dovuta alla tradizione. Alla famiglia. Alla società. Ed al catechismo. E' fin troppo facile plasmare un bambino quando lo indottrini fin da piccolo.
Che poi un credente "maturo" lo possa diventare solo per scelta. Su questo sono d'accordo. Ma sono una percentuale ridicolmente bassa dei credenti casual totali. Di credenti maturi ne ho conosciuti penso non più di una decina nella mia vita.
Ecco, in fondo quello che tu dici per i credenti vale anche per i non credenti. Io li chiamerei entrambi
consapevoli, sempre nell'ambito delle loro opinioni personali. Quindi distinguerei da credenti e non credenti consapevoli e credenti e non credenti casual, che ne dici?
Non ne dubito.