Guardando la televisione o andando al cinema si ha la percezione di quello che gli sceneggiatori (o gli autori di un programma) credono sia la cultura informatica media, a partire da WarGames passando per "I Ragazzi del Computer" fino alle più moderne produzioni hollywoodiane. Quante volte ci siamo imbattuti in giornalisti e detective che ricercano informazioni in rete su siti farlocchi disegnati da qualche grafico della casa di produzione? Mi viene in mente la scena di Mission Impossible in cui Tom Cruise contatta il fantomatico Giobbe iscrivendosi ai newsgroup di mezzo mondo (Usenet Search, diceva lo schermo del portatile), la cui improbabilità è pari solo al desiderio di avere un sistema così semplice ed efficiente. Ultimamente, va detto, le cose stanno un po' migliorando. In Alias, ad esempio, i computer cui gli agenti si collegano mostrano una normalissima shell Linux da cui digitano dei comandi testuali, non mancano transazioni FTP (anche se spero che la vera CIA utilizzi qualche protocollo più sicuro) e sovente vengono utilizzati paroloni come "firewall", "userid" o "socket". Ooohhh... Apparentemente immarcescibile è invece la sorprendente capacità dei computer utilizzati nei telefilm di ingrandire immagini in bassa risoluzione (riprese dalle telecamere del bancomat e cose così) e ottenere volti e numeri di targa nitidissimi, o separare in mille tracce audio distinte un wav registrato al telefono. Ma immagino che non si possa avere tutto...