Prima di andare avanti, vista la delicatezza dell'argomento, preciso che la cosa di cui sto per parlare non è assolutamente confermata nè smentita dagli interessati, quindi sostanzialmente ragioniamo di uno scenario che al momento possiamo definire solo "ipotetico".
Una fonte anonima riferisce che uno dei redattori più noti di Gamespot, Jeff Gerstmann, sia stato allontanato a causa delle pressioni ricevute da Eidos, in questi giorni impegnata in una massiccia campagna pubblicitaria di Kane & Lynch sul sito: il publisher inglese non avrebbe infatti «gradito la recensione» di Gerstmann, minacciando di «cancellare la campagna pubblicitaria».
Per la cronaca, Jeff ha dato un 6.0 al gioco, ossia la sufficienza. E non che altrove stia ricevendo voti molto più alti... Infatti Eidos, dice la fonte, non se la sarebbe presa tanto per il voto, quanto per il "tono" della rece. Jeff, e riporto da Kotaku, non è estraneo a recensioni "controverse", come un 10.0 a Tony Hawk's Pro Skater e un 8.8 a Twilight Princess. Conclude la fonte: «se la cosa fosse vera, in quanto autori di qualcosa che si suppone essere oggettivo, questo è il nostro peggior incubo che si materializza».
E non potrei essere più d'accordo.
Pur confermando che Gerstmann se ne è effettivamente andato, Gamespot e Cnet non hanno rilasciato ulteriori dichiarazioni. È probabile - anzi auspicabile - che della cosa si continui a parlare nei prossimi giorni. Vi terremo aggiornati.
AGGIORNAMENTO
[01/12/2007] Don't feed the troll (parte 2)
Dopo l'editoriale di ieri, continuiamo ancora a seguire le notizie e le voci relative al licenziamento di Jeff Gerstmann, il redattore di Gamespot che sarebbe stato "silurato" dopo la sua recensione di Kane & Lynch (la versione video è cancellata da Gamespot, ma è facilmente reperibile sulla rete).
Nelle ultime ventiquattro ore sono successe parecchie cose.
In primis, da Gamespot sono spariti i megabanneroni di Kane & Lynch. Un tempismo sospetto, o semplicemente la conclusione della campagna pubblicitaria? Boh. Jeff dal canto suo ha confermato il licenziamento, ma «non può commentare nulla sui motivi che hanno portato alla cessazione del mio rapporto di lavoro con Gamespot».
CNET, proprietaria di Gamespot, ha rilasciato alcune dichiarazioni prevedibili. La prima è che per politica aziendale non rilasciano dichiarazioni sui propri dipendenti (cosa che comunque smentiranno, come leggeremo tra poco); la seconda è che «GameSpot prende estremamente sul serio la propria integrità editoriale. Per oltre un decennio, Gamespot e molti membri della sua redazione hanno scritto migliaia di recensioni imparziali che sono state una risorsa preziosa per la community di videogiocatori. Qui a CNET difendiamo il contenuto editoriale che le nostre redazioni producono tutti i giorni».
Qualche ora fa Sarah Cain, una portavoce di CNET ha detto a joystiq.com che il licenziamento di Gerstmann «non è dovuto a pressioni esterne da parte degli inserzionisti». Alla domanda se comunque pressione ci sia stata, Cain non ha commentato. E per qwuanto riguarda la sparizione della videorecensione? Nessun commento.
Nel frattempo, al di fuori dei canali ufficiali, leggiamo qua e là commenti e ulteriori voci, la prima dei quali arriva da Penny Arcade, che non ha mancato di sottolineare il fatto di ieri con una striscia: stando a quanto sarebbe stato loro detto, «la recensione di K&L ha convinto Eidos a ritirare campagne future per centinaia di migliaia di dollari. All'interno (della redazione) la convinzione generale è che Jeff sia stato sacrificato. Doveva essere Jeff, almeno noi crediamo, proprio per la sua statura e anzianità. Una pubblica esecuzione che ha lasciato la redazione in disarmo. Fosse stato solo per il 6, almeno avresti saputo come assegnare i punteggi se vuoi tenerti il lavoro. No, così è peggio: il "tono" è un aspetto molto più nebuloso».
C'era poi un post su Forumopolis (adesso rimosso...) nel quale una persona che affermava di essere coinvolta in prima persona nella campagna pubblicitaria di Kane & Lynch dice che ovviamente la questione è stata solo di pessima tempistica: «dubito che Eidos abbia convinto Gamespot a licenziarlo. CNET non si prostra agli inserzionisti, e più di una volta ho visto i loro capoccioni rifiutare grosse somme pubblicitarie pur di salvaguardare l'integrità dell'azienda».
Tono diverso, completamente diverso, l'intervento di un tizio che afferma di essere un dipendente di Gamespot che ha scritto a Kotaku una serie di retroscena, il più inquietante dei quali è senza dubbio che il licenziamento fosse stato deciso da un paio di settimane, ma che i capoccia abbiano aspettato che passasse la buriana del giorno del ringraziamento (con il mare magnum di uscite di questo periodo) perchè sapevano che altrimenti gli altri redattori si sarebbero rifiutati in blocco di scrivere dopo questo fatto.
Per il momento credo che questo sarà l'ultimo editoriale sull'argomento, a meno di sconvolgenti nuovi fatti nelle ore a seguire. Continuerò comunque a tenere aggiornato questo post nelle settimane a venire.