Sinceramente me lo sono goduto dall'inizio alla fine, quel saper variare in situazioni e metodi di rappresentazioni a seconda delle canzoni usate gli da un ampio respiro che lo rende un unico collage di tante emozioni, poi la psichedelia visto gli anni in cui vivevano, DOVEVA esserciSecondo me l'unica parte debole di questo film è quella legata alla psichedelìa, la parte in cui c'è bono e quell'altro che sembra un circo. Credo che il personaggio del biondo sia fondamentale: quando manca lui si sfalda anche l'appeal del film, assieme all'armonia dei personaggi. La parte del reclutamento l'ho trovata poco meno che genialee da buon amante della visionarietà mi ha affascinato parecchio, ho Titus (il film non l'user
)in coda da una vita, misa lo recupererò al più presto!
tito è una mezza cazzata![]()
figurati, la psichedelia non era solo essenziale, ma era preziosissima, tuttavia non posso dire che mi ha soddisfatto quella parte, l'jo trovata un po' stereotipata, meno efficace del resto (comunque buona eh)Sinceramente me lo sono goduto dall'inizio alla fine, quel saper variare in situazioni e metodi di rappresentazioni a seconda delle canzoni usate gli da un ampio respiro che lo rende un unico collage di tante emozioni, poi la psichedelia visto gli anni in cui vivevano, DOVEVA essercie da buon amante della visionarietà mi ha affascinato parecchio, ho Titus (il film non l'user
)in coda da una vita, misa lo recupererò al più presto!
Titus guardalo, ne vale la pena.
penso non Ha Titus![]()
Un incrocio tra "Hero" di Yimou e "Bratz" di McNamara.
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No dai, seriamente...
L'intento parodistico di Yip è evidente, ma questa volta l'ha proprio fatta fuori dal vaso![]()
che ve devo di? sto in vena de "film cazzate"![]()
Cavolo nn avevo mai visto questa parte del forum...mi poento di averla scoperta cosi in ritardo!
cmq ieri sera ho visto "SNatch" Guy Ritchie e il pomeriggio "Dark City" di Alex Proyas.
Il primo molto carino scorrevolissimo e c sono molti attori che poi sono apparsi in alcune serie televisive che mi ha fatto piacere rivedere in un film..
Dark City anche se vecchio('98 )continua sempre a piacermi, un misto tra equilibrium e "il 13^ piano" in un alone alla PK Dick....
Non oggi, ma recentemente ho visto
Che dire, fa piacere vedere un film di genere prodotto e realizzato così bene nel nostro paese. La storia in sè è quanto di più canonico per il genere ci possa essere, ma questo, trattandosi di "giallo" personalmente lo ritengo un bene, vista la difficoltà odierna di trovare esemplari puri di questa razza, ahimè in via d'estinzione. Non è solo l'eccellente Servillo (marchio di garanzia certamente; quantomeno assicura sempre un contributo personale mai banale ai film a cui partecipa) tra i pregi di questo film, ma è proprio il tono registico (e fotografico) che lo allontana dalla mediobassa media italiana dei muccini e degli ozpetechi e lo nobilita qua e là di un'aura quasi maigretiana. Bello, consigliato soprattutto a quelli che dicono (pur-troppo spesso non a torto) che il cinema italiano di oggi sembra prodotto come una fiction televisiva. Non questo.
Si direbbe quasi che tu sia ironico, quelli che dicono che il cinema italiano di oggi sembra prodotto come una fiction televisiva lo dicono riferendosi, nell'ultimo anno, principalmente a La ragazza del lago![]()
Osti, davvero? Beh sinceramente non ho notato nessuna superficialità nella produzione, e nella fotografia. Certo è palese che un film ambientato in quei posti lì non potrà assomigliare a uno girato a los angeles per cui ci si ritrova magari meno affascinati o colpiti, ma mi è sembrato ben fatto...
tu cosa ne pensi, t'è piaciuto?
Non è questione di superficialità, o meglio, distinguiamo. Quando si parla dell'argomentazione "ue, ma sembra una fiction (rigorosamente questa la parola scelta, con tutti i limiti che essa tradisce) televisiva" bisogna vedere chi è che la usa, perchè come l'altro grande caposaldo "sto film sembra un videogioco" ha almeno un paio di livelli interpretativi, di cui uno più sfaccettato e complesso e un altro più becero, di chi non sa poi molto di linguaggio o ambiente televisivo e quindi vuole solo rendere l'idea di cinema=figo e tv=scadente, trascurato, o comunque inferiore.Osti, davvero? Beh sinceramente non ho notato nessuna superficialità nella produzione, e nella fotografia. Certo è palese che un film ambientato in quei posti lì non potrà assomigliare a uno girato a los angeles per cui ci si ritrova magari meno affascinati o colpiti, ma mi è sembrato ben fatto...
tu cosa ne pensi, t'è piaciuto?
In questo caso, La ragazza del lago da quando è stato presentato l'anno scorso a Venezia è subito schizzato in vetta alle preferenze di esempio per chi vuole usare l'argomentazione televisiva. Io la trovo una critica non del tutto vera nel caso siamo di fronte alla seconda accezione della suddetta, per quanto riguarda la prima se ne può discutere. Vero è che (a me il film non è piaciuto, non brutto, solo non necessario) la storia sembra episodica, con personaggi tipizzati, molto chiusa nel suo universo, insomma tutte le caratteristiche di un elemento singolo all'interno di un gruppo generale, cosa che in effetti porta dritta alla serialità televisiva.
Lo trovo insomma un testo che sembra dover riferirsi a un con-testo per assumere un qualche significato, solo che il contesto non c'è perchè è un film, e allora si rimane un po' così, con una storiella talmente esagerata nel suo ricorrere neanche a una formula, ma a una tipizzazione della formula, da far pensare che l'intento fosse proprio scoprire il procedimento.
In sostanza no, non m'è piaciuto, ma non perchè sia osceno. Solo mi è parso inerte, una specie di guscio.
vabbè, ma i dementi...
i film fiction sono quelli tipo quello del pugile o di dostojevsky o come cavolo si scrive
Delizioso.
Non necessario, assolutamente. A me è piaciuto (senza esagerare: mi è piaciuto come può piacere un episodio di Tex, o un giallo di Simenon-di quelli "medi", lasciamo stare i capolavori) però anche per questo suo rifarsi, che è quasi un affidarsi, a determinati elementi ricorrenti di un certo tipo di narrazione. Ha dato un senso di "sicurezza", di certezza: non sono queste le cose che personalmente ricerco nè nel cinema nè nei libri nè nella musica nè in niente, ma ogni tanto fa piacere vedere, leggere o sentire qualcosa che non vuole rompere o innovare con una certa tradizione (un po' come mi fa piacere ascoltare, per esempio ultimamente, l'ultimo cd dei Black Crowes-che è uguale spaccato ai loro primi cd e a tutta una falange di altre band, ma va bene così), ma porsi al suo interno.
Per quanto riguarda la tua distinzione tra le due accezioni di critica alla "televisività" di un film (o di un'intero sistema cinematografico, come nel nostro caso) io mi riferivo alla critica più grossolana, alla quale questo film scopro solo ora che ha fornito elementi di attacco, ma dalla quale questo film secondo me si difende più che bene, badaben senza scimmiottare le produzioni d'oltreoceano, ma ,semplicemente, curando tutti quegli aspetti che nella produzione televisiva italiana sono trattate in modo superficiale e poco attento (dalla recitazione alla fotografia, fino alla cura nei particolari del dialogo).
A me Pupi Avati piace sempre, sia quando fa le commedie che quando fa i noir. Mi piace il modo che ha di farcire di provincia le storie più fosche (La casa dalle finestre che ridono e Zeder, ma anche gli esordi più grotteschi) però sto film qui... bho sarà che è ambientato in america, e abbandona l'ambientazione italiana e provinciale, perchè la storia in fondo è bella e fortemente lagata alle tradizioni dell'horror italiano (vocine, case abbandonate con oscuro passato...). Bello ma Avati l'ho visto solo sui titoli di testa (e in qualche inquadratura.)
Die hard 4, ti basterà vedere i primi venti minuti per spegnere e mettere su qualcosa di più divertente.
Io quando m'è successo ho messo il primo austin power: fighissimo come sempre (i successivi mi fanno cagare, ma il primo è davvero divertente come caxxatona)