direi proprio di no.
l'ordine di sospendere le operazioni di avanzamento giunse all'inizio di novembre (in piena tempesta di neve), quando le operazioni di avanzamento erano già sospese, e anzi numerosi reparti tedeschi in quelle zone rischiarono di brutto, per non aver voluto ripiegare quando erano ancora in tempo.
Eh no l'ordine fu di Hitler di non invadere Mosca, apuunto nella direttiva del Fuhrer datata 21-08-1941.
Lo stato maggiore tedesco Halder in testa puntavano a Mosca come obbiettivo principale, cosa che per altro nei piani iniziali trovava d'accordo anche Hitler.
1) L'obbiettivo più importante, da raggiungersi ancor prima dell'inverno, non è la conquista di Mosca, bensì l'occupazione della Crimea (!!!) e del bacino industriale del Donetz, l'interuzzione dei rifornimenti russi di petrolio dei territori del Caucaso e nel Nord, l'isolamento di Leningrado e il congiugimento con i finlandesi.
Quella di trascurare Mosca viene quasi sempre citata come la decisione sbagliata determinante di Hitler a perdere la campagna se non la guerra. Nè esistono prove per affermare il contrario. Ma delle attenuanti vi sono, il tempo perso su Kiev e la perdita derivante da questi fattori non solo sono gli unici imputati della tragedia lle porte di Mosca, certi punti di vista di Hitler sono condivisibili. L'allungamento del fronte in modo spaventoso, la differente velocità tra fanteria e carri aveva provocato la separazionel dell'esercito in due gruppi che avanzavano separatamente e combattevano anche in battaglie diverse, la differente avanzata dei fronti nord e sud lasciava scoperti i fianchi.
La considerazione finale che la cautela manifestata tardi lascia perplessi perchè snaturava la stessa Blitzkrieig e rinuncialre alla guerra lampo nel cuorre della Russia significava perdere la campagna e la guerra, perchè l'operazione Barbarossa cadeva nnelle sue fondamenta.
Inoltre cadeva anche per il cambiamento dell'obbiettivo principale, solo Mosca teneva in piedi un unione frammista non cementata in Stalin e nel bolscevismo, Mosca era la capitale il collagene di un paese comunque diviso, il centro delle comunicazione del poetere e solo una spallata al cuore poteva scuotere e magari far cadere Stalin.
Saluti