"Uh-oh".
Gordon Freeman in realtà non è americano e non lavora negli Stati Uniti, nell'installazione segreta di Black Mesa.
È un ricercatore svizzero con contratto a progetto, pagato meno di mille euro al mese.
I suoi occhi, nascosti dietro le fitti lenti montate su occhiali di tartaruga, si allargano in maniera innaturale quando, il dieci settembre 2008, la console di comando del Large Hadron Collider di accende come un albero di Natale.
L'esperimento a cui lui e i suoi colleghi hanno lavorato duramente per tanti anni, non senza momenti ludici particolarmente ispirati, con l'obiettivo di ricreare le condizioni immediatamente successive al big bang, ha funzionato.
Il problema è che ha funzionato fin troppo bene.
Dalle profondità delle montagne che separano Francia e Svizzera, nell'enorme acceleratore di particelle con una circonferenza di ventisei chilometri costruito dal CERN con i fondi di venti paesi europei e Stati Uniti, inizia la fine del mondo. Un piccolo buco nero che nel giro di qualche anno risucchierà completamente la terra. Per noi, che siamo a un tiro di schioppo dalla Svizzera, le cose non si mettono benissimo.
Fantascienza?
La trama di un videogioco sconosciuto destinato a diventare uno dei più importanti titoli di sempre?
Dicono i responsabili del progetto che "ci sono scarse possibilità che l'acceleratore formi un buco nero capace di porre una minaccia concreta al pianeta".
Beh, se sono solo "scarse" allora siamo a cavallo.
C'è chi ha chiesto alla Corte Europea dei Diritti Umani di bloccare il progetto, il più ambizioso della storia dell'umanità. Non so voi, ma nell'attesa di sapere come si pronunceranno i giudici, io vado a comprarmi un piede di porco...
Non sapevo che le lunghe sessioni di permanenza in quel di Black Mesa mi avrebbero "preparato" a questo evento, ma adesso che lo so la cosa mi conforta solo relativamente...
http://www.youtube.com/watch?v=j50ZssEojtM