Questa definizione, a metà tra il neologismo e l'inglesismo, bene descrive il materiale che si trova negli stand, a portata dei visitatori, che sono soliti uscire dalla manifestazione con grossi sacchetti pieni di depliant, opuscoli e fuffa assortita (altresì detta "gadget") e che, una volta arrivati a casa, si trasforma rapidamente in monnezza (altresì detta "pattume").
Dovete sapere che io sono un avido raccoglitore di gadget, soprattutto quando sono assolutamente inutili e pacchiani, vistosi e generalmente brutti. Fino allo scorso anno, quando l'E3 era un evento piuttosto distante, tartassavo il povero SS e chiunque partisse per Los Angeles implorandoli di ritornare con quanti più possibili gadget di ogni tipo, forma e colore. E il buon caporedattore si sobbarcava volentieri di caricarsi la valigia di mug, magliette, spillini, palline antistress e quant'altro.
Quest'anno, Los Angeles è stata colpita da una perniciosa forma emorragica di gadgettume, che ha visto gli stand orribilmente sprovvisti di qualsiasi cosa. In due giorni di fiera sono riuscito solo a raccogliere un blocco note "griffato" Vice City, una pallina di polistirolo (yeech!) di The Italian Job, un microvideogame della SEGA e una videocassetta con il meglio del Wrestling. %l resto non meritava neppure di essere raccolto. Una situazione a dir poco preoccupante, totalmente ingiustificata se pensiamo al vigoroso andamento dell'industria di settore, e che rende del tutto inutile e puerile la mia scelta di partire con la valigia "grossa" praticamente vuota, sperando che l'avrei riempita al mio ritorno. Non una penna, una maglietta, un cappellino... Ah, questi PR! Come osano farci tornare praticamente a mani vuote?