Parole in libertà di Cobolli durante l'incontro con i parlamentari juventini:
Cobolli: Noi non siamo come l'Inter. Non lo siamo perchè loro hanno un mecenate, mentre noi abbiamo un progetto. Ma se il mecenate un giorno si scoccia, finisce tutto. Noi invece, con il nostro progetto, andremo avanti.
Firewall: Concordiamo con Cobolli quando afferma che non abbiamo un mecenate. Il problema è che, a quanto pare, non abbiamo nemmeno un progetto. Anzi, Il Progetto, con la P maiuscola. Quale sarebbe il progetto di cui parla Cobolli? Quello che prevedeva Andrade e Criscito centrali difensivi, con Tiago e Almiron a centrocampo? Oppure il "Camaleonte Solido" varato quest'anno?
Cobolli: Ho venduto Ibrahimovic perchè voleva 6 milioni netti a stagione, in serie B. E perchè quest'anno ne avrebbe voluti 12.
Firewall: E' probabile che Cobolli dica la verità, in questo caso. Peccato che Gigli non fosse d'accordo con lui quando affermava "Ibrahimovic abbiamo voluto tenerlo a tutti i costi... un bel momento lui ha ritenuto di volersene andare". Ascoltate Gigli che parla di Ibra con le vostre orecchie, a partire dal minuto 4.09 (link)
Cobolli: Lo spogliatoio è compattissimo. Se i giocatori non vogliono più un allenatore non gli giocano contro. Semmai vanno dall' amministratore delegato e gli chiedono di mandarlo via. Alla Juventus non è successo nulla di tutto questo. Avevo parlato con i giocatori più esperti, Del Piero, Buffon, Camoranesi e Nedved. Avevamo avvertito che c'era un calo di tensione e probabilmente l'abbiamo pagato contro il Palermo.
Firewall: Alla Juve giocatori che vanno in sede per far fuori l'allenatore non si sono mai visti. Queste sono (anzi, erano) cose da Inter. Cobolli afferma che lo spogliatoio è compatto. Non si direbbe leggendo le cronache dei giornali pubblicate in questa settimana, per non parlare della famosa intervista di Del Piero a Sky che lascia intravedere più di una crepa nell'ambiente bianconero. Inoltre, appare quanto meno bizzarro che il presidente parli direttamente con i senatori della squadra, scavalcando l'allenatore, per sondare il clima che si respira nello spogliatoio prima di un match importante.
Cobolli: Non c'è crisi, ma solo un risultato negativo. Sono due settimane che sogno un altro gol, arriverà contro il Napoli.
Firewall: Caro Cobolli, si tratta di una serie di risultati negativi: pareggio in casa con il Catania, a Genova con la Sampdoria, a Minsk con il Bate Borisov, sconfitta in casa con il Palermo. I tifosi sono decisamente stanchi dei sogni del presidente. Si è partiti dal sogno di affondare la portaerei Inter (link), passando per il sogno di vincere la Champions League (link), per arrivare al sogno (molto più terra terra) di un gol al Napoli.
Cobolli: Facciamo così, dico quello che di solito ripete Galliani... l’ho detto una, l’ho detto due, ma lo posso ripetere anche tre volte. Bene, lo ripeto ancora: Ranieri non si tocca.
Firewall: Cobolli cita Galliani (altro personaggio che non brilla per sincerità) per rinforzare la dichiarazione di riconferma della fiducia in Ranieri. Peccato che il suo gemello Gigli il 20 maggio 2007, giorno della promozione in serie A, dichiarasse testualmente "Siamo intenzionati a portare avanti il progetto, lungo 5 anni, con Didier Deschamps e questo gruppo" (link). E' superfluo ricordare come è andata a finire.
seconda parte -Fine.