Devo confessare che la notizia della chiusura della Elixir Studios del "bimbo prodigio" Demis Hassabis mi ha parecchio colpito, più degli annunci analoghi che di quando in quando tocca scrivere. Non so spiegare bene il perchè; forse il fatto che - diversamente da altri casi, come Acclaim, che si è trascinato per mesi - la notizia giunge a ciel sereno, totalmente inaspettata. Le motivazioni date nel comunicato stampa sono di quelle che fanno riflettere a cosa sta diventando l'industria dei videogiochi, alla direzione che sta prendendo il mercato: progetti «molto innovativi» cancellati perchè «considerati ad alto rischio», «il settore dei videogiochi sembra non avere più spazio per sviluppatori indipendenti che vogliono lavorare a concetti originali. Forse non c'è più bisogno di loro», parola di Hassabis. Sarà vero, o sono solo frasi di circostanza? Pensando a ieri, viene da chiedersi se al giorno d'oggi troverebbero spazio titoli come Populous, DooM, Dungeon Keeper, che rompevano decisamente con il passato, e al tempo stesso tracciavano la strada per il futuro.
Forse ieri c'era meno concorrenza, e quindi era più facile riuscire a pubblicare qualcosa anche se "diverso" dai canoni commerciali del momento.
Ma anche allora i computer erano pieni di righe di codice che sono rimaste sepolte sotto le macerie della vantaggiosa commercializzazione, solo che non lo sapevamo.