Lippi: «Bestemmie? Soprattutto in Toscana un intercalare»
News - 23/01/2009 9.49.45
Le bestemmie e Lippi: «Sotto stress capita». Ma la Chiesa tuona
La bestemmia e il calcio. Per Marcello Lippi nervosismo e tensione giustificano, in gara, qualche parola sbagliata. Il cittì l'ha detto a Papanews: «Chi impreca in campo lo fa per istinto e rabbia non per mancanza di fede o per offendere Dio». Immediata la reazione di monsignor Gianfranco Ravasi che presiede il Pontificio consiglio per la cultura. «Se persino il cittì della nazionale non condanna questo fenomeno ci sarà poco da fare. Le sue parole rappresentano il decadimento e l'imbarbarimento non solo del calcio ma di tutta la società».
Il giorno dopo Lippi ribadisce: «Non capisco perché qualcuno voglia fare il fenomeno. Non è bello, ma sotto stress può capitare di bestemmiare. A me è successo in Juve-Sporting Lisbona. E una telecamera mi riprese. Il giorno dopo mi chiamò un monsignore dicendo che, per quella bestemmia, meritavo di essere scomunicato. La bestemmia, soprattutto in Toscana, è un intercalare normale. Che non ha un valore offensivo. E da cittì della nazionale ricordo che i miei azzurri sono tutti ragazzi educati e rispettosi. E molti di loro sono orgogliosi di essere dei buoni cristiani".
La Gazzetta dello Sport
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