Io ho finito "Domani nella battaglia pensa a me" di Javier Marìas.
Lo stile di Marìas, che ha incantato tantissime persone e critici letterari, è piuttosto particolare. Questo romanzo viene spesso definito "romanzo psicologico", che è piuttosto azzeccato se si pensa che i fatti narrati nel libro sono numericamente e significativamente inferiori ai pensieri, alle considerazioni, ai ricordi e alle elucubrazioni di cui lo scrittore infarcisce ogni singola pagina del romanzo. L'impatto iniziale è un po' straniante, ci si trova a pensare che sto libro è un pacco, è pesante (non per niente due su tre che conosco non l'hanno finito). Poi ci si fa l'abitudine e si incontrano pagine veramente molto belle, intere pagine scritte bene (non è poco, tutto sommato). Il problema sono le lungaggini? Si e no, la cosa che meno mi è piaciuta di Marìas è che tutti i personaggi parlano e pensano come lui, nel senso che la presenza, tangibile e reale, dello scrittore dietro ai personaggi del romanzo è talmente forte che gli stessi hanno a malapena una caratterizzazione (nonostante si dilunghi -anche qua- nelle descrizioni fisiche e psicologiche di essi) a loro dedicata.
In sostanza un romanzo atipico, a tratti bellissimo, ma sostanzialmente un po' prolisso e macchinoso.
Ora, per la serie "depuriamoci", mi leggo un King a caso tra quelli che ancora ho lì: "Cose preziose"