@Teon: sei il migliore
@Teon: sei il migliore
Apprezzato la nomina suppongo
La capiranno in due o tre, ma è geniale
Originariamente Scritto da ANSACEI: STOP A IRRISIONI E A OFFESE AL PAPA
Il profluvio di critiche contro il Papa "si è prolungato oltre ogni buon senso" e "non accetteremo che il Papa, sui media o altrove, venga irriso o offeso". Lo ha affermato il presidente della Cei, card.Angelo Bagnasco, nel suo discorso di apertura del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, invitando i vescovi a stringersi attorno al pontefice.
Una accorata difesa del Pontefice dalle critiche, spostatesi negli ultimi giorni dal fronte dei lefebvriani a quello dei preservativi, ha occupato tutta la prima parte del discorso del card.Bagnasco. "Di certo si è prolungato, oltre ogni buon senso - ha detto - un pesante lavorio di critica, dall'Italia e soprattutto dall'estero, nei riguardi del nostro amatissimo Papa", sulla revoca della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani e sul caso Williamson "che imponderabilmente vi si è come sovrapposto". "Nessuno tuttavia - aggiunge il porporato - poteva aspettarsi che le polemiche sarebbero proseguite, e in maniera tanto pretestuosa, fino a configurare un vero e proprio disagio" sfociato poi nella lettera del Papa ai vescovi. Peggio ancora è andata con il "pellegrinaggio in Africa", un "viaggio impegnativo ed a un tempo ricco di speranza" "sovrastato nell'attenzione degli occidentali da una polemica, sui preservativi, che francamente non aveva ragion d'essere". E in questa occasione "non ci si è limitati ad un libero dissenso - ha affermato con forza Bagnasco - ma si è arrivati ad un ostracismo che esula dagli stessi canoni laici". Il presidente dei vescovi italiani parla di "irrisione" e "volgarità" giunta non solo dai media, ma anche da "alcuni esponenti politici europei" e "organismi sovranazionali". "E mentre invitiamo i diversi interlocutori a non abbandonare mai il linguaggio di quel rispetto che è indice di civiltà, vorremmo dire, sommessamente ma con energia - ha concluso - che non accetteremo che il Papa, sui media o altrove, venga irriso o offeso".
Maledetti miscredenti. La ruota, ci vorrebbe, come ai bei vecchi tempi
Masp, t'ho addato
"Non lo permetteremo"
Vai padre Nicolas, scatenati!
PD: leader nuovo, vecchia storia
linea 1 - "IL PIANO CASA È INCOSTITUZIONALE" - FRANCESCHINI, ATTACCA IL GOVERNO: "NON PUÒ LEGIFERARE SU MATERIE DI COMPETENZA REGIONALE"
linea 2 - RUTELLI: "IL PIANO CASA? PUÒ RILANCIARE L'ECONOMIA"
CASINI:"Se il piano casa e' serio, non realizza scempi, permette una riconversione energetica puo' essere una cosa che modenizza il Paese, interessante, che rilancia l'economia. Noi diciamo: portate le carte in Parlamento e vediamo. Noi questo facciamo, quello che interessa al Paese"
l'avvicinamento prosegue....
Casini in Caltagirone?
1994: QUANDO GARIMBERTI, DIRETTORE TG2, VOLEVA PRENDERE A CALCI IN IL PORTABORSE DI SILVIO, TAJANI - "HO CHIAMATO BERLUSCONI, ALLE CUI RETI HO COLLABORATO, E GLI HO DETTO: COME SI PERMETTE QUEL GIOVANOTTO? MI HA RISPOSTO: SA, E’ UN PO’ ROZZO...
Originariamente Scritto da ANSA d'annataRAI: GARIMBERTI (TG2), 'CALCI NEL SEDERE AI CAMALEONTI'
Dall'Ansa del 1994
(ANSA) - ROMA, 7 APR - Dopo le elezioni e' cambiato il clima nel centro Rai di Saxa Rubra, dice con preoccupazione il direttore del Tg2, Paolo Garimberti. In un'intervista che uscira'' sul prossimo numero dell'''Espresso'', Garimberti afferma che molti giornalisti, anche del Tg2, i quali ''fino a ieri erano tributari del Psi e della Dc, oggi, dopo aver perso le elezioni, si riciclano impudicamente verso i vincitori. Con un'operazione di camaleontismo davvero straordinaria. Io non li tollero e, per quanto mi riguarda, li pigliero' a calci nel sedere''.
''Molte persone, che pensavano di essere ormai completamente fuori gioco - aggiunge - oggi pensano di avere di nuovo la possibilita' di rientrarci. E il gioco che intendo e' quello della spartizione lottizzatoria''. ''Ritengo di aver fatto un giornale che solo un fazioso come il portaborse di Berlusconi, Antonio Tajani - prosegue Garimberti - ha potuto definire 'la nuova Telekabul'. Ho chiamato Berlusconi, alle cui reti ho collaborato in passato, e gli ho detto: lei mi conosce, ma come si permette quel giovanotto? Mi ha risposto: sa, e' un po' rozzo''.
Garimberti dice di non temere nulla da Bossi, Berlusconi e Fini, che definisce politici intelligenti. ''Ma ho paura che loro non conoscano la situazione in Rai - aggiunge - e che se la facciano rappresentare da alcuni personaggi di secondo piano, squallidi, che vogliono solo consumare le loro vendette''.
Forse sono riusciti a trovare l'accordo, ma ormai è un anno che ci provano e le sorprese sono dietro l'angoloOriginariamente Scritto da adnkronosA quanto apprende l'ADNKRONOS, fonti Pd fanno sapere che sarebbe quasi concluso l'accordo con il governo per affidare a Paolo Garimberti, gia' vicedirettore della 'Repubblica', la presidenza della Rai. Le stesse fonti aggiungono che il segretario del Pd, Dario Franceschini, avrebbe proposto il nome del giornalista e che il governo non avrebbe posto il veto
Ultima modifica di Pkforever; 24-03-09 alle 08:59:28
il presidente, che conta come il 2 di picche, al pd in cambio di un uomo di fiducia del cavaliere (Masi) come direttore generale.
un affarone (per mr b, ovviamente)
Ultima modifica di abaper; 24-03-09 alle 09:13:26
non finisce quiOriginariamente Scritto da Servi e servettiAlla fine uno che ci sta si trova sempre. Sarà Paolo Garimberti, il più morbido e pettinato dei "Republicones", il primo presidente di Raiset. Ha lavorato in Rai e ha collaborato con Mediaset. Il figlio Federico segue Re Silvio per conto dell'Ansa. A differenza di Giovanni Valentini non ha fatto del conflitto d'interessi una mania. E a 66 anni uscirà dal limbo di Repubblica Tv per chiudere in Viale Mazzini un'onorata carriera (molto sportiva).
Agli amici di largo Fochetti, dove lo sospesero dallo stipendio proprio per una comparsata Rai per Torino 2006, confida: "Il mio modello è la tv Usa. Mi piace Letterman, mai visto un reality" (p.7). Il Corriere rosica e rimesta negli armadietti: "Quel feeling con Gianni Letta al Circolo canottieri" (p.13) e ripesca un meraviglioso Pansa d'annata (1994) quando Garimba fu fatto fuori dal Tg2: "Non capisco perché Berlusconi voglia cambiare uno come Garimberti, che è completamente allineato".
Ma in Rai il presidente non conta un tubo e l'accordo su Garimba-Papà apre le porte alla vera ciccia: la direzione generale a Mauro Masi.
Mauro Masi
Romano Prodi atto III: come tornare in politica rientrando dalla finestra
Sette supposte al prezzo di unaOriginariamente Scritto da corriere.itPolemica sul gadget per la nascita del pdl
Prodi: «Silvio mi tolga dalla matrioska»
Il Professore: «Io l'unico a batterlo, nella bambolina dei leader sconfitti non ci sto»
Il gadget matrioska
BOLOGNA — No, nella matrioska degli sconfitti da Silvio Berlusconi, Romano Prodi non ci vuole proprio entrare. «E vorrei anche vedere! Sono stato io che l'ho battuto due volte e, se non sbaglio, penso anche di essere stato l'unico a riuscirci. Da dove salta fuori questa storia che io sarei tra gli sconfitti?». Salta fuori dal congresso del Pdl dove circola una sorta di matrioska-gadget raffigurante un Berlusconi che contiene tutti i leader del centrosinistra: dovrebbe essere, nelle intenzioni del parlamentare forzista Giorgio Stracquadanio, che ha lanciato l'idea, una sorta di metafora del cannibalismo elettorale del Cavaliere, capace, come lo stesso premier ha affermato dopo la vittoria elettorale contro Soru, di «mandare a casa in 15 anni sette leader diversi del centrosinistra».
I sette sconfitti, almeno stando all'esegesi del pensiero berlusconiano, dovrebbero essere: Occhetto, Prodi, D'Alema, Amato, Rutelli, Fassino e Veltroni. Ora, a parte la considerazione che le sfide elettorali vinte da Berlusconi sono state solo 3 (con Occhetto nel '94, con Rutelli nel 2001 e con Veltroni nel 200, resta il divertito stupore prodiano: «Io cosa c'entro? ». Eh no, il Professore non ci sta a farsi sfilare quella che per gli antiberlusconiani è più di una medaglia. L'ha battuto nel '96. Ha bissato dieci anni dopo. Ne è orgoglioso, l'uomo dell'Ulivo. E non lo ha mai nascosto. Durante la campagna elettorale del 2006, per spronare i suoi, Prodi ha spesso parlato di «miracolo», di «impresa durissima», consapevole, com'era, della sproporzione mediatica tra lui e l'avversario.
Perfino il Financial Times, all'indomani della vittoria del 2006, parlò del Professore come di «un politico sottovalutato», ma che alla fine portava a casa il risultato. Non ha mai perso un'elezione, Prodi, sin da quando, negli anni Sessanta, si candidò poco più che ventenne al Consiglio comunale di Reggio Emilia, venendo eletto. «Il mio problema, semmai, non sono gli avversari, ma i cosiddetti amici», disse una volta, con riferimento ai vari Bertinotti e Mastella di turno. Un orgoglio amaro nel ricordo delle due vittorie: «Ho vinto, sì, con il Cavaliere, ma per due volte sono stato però mandato a casa. Bella soddisfazione!». Comunque, dice ora stando al gioco, quella matrioska è, e resta, sbagliata: «Se proprio volete saperlo, anch'io ne ho una in casa, che viene dalla Russia: c'è un Prodi grande-grande che contiene un Berlusconi più piccolo e un minuscolo Amato...».
Bé? Cosa c'é di strano? In amore mica bisogna fermarsi all'aspetto fisico, bisogna guardare oltre.
Guardate la foto, é palese che lei guardi "oltre"....
c'è speranza per tutti allora...mi sento sollevato
Guarda oltre perché per la differenza di quota non potrebbe essere altrimenti.
Gnappooooooo non mi ricordo piu chi cacchio sei su facebook e se ti ho in lista da qualche parte contattami che ho bisogno di una consulenza imbecille
Gabanelli sempre più idolo del proletariato urbano
Fa incàzzare Confalonieri, imbarazza Amato, percula il Governo Prodi e silura il PD sulla vigilanza.
Rai, Report brucia la candidatura di Cheli...
Nel Partito democratico dicono sempre che una trasmissione come Report «fa più danni alla sinistra che alla destra». A quanto dicono i fedelissimi di Dario Franceschini, anche la puntata di domenica «appare come una conferma di questa tesi». Già, perché gli inviati di Milena Gabanelli hanno offerto una singolare (per alcuni aspetti) ricostruzione della storia della tv privata in Italia. Sono partiti dal caso di Europa7, per affrontare di petto il numero uno di Mediaset Fedele Confalonieri, l'ex ministro delle Poste e telecomunicazioni Oscar Mammì e l'attuale presidente della Treccani Giuliano Amato. Il "Confa", combattente come sempre, è stato al gioco, duettando e divertendosi con l'inviato.
Mammì ha dedicato qualche frecciata velenosa a Giorgio La Malfa, e Amato si è difeso ammettendo di non ricordare molte cose. Ma di Enzo Cheli, insigne giurista e già numero uno della Corte Costituzionale e dell'AgCom, hanno detto che non sono riusciti a intervistarlo. Offrendogli qualche stoccata. E pensare che il suo nome appariva nell'elenco dei candidati del Pd per la presidenza della Rai...
Modulazione di Frequenze
Ultima modifica di Pkforever; 24-03-09 alle 11:01:00
da quando fai parte del proletariato urbanoGabanelli sempre più idolo del proletariato urbano
Fa incàzzare Confalonieri, imbarazza Amato, percula il Governo Prodi e silura il PD sulla vigilanza.
Modulazione di Frequenze
hai incontrato una stupenda pukabbestia che ti ha convertito?
brunetta: prova vivente della validità della "regola della L" ?
Voi lo prendete tanto per il culo, ma lo sapete che ha rinunciato al Nobel PER NOI?
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