Mensa giapponese
Stefano Freguia
È già l’una e mezza e ho perso la concentrazione da un po’, sto pen-
sando solo al pranzo. A questo punto l’esperimento che stavo ese-
guendo con tanta cura fino a poco fa non mi interessa più. Qui a
Kyoto i colleghi ricercatori universitari (tutti giapponesi) iniziano a
lavorare alle dieci, quindi non pranzano prima dell’una e mezza. In
un laboratorio giapponese si pranza tutti assieme, per cui aspetto in
preda ai crampi. Finalmente il grido tanto atteso: «Gohan!». Si va a
pranzo. Alla mensa si ordina da una delle gentili signore che lavo-
rano in cucina. Guardo il menù. Anche oggi mi rendo conto di
non saper leggere il giapponese. Mi giro in cerca d’aiuto, mentre la
gente in fila incalza. Fortunatamente c’è quasi sempre un collega
che accorre in mio soccorso e mi fornisce una breve spiegazione dei
piatti del giorno. Se non trovo nessuno, sono costretto a ordinare
«il solito», vale a dire udon con tofu fritto o curry rice. Un inchino
e mi dirigo verso il tavolo. Finalmente tutti a tavola. Anzi no, ne
manca sempre uno che ha voluto ordinare il piatto più complicato.
E si aspettano altri cinque minuti mentre lo stomaco soffre e il cibo
si raffredda. Arriva il ritardatario, che si scusa, e al grido «Itadaki-
masu» (buon appetito) si inizia la degustazione. Mentre cerco di
non ascoltare il rumore assordante del risucchio di noodles dei
giapponesi (è il modo appropriato di mangiare) il capo mi coin-
volge in un’inverosimile conversazione di lavoro. Cerco di dargli
retta finché il mio sguardo viene catturato (anche oggi) da un’altra
deliziosa studentessa giapponese, che si aggira per la mensa incurio-
sita dai piatti del giorno. Stivale in pelle fino quasi alle ginocchia,
gonnellina quasi inesistente, gambe vellutate, viso impeccabilmente
truccato e sguardo innocente. Provo a resistere. Non ce la faccio.
Prima la seguo solo con gli occhi, poi mi giro. Ovviamente non sto
più ascoltando il capo, e il giapponese seduto di fronte a me mi ri-
volge uno sguardo eloquente: sei proprio italiano!