Ian, ti guarda con un sorriso aleggiante sulle labbra.
"Perchè? L'eterna domanda, non trova? Perchè... perchè tutti voi portate con voi molto più di ciò che credete, e compito e piacere nostro sarà farvelo comprendere. Stasera sarà una serata molto importante per noi. E per tutti voi.
Ma non mi affliggerei troppo con queste domande".
Prende un codice dalla biblioteca, fogli di pergamena rilegati con corda, senza copertina. Non capisci cosa sia, il primo foglio è lasciato bianco. Lo sfoglia.
"Siamo nella stanza più preziosa dell'intero palazzo, non trova sia inutile perdersi dietro a certe futili questioni?".
Stanze su stanze su stanze su corridoi su stanze, Wael, mentre febbrile corri e scruti, mentre febbrile cerchi ogni angolo. Stanze e ancora stanze, arazzi, tappeti, angoli oscuri, stretti corridoi, volti di servi in cui ti sembra di rivedere quell'uomo, ma non è mai lui, istanti in cui ti pare d'intravedere il lembo della sua veste, ma non è mai lui.
Stanze e ancora stanze, in un vortice infinito, una caccia primordiale a cui ti senti spinto come non mai, nei minuti che passano, nella sabbia che scorre. Uno, due, tre, Wael. Quattro, cinque sei. Ne mancano sempre meno, mentre cerchi e non trovi, mentre temi e il cuore accelera, non nella gioia della battaglia, non nella fierezza del predatore, ma nel timore della preda, pur essendo tu a cacciare.
Poi, lo vedi. Il lembo di un tappeto, leggermente mosso. Qualcuno è passato di lì, in fretta, di sicuro. Ma potrebbe essere passato anche minuti fa, qui non c'è nessuno a mettere a posto, nè guardie, nè servi, in altro affaccendati. Qui, in questo ampio corridoio con armature ai lati, ci sei solo tu. E una piccola stretta porta che si apre sulla destra. E' entrato lì. Ne sei certo.
[Tiro Percezione+Sesto Senso diff.8 per notare il tappeto; 1 successo: 8, 7, 5, 5, 3, 2. Tiro Intelligenza+Investigare diff.8 per trarre informazioni dal lembo spostato; 4 successi: 10, 9, 8, 8, 5, 2]
Wenceslas ride sommessamente, Eloize. "Tutt'altro, damigella, tutt'altro, credo che Claudio sia rimasto affascinato da voi, anche se certo i suoi gusti sono orientati verso altre estrazioni. Di me c'è ben poco da dire, francamente. Mi diletto di pittura, anche se preferisco ospitare illustri artisti nella mia magione e bearmi della loro grandezza piuttosto che dedicare intere giornate a dipingere. Sono... come dire, un piccolo Medici!". E ancora ride sommessamente.
Siete intanto giunti a una porta che si apre su una stanza ricchissima, in cui un baldacchino regna in uno sfavillare di sete e ori della più pura qualità. Una grande finestra si apre su un balcone che dà sul parco interno, e cinge l'angolo della fortezza.
"Anche se devo ammettere che ai miei tempi avevo una discreta mano per la pittura, e un occhio attento alle sfumature. Per quanto non mi sia mai interessato troppo dipingere di Madonne e Santi. Ho sempre preferito qualcosa di più, come dire, sanguigno.
Ma torniamo a lei, damigella, parlare di me è quanto di più noioso Dio abbia mandato in terra".
Si siede sul baldacchino, mentre il servo si congeda con un inchino e si chiude la porta dietro.
"Ha detto che si diletta in madrigali. Su, me ne faccia ascoltare qualcuno, reciti per me, come dono per una nuova amicizia!".