Ok...per me il flammone può concludersi qua
Ok...per me il flammone può concludersi qua
Ultima modifica di Caesar86; 29-04-09 alle 18:33:20
Nevade c'ha un modo di dire la sua forse troppo irruento, se parlasse in modo più posato la gente invece di incazzarsi si fermerebbe un attimo a pensare quello che ha scritto e non a come l'ha scritto però in questo caso secondo me c'ha ragione
Giudicare un'opera non per quello che è ma per quello che non è, non per quello che ci offre ma per quello che avremmo voluto ci offrisse, non è che è sbagliato, è proprio ingiusto.
Non è questione che o lo osanni o gtfo, è questione che se l'unica critica che uno c'ha da fargli è non mi piace perché il protagonista avrebbe dovuto fare così invece di cosà, la critica è sbagliata, perché cercare di piegare l'opera al proprio gusto è ingiusto, la storia che l'autore ti vuole raccontare è quella, il viaggio che ti vuole far fare è quello, non gli si può chiedere di girare a destra se lui vuole andare dritto, soprattutto in opere autobiografiche come questa.
Tutte le critiche sono accettabili ma devono avere qualche base oggettiva: sta parte qua è raccontata male, st'altra è troppo affrettata, st'altra ancora è troppo lenta, i disegni fanno fatica a seguire la storia, ecc... ecc..., ma una componente così soggettiva come il gusto non è abbastanza per bocciare un'opera. poi so daccordo pur'io che deve scattare una certa empatia per farci apprezzare un lavoro, però se l'unico difetto che si riscontra sta nell'assenza di quest'empatia il "problema" (termine forse improprio, ma non mi viene in mente qualcosa di più adatto) forse non sta nell'opera ma in noi che leggiamo.
Forse sarebbe meglio lasciar scivolare questo topic verso il dimenticatoio. Ma voglio credere nella possibilità di una discussione civile, quindi uppo. Con la speranza che l'innominato non se ne esca con un'altra delle sue.
Nevade c'ha un modo di dire la sua forse troppo irruento
Tanta gente urla la verità, ma senza stile è inutile, non serve [cit. di uno più furbo di me]Va là, l'ho superata da un pezzo la fase delle inqazzature via web. Figurati che in backstage quest'anno per il 25 aprile non c'è stato manco un briciolo così di flammone
la gente invece di incazzarsi
IMHO invece il problema dell'empatia è fondamentale. In un'opera in cui come dici tu giustamente non puoi criticare la trama o l'intreccio, dato che non si tratta di invenzione ma di autobiografia, la capacità dell'autore di coinvolgerti nelle sue vicende diventa fondamentale.Giudicare un'opera non per quello che è ma per quello che non è, non per quello che ci offre ma per quello che avremmo voluto ci offrisse, non è che è sbagliato, è proprio ingiusto.
Non è questione che o lo osanni o gtfo, è questione che se l'unica critica che uno c'ha da fargli è non mi piace perché il protagonista avrebbe dovuto fare così invece di cosà, la critica è sbagliata, perché cercare di piegare l'opera al proprio gusto è ingiusto, la storia che l'autore ti vuole raccontare è quella, il viaggio che ti vuole far fare è quello, non gli si può chiedere di girare a destra se lui vuole andare dritto, soprattutto in opere autobiografiche come questa.
Tutte le critiche sono accettabili ma devono avere qualche base oggettiva: sta parte qua è raccontata male, st'altra è troppo affrettata, st'altra ancora è troppo lenta, i disegni fanno fatica a seguire la storia, ecc... ecc..., ma una componente così soggettiva come il gusto non è abbastanza per bocciare un'opera. poi so daccordo pur'io che deve scattare una certa empatia per farci apprezzare un lavoro, però se l'unico difetto che si riscontra sta nell'assenza di quest'empatia il "problema"
E io non mi sono sentito affatto coinvolto nella storia di questo ragazzo.
IO. Perchè il sottoscritto è convinto che in quelle determinate situazioni/fattispecie avrebbe agito e reagito in maniere totalmente opposte e differenti rispetto alle scelte di Craig. Magari scelte che avrebbero avuto esiti anche peggiori, chi lo sa, ma ciò non di meno non posso non ammettere una mia totale estraneità caratteriale dal protagonista, che finisce per rendermelo a volte noioso, a volte anche irritante.
Si tratta di emozioni, di pulsioni spuntanee che non posso reprimere solo per non far inqazzare qualcuno.
Stesso discorso vale personalmente non solo verso il protagonista, ma anche verso la protagonista, così angelicamente bella e pure. Idem per le famiglie.
E' parimenti sicuro però che ci sarà qualcuno che ai caratteri di Craig e Reina si sentirà un po' più affine, o magari molto più affine, e quindi si sarà sentito immerso, trasportato, ammaliato dalla storia.
E' per questo che parlo di gusti. A me non piace. A voi si. Gusti. Non vedo il motivo di tanto accanimento.
Sinceramente mi pare un ragionamento molto molto pericoloso. Come se si facesse dell'autore un Dio dispensatore di verità, per cui se il lettore non capisce è colpa sua e della sua mancanza di cultura/sensibilità/quellocheè.però se l'unico difetto che si riscontra sta nell'assenza di quest'empatia il "problema" (termine forse improprio, ma non mi viene in mente qualcosa di più adatto) forse non sta nell'opera ma in noi che leggiamo.
Come dire che se leggo il "Mein Kampf" e non mi viene voglia di attaccare la Russia non significa che Hitler è pazzo, sono io che manco di sensibilità per recepire la meravigliosa intuizione dell'autore.
Non voglio neanche dire che il lettore sia sacro e se l'autore non riesce a fargli arrivare il suo messaggio, allora è lui che è un vile imbrattacarte.
Credo in una via di mezzo, per cui scrittore e lettore possono trovarsi come non trovarsi in virtù di una scintilla di indefinibile magia che può scoccare oppure no. E si ritorna alla vecchia storia "questione di gusti"...
un attimo solo che scendo nel bunker...
ok, fatto...via con gli insulti
Ultima modifica di Caesar86; 29-04-09 alle 22:30:43
Non è quello che si fa ogni volta che esce un sequel ?
Si è sempre fatto e si continuerà a fare.....