Su timesonline.co.uk è stata pubblicata ieri un'intervista a Toru Iwatani, il creatore di Pac-Man, l'omino giallo mangiapasticche che ha recentemente compiuto 25 anni.
Lettura curiosa, dalla quale scopriamo che l'ispirazione per il personaggio venne mangiando la pizza, e più precisamente dopo averne tagliato la prima fetta. E ancora, che Iwatani cercava l'idea giusta per un gioco che non fosse la solita pastella di alieni che invadono la terra (Space Invaders, Defender), ma che potesse appassionare anche coloro che fino a quel momento erano rimaste fuori dalle sale giochi: le ragazze.
Un obiettivo che molti ancora oggi inseguono, come sappiamo.
Iwatani sfata poi un diffuso luogo comune, ossia che la fortuna di Pac-Man l'abbia ricoperto di soldi. Falso. Vive ancora in una casa troppo piccola per farci stare il cabinato di Pac-Man: «in Giappone lavori per una società tutta la vita. Non ho ricevuto alcun particolare compenso, solo una promozione».
E infine, una stilettata ai giochi di oggi: «lo sviluppo dell'hardware, la possibilità per un game designer di esprimere tutto quello che gli passa per la testa, ha portato a giochi pieni zeppi di un sacco di tecnicismi. La struttura di gioco dietro a tutto questo è così sfumata che la gente non l'afferra. Dovremmo ritornare ai fondamentali - come Pac-Man - e giocare in modo più facile, più rilassato».