Nella mia infinita ingenuità, non avrei mai pensato che qualcuno potesse arrivare a programmare dei bot per giocare ai MMORPG, snaturando completamente il senso di un gioco e rovinando la vita agli altri. Questi "programmi" prendono il posto del giocatore, se ne vanno in giro per le lande desolate di Lineage II o posti del genere, e riescono in molti casi ad avere la meglio sui giocatori umani, che hanno dei tempi di reazione infinitamente più lunghi. Li picchiano e li derubano; molti dei beni così arraffati vengono poi venduti sui siti di aste.
Il problema è ben noto agli sviluppatori, che sono costretti ad andare di persona (si fa per dire) dai personaggi "sospetti", rivolgergli domande o metterli in situazioni non standard e registrare le loro reazioni. Una sorta di piccolo test di Turing per scoprire se dall'altra parte del monitor si trova un vero essere umano o un bot. Nel secondo caso, scatta immediatamente la sospensione dell'account.
Il problema sta assumendo dimensioni preoccupanti, e lo sarà sempre di più in futuro. Ma si sa come va a finire, quando c'è in ballo il denaro: dal momento che i beni virtuali possono essere venduti, e c'è chi li compra, non stupisce che accanto al mercato "legale" si faccia strada quello "nero".
In Giappone, molti giocatori di Lineage II hanno denunciato furti ai propri alter ego, perpetrati dal bot controllato da uno studente. Denunciato, scovato, arrestato per furto e ricettazione.