IN TRENO
Sul treno che ci sta portando a scuola, Mollo e io ripassiamo matematica. O almeno, Mollo ripassa matematica. Io fisso i caratteri d'inchiostro del manuale di matematica e penso a Margherita. Franz invece pare immerso nella lettura di "Satanik". Sembra una mattina come tante. Il sole arancione appeso fuori dai finestrini. Il controllore che batte il corridoio a caccia di portoghesi. Gli starnazzi misti a coccodè che salgono dai sedili a maggioranza femminile. Nient'altro. Qualcuno ha scritto a pennarello sullo schienale di fronte "SIATE SQUISITI: MANDATELI A CAGARE". Cerco di concentrarmi sui logaritmi. Poi però alzo di nuovo gli occhi dal libro e vedo che Franz ha alzato i suoi occhi da "Satanik" e sta guardando un tizio grande e grosso con la tuta azzurra dell'ISEF abbracciato ad una tizia alquanto wiga con la tuta azzurra dell'ISEF. I due tizi, seduti nei posti di fianco ai nostri al di là del corridoio, viaggiano con tanto di borsoni azzurri marchiati ISEF. Saranno tizi dell'ISEF, concludo. Ma perchè Franz non stacca lo sguardo dal tizio grande e grosso con la tuta azzurra dell'ISEF? Boh, mi dico. Sarà che gli piacciono le tute azzurre dell'ISEF e adesso gli viene il trip di iscriversi all'ISEF. Torno al manuale. Ma l'unica cosa a cui riesco a pensare è che se non riuscirò a conoscere Margherita entro quest'anno scolastico, lei a partire dal prossimo studierà all'università, a Torino. E solo se in futuro deciderà di fare la dentista come suo padre avrò la possibilità di incontrarla di nuovo, sdraiato sulla poltrona del suo studio. Tipo che lei allora afferrerà il trapano e mi dirà "Apra la bocca per cortesia" e quando vedrà tutto il mio tartaro e tutte le mie carie esclamera "Ooohhh" e
<<E ALLORA?>> urla Franz al tizio grande e grosso con la tuta azzurra dell'ISEF. <<Che QAZZO hai da guardare?>>
Il tizio grande e grosso con la tuta azzurra dell'ISEF fa per aprire bocca, ma Franz non gli dà il tempo di ribattere.
<<Che QAZZO hai da guardare, FACCIADIMMER*A?>> gli fa, sempre urlando. <<A me non si permette di guardarmi NESSUNO! Hai capito, ATLETA DEI MIEI COGLI0NI?>>
<<Veramente eri tu che mi stavi guardando>>, gli dice calmo il tizio grande e grosso con la tuta azzurra dell'ISEF.
<<E non provarci a RISPONDERMI MALE, con quella tutina da ******!>> sbraita Zazzi. Si leva epico il chiodo e la maglietta con su scritto a biro VINCERE O MORIRE, gli equivalenti del bronzeo elmo e della corazza che doveva indossare il fiero Ettore, e gli si GETTA letteralmente addosso.
Succede tutto così rapidamente che lì per lì nessuno riesce a intervenire. Franz, a torso nudo, mena le mani, digrigna i denti e insieme sghignazza con uno sguardo folle da omicida. E' nel suo elemento. Il tizio grande e grosso con la tuta azzurra dell'ISEF non dice una parola ma pesta duro mirando al naso e sotto la cintura. Al secondo o terzo tentativo uno dei suoi colpi al volto va a segno. Zazzi attacca a sanguinare. Un paio di ragazze gridano isteriche di smetterla. Ma alla vista del sangue Franz raddoppia l'epica furia.
<<STRNZO! Mi hai fatto SANGUINARE! Adesso TI AMMAZZO! HUA!>> gridda, mentre l'altro lo massacra di botte.
<<Controllore! Controllore! Qualcuno chiami il controllore>> strilla la tizia alquanto wiga con la tuta azzurra dell'ISEF.
<<QAZZO urli, tu, DEFICIENTE!>> trova il tempo di gridare Zazzi mentre incassa un altro diretto all'arcata sopraccigliare e allo stesso tempo trascina l'avversario sul pavimento della carrozza.
Franz ha la faccia e il petto coperti di sangue. Questa volta il suo Achille pugno veloce l'ha trovato sul serio. Lascio perdere i logaritmi e provo a separare i due contendenti.
<<LASCIAMI!>> mi fa Zazzi <<Che questo ME LO SBRANO!>>
Il tizio grande e grosso con la tuta azzurra dell'ISEF gli sferra una botta proprio sulla bocca. A Franz gli si spacca pure un labbro.
<<AH AH AH>>, ghigna. <<Non scendi vivo da 'sto QAZZO di treno!>>, bofonchia, con il sangue che gli schizza sui jeans fulminati. Si aggrappa ai capelli dell'altro e tira a tutta forza.
Per fortuna a quel punto arriviamo alla nostra stazione.
<<Franz! Dobbiamo andare!>> gli dico.
In quel momento compare il controllore. I due lottatori si staccano. Zazzi è una maschera di sangue.
<<Questo consideralo un anticipo, FIGLIO DI PU77ANA!>> recuperando chiodo, borsa, maglietta e la copia di "Satanik". <<Se domani ti becco ti gonfio peggio di oggi, che la tua amichetta MANCO TI RICONOSCE!>>
Il tizio grande e grosso con la tuta azzurra dell'ISEF non gli risponde.
Scendiamo. Franz sembra un reduce dalle guerre galliche. A torso nudo malgrado la temperatura e con il sangue che gli cola dalle labbra e dal naso prende a pugni il finestrino dietro a cui viaggiano i due studenti dell'ISEF.
<<Ti è andata di LUSSo che dovevo scendere>>, urla, <<altrimenti ti facevo un QULO così, PEZZODIMMER*A!>>
Poi per fortuna il treno riparte, e isolati dal resto degli studenti ci incamminiamo verso la scuola.
<<Ma chi era quello?>> gli fa Mollo.
<<E che ne so?>> risponde Franz. Si rimette maglietta e giubbotto, tergendosi il sangue dalla faccia con un fazzoletto sporco.
<<Ti guardava male?>> gli chiedo io.
<<Ma va'>>
<<E come mai gli sei saltato addosso a quel modo?>>
<<Boh>>, si stringe nelle spalle lui.
Borse in spalla, attraversiamo i binari. Do un'occhiata in entrambe le direzioni, davanti e dietro a noi. Non si vede niente.
<<E' che a pigliare 'sto treno tutte le mattine MI SPALLO>>, fa Zazzi, accendendosi una sigaretta. Omerico.