Caro Diario
Località: Yantar
Data: 07-08-2011
20h45
Sto girando in mezzo agli edifici di una zona abbandonata, non so neanche come ci siamo arrivati... ma adesso sono solo, mi nascondo dagli zombi.... maledizione, devo trovare un modo per uscire di qui!!! Il cancello è lontano, ho poche munizioni e sta scendendo la notte. Ieri siamo stati chiamati dal Cordon per aiutare altri stalker negli edifici del (ex) centro di ricerca Agroprom... “Veniamo attaccati continuamente dai cani” dicevano, “dovete assolutamente trovare la loro tana!”.
Così ci siamo incamminati sulle colline, alla ricerca delle tane. Abbiamo incontrato quanche gruppo di cani, eliminati senza troppi problemi. Poi ci siamo messi alla ricerca della tana, dove avremmo eliminato femmine ed eventuali cuccioli.....ma nulla... non abbiamo trovato nulla. E alla fine ci siamo allontanati molto dalla base.... e la vegetazione ha iniziato a cambiare, quella verde e lussureggiante e radioattiva della Agroprom si sostituì lentamente con alberi spogli, e cespugli secchi, ancora più radiattivi. Alcuni di noi hanno detto che forse era meglio non addentrarsi troppo in esplorazione, perchè non eravamo equipaggiati per quello, ma Alexandrej, il nostro comandante, voleva continuare. Eravamo arrivati in una zona pianeggiante e completamente spoglia di vegetazione, e davanti a noi si stagliò un complesso di edifici industriali abbandonati. Non stavamo per niente bene, era strano, ma quel posto non ci ispirava che pericolo e paura. Ivan continuò ad insistere per cercare di dissuadere Alexandrej, ma lui sembrava stregato da quel posto, guardava come se avesse già visto da qualche parte quel luogo, poi il suo viso si fece pieno di trepidazione e felicità, e disse: “Ora so dove siamo! Questa è Yantar!”, vedendo i nostri sguardi non molto convinti continuò: “Di sicuro è piena di gingilli lasciati lì sin dall'86. Se riusciamo a entrare e prenderceli siamo ricchi”. Con quella parola sembrò rassicurare molti stalkers, quel posto per loro divenne confortevole come il loro cesso, *****, tutti uguali, dove c'è possibilità di guadagnare, anche frugando tra i cadaveri, stai sicuro che prima o poi ci troverai uno Stalker. Io invece non ero convinto, ci sarà un motivo se quelle cose sono lì dall'86, no? Ma ero l'ultimo arrivato, e anche se avessi aperto bocca non mi avrebbe ascoltato nessuno. Così, mentre ci avvicinavamo all'edificio, pensavo a controllare il mio equipaggiamento, che mi accorsi essere estremamente esiguo:
Il mio AK/74-U, tre caricatori, qualche fasciatura, un kit di pronto soccorso e due scatolette di carne, in pratica questo era quello che mi era rimasto dopo il viaggio tra il Cordon e la Agroprom.
Intanto tutti avevamo iniziato a sentirci strani, ci era venuto un leggero cerchio alla testa, che mentre camminavano aumentava, anche se a volte spariva all'improvviso.
“Ehi, Tristan!” dissi
“Che vuoi?” rispose lui
“Questo mal di testa mi inizia a infastidire”
“Di sicuro ci siamo mangiati una scatoletta andata a male senza accorgercene, quando torneremo alla base staremo almeno un'ora in bagno....ognuno”
Ridevamo entrambi.
Avevamo trovato un punto in cui il muro era crollato in parte, lasciandone sono metà in altezza, senza il filo spinato in cima. Quel posto mi convinceva sempre meno.
Dopo mezz'ora là dentro, inizavamo a sentirci seriamente male, e non avevamo trovato un gran che.
“Porca ******* Alex, andiamocene! Non c'è nulla qua dentro, e poi non stiamo per niente bene” disse Ivan
“Io sto benissimo”
“Vaffanculo!”
“Controlliamo quell'edificio e poi andiamo via” ordinò infine Alexandrej.
Poi abbiamo iniziato a sentire un rumore, come un lamento umano, lento e costante, come una cantilena.
“Che ***** è?”
Veniva dal piano superiore.
“Diamo un'occhiata, forse qualcuno in difficoltà”
“Ok, sono un fottuto taccagno, ma non lascio morire altri stalker.”
Salite le scale uno dietro l'altro, ci trovammo di fronte uno stalker a terra, ora il lamento era più forte. Alex si avvicinò a quello, abbassò il fucile, e si abbassò a dirgli qualcosa. A quel punto il lamento cessò, ma venne sostituito da qualcosa di più inquetante che pietoso. Si senti un ruggito e lo stalker a terra prese la testa di Alex e si avventò sul suo collo; poi altri tre uscirono da una stanza e si lanciarono contro Alex. Ciò che stavamo vedendo ci lasciò talmente terrorizzati che non riuscimmo nemmeno a premere i grilletti. Stavamo lì, impalati con i fucili puntati a quel gruppo di “cose”, che, senza un filo di umanità o pietà, avevo stappato letteralmente la testa dal corpo di Alex, mentre iniziavano a infierire sul resto del corpo che grondava sangue a fiotti. Noi iniziammo, senza neanche pensarlo, a indietreggiare verso le scale, naturalmente non pensavamo ad Alex, era spacciato, e uno Stalker sa che quando uno è morto.... bisogna pensare alla propria di pellaccia. Quando iniziammo a muoverci, come per incantesimo, si accorsero di noi, e iniziarono ad avvicinarsi. Ivan fu il primo a perdere il terrore per l'istinto di sopravvivenza, sparò, e riempì uno di quei cosi di piombo, che cadde a terra come preso da strane convulsioni. Gli altri a questo punto accellerarono, e tutti iniziammo a sparare senza pensare, presi dalla paura. Riuscimmo a ucciderli tutti. Il silenzio che seguì fu rotto solo dal respiro affannoso per la paura e il rinculo delle armi. Uscimmo tutti fuori, nel cortile che ci divideva dall'edificio che avremmo dovuto vedere dopo; e le cose iniziarono a degenerare rapidamente. Molti uscirono dagli edifici e ci attaccarono; e non tutti avevano abbastanza proiettili. Nel giro di 6 minuti di sparatoria gli zombi che ci avevano attaccato erano tutti morti, ma Tristan e Sergeij erano mutilati e i loro pezzi sparsi qua e là. Avevo colpito uno zombi mentre addentava la gamba strappata di Sergeij. L'odore di carne era nauseante, e stavo davvero male da prima, ma Ivan, l'unico sopravvissuto oltre a me stava molto peggio, si era seduto, e ora si era accasciato a terra. Io mi avvicinai e gli chiesi se riusciva ad alzarsi per andare via da quell'incubo, ma non mi rispose, iniziò invece a muoversi per terra convulsamente proprio come aveva fatto quello zombi colpito.
“Ivan, *****, dimmi che stai bene!” Ero nel panico , non sapevo che fare.
“*****!!! *****!!!” Ivan aveva iniziato a sbavare bianco e i tendini del collo erano tesi fino all'inverosimile. Stava diventando uno di loro, o stava solo morendo?
Le convulsioni cessarono, e rimase fermo per terra. Lo fissai analizzando ogni suo eventuale movimento, mentre mi avvicinavo. Notai che stava ancora respirando molto lentamente, allora indietreggiai subito e lui si alzò di scatto per saltarmi addosso, per mordermi alla gola e lacerarmi il viso, ma no, io non avrei aspettato. Sparai un colpo, ero abbastanza vicino per piantarli un 39mm proprio al centro del viso. La faccia si spacco, e sembrò quasi di sentire le ossa del naso e poi quello occipitale frantumarsi mentre il cervello veniva schizzato interamente fuori per la pressione.
Per la seconda, volta dal mio arrivo nella Zona, mi ritrovai con un cadavere di 70 Kg addosso, e un buco nella fronte. Ma questa volta non era un chinghiale, era un essere umano, il primo essere umano a cui avevo sparato, e non per volontà mia, ma per colpa di questa dannata Zona.
E ora? Come farò a uscire di qui. La testa mi fa male e un terrore strisciante si impadronisce di me. Diventare come loro, non morire, ma peggio, rimanere nel limbo.
Questa è la Zona.