Sotto una neve romantica, un ragazzo si reca nel luogo dell’appuntamento scritto in una lettera che ha ricevuto. Qui trova la mittente, una sua compagna di classe, che si appresta a chiedergli di uscire insieme. Sentendo il cuore che batte forte, lui… Si accascia a terra colpito da un attacco cardiaco. E da lì, ci si rende conto che sarà una storia un po’ diversa dal solito.
La genesi di Katawa Shoujo è fra le più curiose. L’idea nasce da una singola pagina extra alla fine di una douijinshi (fanzine) pubblicata in Giappone nel tardo 2000. Sei anni dopo qualcuno la scansiona e traduce, colorando anche quella pagina che aveva attirato la sua attenzione; tale pagina viene postata poi, di tutti i posti, su 4chan, generando in alcuni utenti un interesse tale da imbarcarsi nel progetto di trasformare questo concept in realtà. Nonostante diverse difficoltà, perdite di interesse e momenti morti, il “team” non si arrende (il blog di sviluppo mostra bene la passione infusa) e KS prende forma, fino alla pubblicazione di questo primo capitolo – troppo esteso per definirlo un semplice demo – qualche mese fa.
In seguito all’attacco cardiaco iniziale il protagonista, Hisao, scopre di soffrire di aritmia cardiaca. Dopo alcuni mesi passati in ospedale, il medico e i genitori gli spiegano che potrà riprendere a studiare, ma in un apposito istituto per studenti disabili, creato allo scopo di formarli perché possano vivere una vita il più possibile normale. E così si ritrova ad avere a che fare, secondo i canoni di tante Visual Novels, con un nutrito cast femminile - ma come lui affetto da varie disabilità. Un’idea del genere è a rischio di eccessivo melodramma o, al contrario, di superficialità e ridicolo. E qui risiede l’aspetto più sorprendente: il tema è trattato con gusto e tatto, senza rinunciare ad un’atmosfera fondamentalmente leggera. I personaggi vivono le loro limitazioni con la massima normalità (la mancanza delle braccia è forse l’aspetto meno bizzarro di Rin!), diversamente dal protagonista, il più normale esteriormente, ma che si trova ad affrontare la novità della sua situazione. A livello di scrittura il lavoro svolto è molto buono, e raggiunge il massimo con Shizune: essendo sordomuta, parla tramite l’inseparabile Misha, che le fa da interprete con il linguaggio dei segni, creando molte situazioni divertenti. La sua introduzione è quasi commovente – prima di rendersi conto come è fatta davvero!
Poi c’è una realizzazione tecnica abbastanza professionale. Il gioco è stato creato con il RenPy, un tool concepito per la programmazione di Visual Novels, ma la loro qualità è molto altalenante, soprattutto in campo grafico dove nel più dei casi si cerca malamente di imitare lo stile anime (trovate diversi esempi su http://www.renai.us). KS invece presenta dei personaggi disegnati ottimamente, la qualità è altalenante ma alcuni sembrano usciti da una Visual Novel professionale prodotta in Giappone. I fondali sono perlopiù digitalizzati e ritoccati ma svolgono perfettamente il loro dovere. Buona la scelta delle musiche.
Il gameplay è quel che è: si tratta di cliccare attraverso lunghe sequenze di testi e immagini, con delle scelte da fare ogni tanto – consiglio di salvare ad ognuna di esse, per poterle poi percorrere a ritroso. Come dice lo stesso nome del genere, si tratta più di storie interattive che di veri giochi, con un gradimento fortemente variabile da utente a utente. In questo caso, tuttavia, la storia da seguire è una variante originale e ben realizzata sul genere, poggiata su un tema delicato e trattato raramente con un minimo di serietà. Dopo aver raggiunto il finale negativo (e quanto negativo, ‘tacci loro) al primo giro, ho potuto verificare che avevo visto solo il 50% o poco più di tutti i dialoghi, buona spinta per tentare altri bivi. Per quel che mi riguarda, al contrario di altri, odio il vicino di stanza pazzoide di Hisao, mentre mi dispiace per Misha: ha tantissimo spazio ma, essendo la “spalla” di Shizune, non è neppure inclusa nella rosa delle ragazze conquistabili, al punto che non si sa neppure di quale disabilità soffra [alcuni elementi fanno pensare che sia sorda, anche se non totalmente]; se poi Hisao imparerà il linguaggio dei segni iniziando una comunicazione diretta con Shizune, potrebbe essere messa ingiustamente da parte. Visto che per la versione completa sono previste scene Hentai, si spera che non risultino appiccicate o rovinino quanto di buono costruito in precedenza (che si parli già di una opzione per non averle affatto, comunque, è positivo). Ed è stato tradotto in italiano, quindi non avete scuse per non concedere almeno una prova ad un prodotto che nella forma attuale non solo sembra aver centrato l’obiettivo dei suoi autori, ma non ha nulla da invidiare alla maggior parte delle VN commerciali nipponiche (tanto che pare avere suscitato abbastanza interesse da far progettare anche una futura traduzione in giapponese). E scusate se è poco!
http://www.katawa-shoujo.com/