A saperlo seguire, Ghezzi dice cose importanti e quasi fondamentali. E' con ogni probabilità il più colto e propositivo critico italiano, l'unico che dagli anni ottanta e prima di Bertarelli ha fatto stroncature eccellenti, mettendosi in gioco come voce solista. Centra sempre il bersaglio dell'argomento ma raramente il giudizio, come se nel giungere alla formulazione di un cuoricino (duellanti docet) si fa prendere dal pre-adolescente ormonale che è in lui e sbocca nell'idiosincrasia verso il voto numerico o la definizione di gradimento. Però è sempre un bel sentire che arricchisce. Bibliografia essenziale: paura e desiderio (cose mai viste) 1974-2001, stanley kubrick, stati di cinema: festival ossessione. Imprescindibili.