Ieri, tra l'incredulo e l'amareggiato, ho ricevuto un comunicato stampa (immagine jpg) da Micro Application, il publisher francese che distribuirà Lost Paradise, la nuova avventura grafica di Benoit Sokal di cui ci siamo occupati anche in una preview di qualche mesetto fa. Nella press release veniva riportato il messaggio dell'ambasciatore francese della Maurania, il piccolo staterello africano in cui è ambientato il gioco, dove si esprime «preoccupazione» per come potrebbe essere ritratta la nazione e la sua politica, e dove si legge che Sokal non ha mai avuto l'autorizzazione da parte del governo a trattare le delicate tematiche che la riguardano.
MicroApp, dal canto suo, ribadiva l'intenzione di non cedere alle pressioni (o peggio, alla censura) del re mauriano, e di avere intenzione di pubblicare il gioco come previsto il prossimo febbraio.
Io mi ero già preparato l'editoriale di oggi, colapasta calato sul cranio e spada sguainata, pronto a difendere la libertà creativa del videogioco, e a scagliarmi contro il fatto che uno stato sull'orlo della guerra civile debba preoccuparsi di simili menate ecc. ecc.
Senonchè, ho cominciato ad avere qualche leggerissimo dubbio quando con Google cercavo la traduzione italiana di Mauranie, il nome francese dello stato, per parlarne in questo spazio. Pochissime risposte, e nessuna informazione utile. Ricerche sulla bandiera, sulla ubicazione geografica della nazione non portavano ad alcun risultato. Poi l'illuminazione: l'icona del sito ufficiale dello stato africano è - guarda caso - "molto simile" a quella del publisher francese... La puzza di bruciato comincia a farsi sentire... Un rapido giro su Whois svela finalmente l'arcano, facendomi tra l'altro sentire molto stupido: il sito della Maurania è stato registrato dalla stessa MicroApp.
Lo stato è inventato, non esiste, l'intera faccenda è tutta una intricata operazione di pubbliche relazioni.
Che dire? Questi PR ne sanno una più del diavolo. Oggi del loro gioco abbiamo parlato, missione compiuta.