Zorro Kamikaze ha scritto sab, 28 gennaio 2006 alle 12:16
<<Parlami ancora del cielo, Sensei.>> disse l'allievo.
Il maestro, già dapprima incantato e affascinato dal roteare ed espandersi delle nuvole, così candide e indifferenti, cominciò la Lezione.
<<Ciò che noi chiamiamo cielo, mio caro Senpai, non è altro che un'illusione ben fatta creata da Kami, la divinità. E' un Velo Supremo, che ci protegge dalla verità, la quale comunque ci viene rivelata ad ogni tramonto.>>
<<Cioè?>> l'allievo non capiva.
<<La notte.>> si limitò a dire Sensei. L'allievo aveva ancora lo sguardo interrogativo, curioso, avido di risposte più complete.
<<Pensaci bene. I progressi nel mondo della scienza in questi ultimi secoli non ti dicono niente?>>
Senpai fece per dire qualcosa.
<<Il Giorno e la Notte>>lo abortì il maestro <<Non sono altro che invenzioni umane per far credere che esista dell'armonia nel cosmo. In realtà non c'è niente di più sbagliato in questo.
<<Per creare questa illusione, la Terra deve girare su se' stessa. Vedi, il nostro pianetino si trova in un complesso di suoi simili che ruotano tutti assieme attorno ad un punto apparentemente fermo.>>
<<Il sole?>> azzardò Senpai. Il maestro non rispose, ma fece intuire una risposta positiva.
<<Anche il sole si muove attorno ad un binario invisibile, che lo lega a un corpo celeste ancora più grosso. E' la legge dell'universo. Il più piccolo segue il più forte. Ecco perché i grandi condottieri avevano appresso tutta quella gente.>>
<<E a sua volta, il corpo celeste più grosso dovrà seguire l'orbita di un altro gigante, e così via, fino a che galassie intere non divengono schiave delle orbite di altre, un po come i paesi più deboli vengono conquistati dagli imperi più potenti. Pensa all'Impero Romano, quanti domini possedeva. Pensa all'Impero Mongolo sotto Gengis Khan, quale magnificenza portò, unificando l'Asia. E pensa ai giorni nostri, all'Impero Americano, e al nostro.>>
Senpai non parlava, era come ipnotizzato dal muoversi stupendo di quelle labbra e di quegli occhi così espressivi e carismatici.
<<Ma, per quanto si possa essere grandi, così nel mondo che nell'universo, ci sarà sempre qualcuno, nascosto magari dietro il Cielo, che ci osserva e ci deride dall'alto della sua immensità sterminata.>>
<<Come ti ho detto, galassie intere sottostanno ad altre, e così via, fino a risalire a chissà quale incredibile agglomerato, che le comanda tutte. Tuttavia anche questo ammasso è ben poca cosa, rispetto alla Materia Oscura.>> il Sensei si accovacciò a terra, col capo sempre rivolto verso l'alto.
<<Materia Oscura...>>il tono di Senpai era divenuto greve e malinconico.
<<Gli scienziati sostengono che ciò che osserviamo e ciò che loro tentano di studiare, non è che una percentuale ridottissima dell'effettiva materia che esiste nell'universo. Stelle, galassie, pianeti, comete, asteroidi, sono solo uno stentato 1% che compone il cosmo. Il resto è materia oscura. La stessa che noi chiamiamo Notte, o Firmamento.>>
Senpai deglutì lentamente.
<<E' la Notte la verità Suprema, celata dalla luce del Giorno. Il Giorno è destinato a non durare, e così il nostro sole, gli astri, e le galassie. Non prevarrà mai sulla Notte, perché la Notte è la verità eterna, il Giorno è l'illusione.>>
I due rimasero in silenzio per diversi minuti, a osservare il cielo.
<<Così come il Giorno è un'illusione, così è anche il potere, la pace, la vita. Sono tutti effimeri ideali, costrutti essenziali partoriti dalla malata mente umana. C'è una sola cosa che è possibile fare per rendere gradevole questa sosta forzata nel mondo, prima che giunga la Notte.>>
<<Ovvero?>> chiese il Senpai, volgendo il capo e lo sguardo d'ammirazione verso il suo mentore.
<<L'amore. L'illusione Suprema.>> quella parola, così flautata nelle sue labbra, assunse un ruolo sonoro privilegiato e dolce. Amore.
Il Senpai non chiese altro. Non gli importava sapere cosa ci fosse stato prima dell'universo, cosa ci sarà dopo la morte del cosmo. Stava lì, a terra col suo Sensei, a parlare di filosofia e di astronomia, e non chiedeva altro.
Senpai e Sensei osservarono il cielo assumere forme inusuali, le nuvole, da fioriti campi pareano essersi tramutate in fiere urlanti. E impazziva anche il cuore del Senpai, a guardare il giovane maestro e il cielo, azzurro e luminoso, sempre più luminoso. Da lontano gli parve di vedere un'ombra solcare come una canoa la volta celeste. Faceva un rumore strano, e ad un tratto perse qualcosa, qualcosa le cadde improvvisamente, distrattamente. Forse aveva perso un remo, pensò il discepolo, divertito dalla propria curiosa immaginazione, mentre il cielo cominciava ad urlare bagliori innaturali. C'era in gioco qualcosa di importante, lì nei reami celesti.
Senpai iniziò a preoccuparsi e guardò il suo maestro, in cerca di una spiegazione. Il maestro sonnecchiava, all'ombra del tetto del dojo, senza apparentemente preoccuparsi di ciò che accadeva dietro le sue palpebre. Com'era bello mentre dormiva! Sembrava avvolto in un incanto eterno.
Senpai si accorse improvvisamente che un enorme cupola di luce si stava avvicinando a loro.
Invece di spaventarsi, si stese accanto al suo maestro, poggiandogli un braccio attorno alla cintola. Forse il Giorno era in rivolta, e con quell' impeto fulgoreo aveva deciso di ribellarsi alla tirannide della Notte, per Senpai aveva poca importanza. Si avvicinò al volto del maestro, sapendo bene che c'era poco tempo.
<<Ti amo, Sensei.>> gli sussurrò, e così dicendo lo baciò all'angolo della bocca chiudendo anche lui gli occhi, rasserenato, mentre il Giorno li investiva.