In realtà non usa la coppola, dici?![]()
In realtà non usa la coppola, dici?![]()
A costo di ripetere per la sberlengomilesima volta, Bronson, qui nessuno (credo) ha interesse a dipingere il berlusca come una macchietta.
E a costo di ripetere per la sberlengomilesima volta, Bronson, veramente vi azzardate a negare che papisilvio abbia effettivamente avuto rapporti con gli amici di Sicilia?
E' un film che mi sono fatto solo oppure è vero che i rettori de La Sapienza e della Federico II, dopo aver tuonato lo scorso autunno contro la riforma Gelmini, dopo essersi visti i fondi tagliati quest'estate, nelle loro ultime uscite televisive hanno parlato un gran bene della Ministra?
Cesaro è frutto della mia immaginazione?
Ci porta pure il Milan in trasferta.
Per non parlare di Dell'Utri.
In realtà all'elettore di cdx conviene far finta di niente.
Ultima modifica di Emack; 11-09-09 alle 23:10:01
la mafia non ha bisgno di fare complotti per prendere il potere... il potere lo ha già, e non da quando c'è Berlusconi
che senso avrebbe un attacco diffamatorio della mafia ai danni di berlusconi? che vorrebbero ottenere? avrebbe più senso ricattarlo...
già, siccome i siciliani sono tutti mafiosi, chi vince lì è mafioso
chissà se l'avesse detto Borghezio![]()
Fini prenderebbe quanto Di Pietro alle elezioni.Continua così Gianfri!
Comunque a mio giudizio Bossi quando dice che la mafia potrebbe avere un ruolo nel casino pornografico di Silvio non va troppo lontano dalla verità. Guardare anche la fioritura di pentiti scomodi a Palermo.
talmente scomodi che oggi Massimo Ciancimino, in un'intervista al Giornale, ha detto che Silvio non c'entra gnente e che è una vittima della mafia?
Qualunquismo insensato portami via.
Non so, lo stesso senso che ha avuto un attacco a base di pentiti a corrente alternata nei confronti di quel politico che li ha messi di fronte al carcere duro?
E poi i razzisti sono i leghisti vero? Quando vinceva Orlando e la sicilia votava a sinistra all'improvviso i mafiosi non c'erano più? Mi fate scompisciare.
Sarebbe come se per l'anniversario dell'assassinio di matteotti mandassero in onda una miniserie con matteotti che viene assassinato da Nenni e dai suoi compagni di partito, o come se per commemorare le fosse di Katyn mandassero un film con la versione sovietica dell'accaduto ("sono stati i nazisti").
Il fatto che la mafia stia con berlusconi, qualora dimostrato, comunque non iplica necessariamente che berlusconi stia con la mafia eh...
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Certo.
Così come anche il fatto che B. abbia pagato Mills e che questi abbia fatto falsa testimonianza e lo abbia favorito, non implica che lo abbia corrotto.
Così come il fatto che Feltri sia stato assunto al Giornale direttamente da Silvio (e non dal fratello, lo ha ammesso lo stesso Feltri) e che questo, una volta in carica, abbia iniziato ad attaccare chi dava fastidio a Silvio, non implica che B. sia coinvolto.
Nulla implica mai nulla
Ti dico la verità, anche secondo me è una sparata senza fondamento.
Però si pensava la stessa cosa quando Bossi parlava di globalizzazione quando Casarini ancora giocava con le biglie, quindi qualche domanda me la pongo.
ho appena visto il video delle "dichiarazioni di B. sulle donne" durante l'incontro con Zapatero alla Maddalena.
Stamattina, per radio, avevo sentito di "imbarazzo istituzionale", ma quasi a livello di incidente diplomatico.
Non ci ho trovato nulla di pesantemente sessista (ho sentito di peggio in passato dallo stesso soggetto).
Berlusconi non è sicuramente il miglior presidente del consiglio della storia d'Italia, e ammetto che avrei serissime difficoltà a trovare il migliore.
Da che ricordo, direi D'Alema, ma fondamentalmente perché quando governava lui vivevo all'estero e non seguivo le vicende italiane, e perché sua moglie quando poi ho lavorato per loro mi dava una bella mancia. Avrei un paio di aneddoti divertenti da raccontare
Di sicuro mr B è il miglior affabulatore, e l'essere un ottimo affabulatore è una importante dote per un politico.
Credo sia l'unica cosa positiva che ho da dire su di lui però.
Ultima modifica di pixxo; 12-09-09 alle 13:53:31
Ovvio.ho appena visto il video delle "dichiarazioni di B. sulle donne" durante l'incontro con Zapatero alla Maddalena.
Stamattina, per radio, avevo sentito di "imbarazzo istituzionale", ma quasi a livello di incidente diplomatico.
Non ci ho trovato nulla di pesantemente sessista (ho sentito di peggio in passato dallo stesso soggetto).
Figurati se le cose vengono riportate come stanno.
non mi pare che i due film siano così complottisti...Sarebbe come se per l'anniversario dell'assassinio di matteotti mandassero in onda una miniserie con matteotti che viene assassinato da Nenni e dai suoi compagni di partito, o come se per commemorare le fosse di Katyn mandassero un film con la versione sovietica dell'accaduto ("sono stati i nazisti").
di sicuro danno la "colpa" degli attentati alla condotta americana in politica estera (volendo semplificare al massimo il messaggio dei due film), però è ben diverso dal dire che siano stati gli stessi americani ad uccidere 3000 compatrioti...
che ne dite di questa Fenomenologia di Mike Bongiorno scritta da Umberto Eco e datata 1961?
Spoiler:L'uomo circuito dai mass media è in fondo, fra tutti i suoi simili, il più rispettato: non gli si chiede mai di diventare che ciò che egli è già. In altre parole gli vengono provocati desideri studiati sulla falsariga delle sue tendenze. Tuttavia, poiché uno dei compensi narcotici a cui ha diritto è l'evasione nel sogno, gli vengono presentati di solito degli ideali tra lui e i quali si possa stabilire una tensione. Per togliergli ogni responsabilità si provvede però a far sì che questi ideali siano di fatto irraggiungibili, in modo che la tensione si risolva in una proiezione e non in una serie di operazioni effettive volte a modificare lo stato delle cose. Insomma, gli si chiede di diventare un uomo con il frigo*rifero e un televisore da 21 pollici, e cioè gli si chiede di rimanere com'è aggiungendo agli oggetti che possiede un frigorifero e un televisore; in compenso gli si propone come ideale Kirk Douglas o Superman. L'ideale del consumatore di mass media è un superuomo che egli non pretenderà mai di diventare, ma che si diletta a impersonare fantasti*camente, come si indossa per alcuni minuti davanti a uno specchio un abito altrui, senza neppur pensare di posseder-lo un giorno.La situazione nuova in cui si pone al riguardo la TV è questa: la TV non offre, come ideale in cui immedesimarsi, il superman ma l'everyman. La TV presenta come ideale l'uomo assolutamente medio. A teatro Juliette Greco appare sul palcoscenico e subito crea un mito e fonda unculto; Josephine Baker scatena rituali idolatrici e dà il nome a un'epoca. In TV appare a più riprese il volto magico di Juliette Greco, ma il mito non nasce neppure; l'idolo non è costei, ma l'annunciatrice, e tra le annunciatrici la più amata e famosa sarà proprio quella che rappresenta meglio i caratteri medi: bellezza modesta, sex-appeal limi*tato, gusto discutibile, una certa casalinga inespressività.Ora, nel campo dei fenomeni quantitativi, la media rap*presenta appunto un termine di mezzo, e per chi non vi si è ancora uniformato, essa rappresenta un traguardo. Se, secondo la nota boutade, la statistica è quella scienza per cui se giornalmente un uomo mangia due polli e un altro nessuno, quei due uomini hanno mangiato un pollo ciascu*no — per l'uomo che non ha mangiato, la meta di un pollo al giorno è qualcosa di positivo cui aspirare. Invece, nel campo dei fenomeni qualitativi, il livellamento alla media corrisponde al livellamento a zero. Un uomo che possieda tutte le virtù morali e intellettuali in grado medio, si tro*va immediatamente a un livello minimale di evoluzione. La "medietà" aristotelica è equilibrio nell'esercizio delle pro*prie passioni, retto dalla virtù discernitrice della "pruden*za". Mentre nutrire passioni in grado medio e aver una media prudenza significa essere un povero campione di umanità.Il caso più vistoso di riduzione del superman all'every*man lo abbiamo in Italia nella figura di Mike Bongiorno e nella storia della sua fortuna. Idolatrato da milioni di persone, quest'uomo deve il suo successo al fatto che in ogni atto e in ogni parola del personaggio cui dà vita davanti alle telecamere traspare una mediocrità assoluta uni*ta (questa è l'unica virtù che egli possiede in grado eccedente) ad un fascino immediato e spontaneo spiegabile col fatto che in lui non si avverte nessuna costruzione o fin*zione scenica: sembra quasi che egli si venda per quello che è e che quello che è sia tale da non porre in stato di inferiorità nessuno spettatore, neppure il più sprovveduto. Lo spettatore vede glorificato e insignito ufficialmente di autorità nazionale il ritratto dei propri limiti.Per capire questo straordinario potere di Mike Bongior*no occorrerà procedere a una analisi dei suoi comporta-menti, ad una vera e propria "Fenomenologia di Mike Bongiorno", dove, si intende, con questo nome è indicato non l'uomo, ma il personaggio.Mike Bongiorno non è particolarmente bello, atletico, coraggioso, intelligente. Rappresenta, biologicamente parlan*do, un grado modesto di adattamento all'ambiente. L'amore isterico tributatogli dalle teen-agers va attribuito in parte al complesso materno che egli è capace di risvegliare in una giovinetta, in parte alla prospettiva che egli lascia intrav*vedere di un amante ideale, sottomesso e fragile, dolce e cortese.Mike Bongiorno non si vergogna di essere ignorante e non prova il bisogno di istruirsi. Entra a contatto con le più vertiginose zone dello scibile e ne esce vergine e intatto, confortando le altrui naturali tendenze all'apatia e alla pigrizia mentale. Pone gran cura nel non impressio*nare lo spettatore, non solo mostrandosi all'oscuro dei fat*ti, ma altresì decisamente intenzionato a non apprendere nulla.In compenso Mike Bongiorno dimostra sincera e primiti*va ammirazione per colui che sa. Di costui pone tuttavia in luce le qualità di applicazione manuale, la memoria, la me*todologia ovvia ed elementare: si diventa colti leggendo molti libri e ritenendo quello che dicono. Non lo sfiora minimamente il sospetto di una funzione critica e creativa della cultura. Di essa ha un criterio meramente quantitativo. In tal senso (occorrendo, per essere colto, aver letto per molti anni molti libri) è naturale che l'uomo non predesti*nato rinunci a ogni tentativo.Mike Bongiorno professa una stima e una fiducia illi*mitata verso l'esperto; un professore è un dotto; rappre*senta la cultura autorizzata. È il tecnico del ramo. Gli si demanda la questione, per competenza.L'ammirazione per la cultura tuttavia sopraggiunge quan*do, in base alla cultura, si viene a guadagnar denaro. Allora si scopre che la cultura serve a qualcosa. L'uomo mediocre rifiuta di imparare ma si propone di far studiare il figlio.Mike Bongiorno ha una nozione piccolo borghese del denaro e del suo valore ("Pensi, ha guadagnato già centomila lire: è una bella sommetta!").Mike Bongiorno anticipa quindi, sul concorrente, le im*pietose riflessioni che lo spettatore sarà portato a fare: "Chissà come sarà contento di tutti quei soldi, lei che è sempre vissuto con uno stipendio modesto! Ha mai avuto tanti soldi così tra le mani?".Mike Bongiorno, come i bambini, conosce le persone per categorie e le appella con comica deferenza (il bambino dice: "Scusi, signora guardia...") usando tuttavia sempre la qualifica più volgare e corrente, spesso dispregiativa: "si*gnor spazzino, signor contadino".Mike Bongiorno accetta tutti i miti della società in cui vive: alla signora Balbiano d'Aramengo bacia la mano e dice che lo fa perché si tratta di una contessa (sic).Oltre ai miti accetta della società le convenzioni. È pa*terno e condiscendente con gli umili, deferente con le per*sone socialmente qualificate.Elargendo denaro, è istintivamente portato a pensare, senza esprimerlo chiaramente, più in termini di elemosi*na che di guadagno. Mostra di credere che, nella dialettica delle classi, l'unico mezzo di ascesa sia rappresentato dalla provvidenza (che può occasionalmente assumere il volto della Televisione).Mike Bongiorno parla un basic italian. Il suo discorso realizza il massimo di semplicità. Abolisce i congiuntivi, le proposizioni subordinate, riesce quasi a tendere invisibile la dimensione sintassi. Evita i pronomi, ripetendo sem*pre per esteso il soggetto, impiega un numero stragrande di punti fermi. Non si avventura mai in incisi o parentesi, non usa espressioni ellittiche, non allude, utilizza solo metafore ormai assorbite dal lessico comune. Il suo linguaggio è ri*gorosamente referenziale e farebbe la gioia di un neo-posi*tivista. Non è necessario fare alcuno sforzo per capirlo. Qualsiasi spettatore avverte che, all'occasione, egli potreb*be essere più facondo di lui.Non accetta l'idea che a una domanda possa esserci più di una risposta. Guarda con sospetto alle varianti. Nabuc*co e Nabuccodonosor non sono la stessa cosa; egli reagisce di fronte ai dati come un cervello elettronico, perché è fer*mamente convinto che A è uguale ad A e che tertium non datur. Aristotelico per difetto, la sua pedagogia è di con*seguenza conservatrice, paternalistica, immobilistica.Mike Bongiorno è privo di senso dell'umorismo. Ride perché è contento della realtà, non perché sia capace di deformare la realtà. Gli sfugge la natura del paradosso; come gli viene proposto, lo ripete con aria divertita e scuote il capo, sottintendendo che l'interlocutore sia simpaticamente anormale; rifiuta di sospettare che dietro il paradosso si na*sconda una verità, comunque non lo considera come vei*colo autorizzato di opinione.Evita la polemica, anche su argomenti leciti. Non man*ca di informarsi sulle stranezze dello scibile (una nuova corrente di pittura, una disciplina astrusa... "Mi dica un po', si fa tanto parlare oggi di questo futurismo. Ma cos'è di preciso questo futurismo?"). Ricevuta la spiegazione non tenta di approfondire la questione, ma lascia avvertire anzi il suo educato dissenso di benpensante. Rispetta comunque l'opinione dell'altro, non per proposito ideologico, ma per disinteresse.Di tutte le domande possibili su di un argomento sceglie quella che verrebbe per prima in mente a chiunque e che una metà degli spettatori scarterebbe subito perché troppo banale: "Cosa vuol rappresentare quel quadro?" "Come mai si è scelto un hobby così diverso dal suo lavoro?" "Com'è che viene in mente di occuparsi di filosofia?".Porta i clichés alle estreme conseguenze. Una ragazza educata dalle suore è virtuosa, una ragazza con le calze co*lorate e la coda di cavallo è "bruciata". Chiede alla prima se lei, che è una ragazza così per bene, desidererebbe di*ventare come l'altra; fattogli notare che la contrapposizione è offensiva, consola la seconda ragazza mettendo in risalto la sua superiorità fisica e umiliando l'educanda. In questo vertiginoso gioco di gaffes non tenta neppure di usare pe*rifrasi: la perifrasi è già una agudeza, e le agudezas ap*partengono a un ciclo vichiano cui Bongiorno è estraneo. Per lui, lo si è detto, ogni cosa ha un nome e uno solo, l'artificio retorico è una sofisticazione. In fondo la gaffe nasce sempre da un atto di sincerità non mascherata; quan*do la sincerità è voluta non si ha gaffe ma sfida e provo*cazione; la gaffe (in cui Bongiorno eccelle, a detta dei cri*tici e del pubblico) nasce proprio quando si è sinceri per sbaglio e per sconsideratezza. Quanto più è mediocre, l'uo*mo mediocre è maldestro. Mike Bongiorno lo conforta por*tando la gaffe a dignità di figura retorica, nell'ambito di una etichetta omologata dall'ente trasmittente e dalla nazione in ascolto.Mike Bongiorno gioisce sinceramente col vincitore perché onora il successo. Cortesemente disinteressato al perdente, si commuove se questi versa in gravi condizioni e si fa promotore di una gara di beneficenza, finita la quale si manifesta pago e ne convince il pubblico; indi trasvola ad altre cure confortafo sull'esistenza del migliore dei mondi possibili. Egli ignora la dimensione tragica della vita.Mike Bongiorno convince dunque il pubblico, con un esempio vivente e trionfante, del valore della mediocrità. Non provoca complessi di inferiorità pur offrendosi come idolo, e il pubblico lo ripaga, grato, amandolo. Egli rap*presenta un ideale che nessuno deve sforzarsi di raggiun*gere perché chiunque si trova già al suo livello. Nessuna religione è mai stata così indulgente coi suoi fedeli. In lui si annulla la tensione tra essere e dover essere. Egli dice ai suoi adoratori: voi siete Dio, restate immoti.Umberto Eco, Diaio Minimo, 1961
olde wall of text polemico vs death, voglio proprio vedere chi vincerà...(da te non me l'aspettavo
)
almeno aspetta un po' di giorni...
avessi voluto fare polemica avrei messo qualche video delle trasmissioni del periodo della discesa in campo.
Un'assaggiatrice per il governatore
Le "fissazioni" di Lombardo
di ATTILIO BOLZONI
PALERMO - Dicono che adesso la fedele Maria non sia più solo una preziosissima segretaria. Adesso fa qualcosa di davvero impagabile per il suo governatore: per lui, fa anche l'assaggiatrice. O è caffè o è pasta, è acqua o un involtino di pesce spada, lei prima sorseggia o mastica e poi abbandona ai piaceri della tavola un Raffaele Lombardo rassicurato e finalmente sereno.
Dicono che sia ossessionato da qualcuno che voglia fargli del male. Dicono che abbia paura di tutto. Oramai, anche del cibo. E' l'ultima mania del governatore della Sicilia, l'uomo politico più potente dell'isola, il più protetto, il più assillato dalla sicurezza sua, il più diffidente e irritabile ospite mai entrato nelle splendide sale di Palazzo d'Orleans, la sede della Presidenza della Regione. E a Palazzo d'Orleans, di queste cose parlano anche i muri.
Tutti raccontano da mesi e mesi delle "fissazioni" dell'ex democristiano che vuole fare la Lega del Sud mettendosi contro Alfano e Schifani, delle fobie, i tic, le nevrosi che accompagnano le sue giornate da quando è sbarcato da Catania a Palermo. E tutti sussurrano di quest'ultima sua angoscia del mangiare, sempre preparato dalle sicure mani della segretaria Maria Bonanno e - stando alle tantissime voci che circolano nel suo entourage - sempre assaporato dalla devota collaboratrice prima di finire in bocca al sospettosissimo governatore, una laurea in Medicina con tesi in psichiatria forense sul "nesso fra tradizioni popolari e costruzioni deliranti".
Una dieta controllata a vista dalla segretaria che è la sua ombra da quindici anni o una psicosi da avvelenamento, come pensa qualcuno? C'è un gran "curtigghiu", un grande chiacchiericcio a Palermo su questa e su tutte le altre paure del governatore. Anche perché Palazzo d'Orleans, negli ultimi tempi, è diventato un fortino.
Gli piace sentirsi al sicuro Raffaele Lombardo. E così ha fatto costruire un appartamento super corazzato nella foresteria del palazzo di governo. Poi ha trasformato la sua scorta in un piccolo esercito in movimento per le strade della Sicilia. Quattro Audi 6 blindate (due per turno) e due ammiraglie della Peugeot utilizzate per la "bonifica" dei luoghi dove ogni giorno è atteso. Il suo predecessore Totò Cuffaro, aveva solo due auto e 3 uomini a turno più un autista. E senza mai "bonifiche" del territorio. La rete di protezione intorno al nuovo governatore conta oggi 18 poliziotti impiegati ogni giorno, due turni anche per loro. Poi Lombardo ha cambiato all'improvviso il capo della sicurezza che era lì da molto prima dell'arrivo di Cuffaro ("Temeva che riferisse tutto a Totò", malignano in giro) e gran parte dei vecchi agenti.
Uno sconvolgimento. Mai un presidente della Regione aveva avuto tanta protezione. E mai un presidente aveva speso tanto per la sua sicurezza, nonostante la campagna sbandierata sui "tagli" dopo le follie dell'era cuffariana. Tagli annunciati e decisi dappertutto ma poco nella sua Catania e nelle province siciliane di sua influenza, una vistosa incoerenza che ha scatenato la rabbia di tanti alleati - nemici del Pdl. Qualcuno - per l'accanimento nell'accaparrarsi poltrone di sottogoverno e postazioni di potere in ogni angolo dell'isola - già lo chiama "Arraffaele".
La vita blindata del governatore non è la paura che gli provoca solo l'infida Palermo. Anche a Catania ha fatto ristrutturare e "rinforzare" l'ex palazzo dell'Ente sviluppo agricolo, che è il posto dove lui riceve come governatore quando è dall'altra parte della Sicilia. E' un edificio tutto vetri nel centro della città, vicino piazza Stesicoro. Proprio i vetri ha fatto sostituire Lombardo: li ha voluti tutti "anti sfondamento".
Un'ossessione per la sua sicurezza e un'altra ossessione per ogni riferimento diretta o indiretta alla morte. La vicenda risale a qualche mese fa, quando alcuni del Pdl presentarono in Senato un disegno di legge che prevedeva la continuazione della legislatura regionale anche in caso del decesso del governatore.
La reazione di Lombardo fu collerica: "Spieghino, i miei amici, quali rischi corro. Altrimenti la considero una minaccia di cattivo gusto". Ma l'elenco dei suoi tormenti non finisce con cibo e scorte e bunker. Più di una volta si è mostrato infastidito per il ticchettìo dei tacchi di una signora, più di una volta ha fatto una scenata a qualcuno che batteva ritmicamente una penna sul tavolo. "Raffaele non sopporta i rumori seriali", spiegano i suoi.
Testimoni riferiscono della "carta che si divora, interi fogli di formato A 4" durante le riunioni nel suo ufficio, dell'aria condizionata che non vuole neanche nei bollori estivi palermitani, dell'ascensore che deve prendere sempre da solo, della poltrona numero 1 lato corridoio che pretende per ogni volo, del caffè che deve preparare sempre una commessa e soltanto lei. Sennò il governatore non beve il caffè e va su tutte le furie.
Kenshiro here we come![]()