Pure con la condanna definitiva nessuno si dimette mai...
Pure con la condanna definitiva nessuno si dimette mai...
Passando ad argomenti più faceti, non notate una certa somiglianza?
Non tanto fisicamente, quanto nei modi di fare...
Comunque gli Hobbit spero che finiscano nel cratere di un vulcano acceso
Leopardi quando ha scritto l'infinito ha visto questa partita del Napoli![]()
ragazzi, quante menate per un pareggio casalingo contro una squadra che tre settimane era quasi in zona retrocessione...
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hai ragione... non dovremmo infierire sugli scarsi...
Nuove Br, la Blefari si impicca in carcere
La neobrigatista si è tolta la vita a Rebibbia
Era condannata all'ergastolo per l'omicidio Biagi
Diana Blefari Melazzi in una foto del 2003 (Ansa)
ROMA - La neobrigatista Diana Blefari Melazzi si è impiccata ed è morta nel carcere femminile di Rebibbia a Roma.
LENZUOLA ANNODATE - La neo brigatista si è impiccata sabato sera, attorno alle 22:30, utilizzando lenzuola tagliate e annodate. La donna - secondo quanto si è appreso - era in cella da sola, detenuta nel reparto isolamento del carcere Rebibbia femminile. Ad accorgersi quasi subito dell'accaduto sono stati gli agenti di polizia penitenziaria che - si è inoltre appreso - avrebbero sciolto con difficoltà i nodi delle lenzuola con cui la neo brigatista si è impiccata in cella e avrebbero provato a rianimarla senza però riuscirvi.
ERGASTOLO CONFERMATO - Lo scorso 27 ottobre, la Prima sezione penale della Cassazione aveva confermato la condanna all'ergastolo per la neobrigatista Diana Blefari Melazzi, accusata di concorso nell'omicidio del giuslavorista Marco Biagi, avvenuto a Bologna il 19 marzo 2002. Anche la Procura della Cassazione aveva chiesto la conferma del verdetto emesso lo scorso 9 gennaio dalla Corte di assise di appello di Bologna che aveva inflitto all'imputata il carcere a vita.
PERIZIA PSICHIATRICA - Il gup del tribunale di Roma, Pierfrancesco De Angelis, lo scorso aprile, aveva disposto una perizia psichiatrica per verificare la capacità di stare in giudizio e quella di intendere e di volere di Diana Blefari Melazzi, dopo che la terrorista aveva aggredito nel maggio dello scorso anno un agente di polizia del carcere romano di Rebibbia. L'episodio, secondo i suoi legali, sarebbe stato uno dei tanti dovuti alle particolari condizioni psicologiche in cui versava la detenuta dopo la condanna all'ergastolo a Bologna. I difensori della brigatista gli avvocati Caterina Calia e Valerio Spigarelli, avevano chiesto la consulenza affidata al professor Antonio Pizzardi, sostenendo che Blefari non fosse in grado di presenziare al processo. Il 27 ottobre scorso, quando la Cassazione confermò la condanna all'ergastolo per Blefari, senza successo, l'avvocato Spigarelli cercò di contestare la legittimità della perizia medica eseguita nell'appello bis sostenendo che era di parte in quanto affidata ad un consulente del pm che si era già occupato del caso.
«ORA È TROPPO TARDI» - «Siamo sotto choc, abbiamo fatto tante battaglie, abbiamo cercato in tutti i modi di far riconoscere il profondo disagio di Diana Blefari Melazzi. Ora è troppo tardi». Così l'avvocato Caterina Calia, difensore, insieme all'avocato Valerio Spigarelli, di Diana Blefari Melazzi, commenta la notizia del suicidio a Rebibbia della brigatista. L'avvocato ricorda le numerose perizie psichiatriche a cui è stata sottosposta Diana Blefari Melazzi per verificare la sua capacità di stare in giudizio. Secondo la difesa della brigatista, Blefari soffriva di una grave patologia psichica e più volte le stesse difese avevano sollecitato il riconoscimento di tale situazione. Nel 2008 la brigatista in un momento di particolare tensione emotiva aggredì un agente di polizia penitenziaria. Anche in virtù di questo episodio per Blefari venne sollecitata l'ennesima perizia psichiatrica da parte della difesa. Ma il procedimento andò avanti e la brigatista per questo episodio venne rinviata a giudizio dal gup Pierfrancesco De Angelis: il processo sarebbe dovuto cominciare il 23 novembre prossimo.
«Sono profondamente scosso e non solo professionalmente, scosso umanamente come di rado mi è capitato». Così anche Valerio Spigarelli, l'altro legale di Diana Blefari Melazzi: «Non voglio fare dichiarazioni ad effetto - ha detto mentre sta andando nel carcere di Rebibbia -, chi mi conosce sa che non amo fare dichiarazioni e men che meno in queste circostanze. La storia giudiziaria di Diana Blefari Melazzi la conoscete tutti: in più occasioni abbiamo presentato istanze chiedendo la sua incapacità di stare in giudizio. E sapete tutti questa vicenda come è andata a finire».
01 novembre 2009
Allora.
1- Dovresti aprirci un topic Titanic e' il cazzeggio e' questa e' notizia seria
2- Dovresti inserire un commento come da regolamento.
Io il commento stavo per metterlo ma sarebbe stato un cinico fottesegame ne vergogno assai.
Ma merita mica un topic una terrorista che si suicida, non vedo che ci si possa dire sopra.
TeoN, lo sai bene che Titanic è sempre stato anche un conenitore di notizie minori e varie ed eventuali.
ah già, ecco il mio commento:
come ha già detto JQ non credo valesse la pena aprire un topic palesemente attiraflame-lulprot per una notizia![]()
Anche perchè rischierebbe di essere un festival del "godo,"
Non era un richiamo, era un invito a farci il topic perche' non mi sembrava una notizia minore, di fretta non mi sono spiegato bene
Sì sì capisco, ma i gobbi dove sono?!?!?![]()
Sandro![]()
BS è backstage, non bar sportanche perchè di solito lì dentro gobbi è vietato
![]()
Beppe Grillo oggi con l'elogio ai disobbedienti sgomberati e' entrato di fisso nella mia personale lista del "vaffanculo a prescindere"![]()
che ha detto?![]()
http://www.youtube.com/watch?v=y8soF7fkrhk
cos'hanno combinato questi del centro sociale?
sono violenti?
Pare che fossero abusivi da soli 17 anni
Sgomberato il centro sociale Experia
Era occupato da 17 anni
un commento
venerdì 30 ottobre 2009
10:14
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Tag
Catania, centro sociale, experia, sgombero
Diciassette anni dopo la sua occupazione e trasformazione in centro sociale, l’edificio dell’Experia, in via Plebiscito a Catania, è stato sgomberato stamani durante un’operazione da polizia e carabinieri. Durante l’operazione si è registrato qualche momento di tensione tra gli occupanti e gli uomini delle forze dell’ordine.
La custodia dell’immobile, divenuto un centro d’aggregazione del quartiere San Cristoforo che forniva servizi come doposcuola e momenti di intrattenimento per i bambini, è stata affidata alla sovrintendenza ai Beni culturali e ambientali di Catania, che adesso lo dovrebbe destinare all’Università. Polizia e carabinieri hanno accertato l’allacciamento abusivo alle utenze elettriche e idriche.