Immaginate quanto avrebbero potuto guadagnare con voi nerdZ panzosiUccisi per estrarre
il grasso umano
La sostanza era destinata all’industria cosmetica
LIMA - Scene di ordinario, sconvolgente orrore: «E la testa?». «In fondo al fiume». «Sei stato proprio tu a buttarcela?». «Certo, assieme a tutti gi organi». Dialogo raccapricciante, non la sceneggiatura di un horror di quart’ordine, ma la realtà. Una conversazione estratta da un video girato dalla polizia che qualche giorno fa ha arrestato quattro membri di una banda peruviana che commerciava grasso umano da impiegare poi in prodotti cosmetici destinati anche al mercato europeo. Nella rete criminale sarebbero coinvolti anche due italiani.
E gli orrori non finiscono qui, perché i dettagli di questa storia vanno ben oltre l’immaginario. «Vedi sta gocciando, lo ricopro con la plastica e poi accendo le candele…». In questo modo Serapio Marcos Veramendi, arrestato in flagranza di reato dalla polizia peruviana, ha raccontato al compratore-poliziotto, come per dieci anni abbia “distillato” almeno 60 corpi. Poveri campesinos della Valle di Huallaga che venivano privati delle estremità e appesi a ganci metallici per giorni. Corpi che poi, sotto l’effetto del calore delle candele, rilasciavano grasso umano venduto al mercato europeo per 15 mila dollari il litro.
L’inchiesta è partita i primi di novembre quando la polizia viene allertata sulla presenza di una strana consegna all’interno dei locali di un’impresa di trasporti a Lima. Un «recipiente pieno di grasso» proveniente dalla città andina di Huanuco. Da qui le prime verifiche di laboratorio che hanno portato alla terribile scoperta. Il recipiente di plastica infatti conteneva grasso umano appartenente all’unica vittima alla quale si è potuto finora dare un nome: Abel Matos, 27 anni, assassinato a metà dello scorso settembre. Poi i primi quattro arresti, tra cui i destinatari della spedizione.
Secondo alcune fonti locali ci sarebbero almeno sette ricercati, fra cui parla di due uomini di nazionalità italiana. «Sono implicati anche due italiani – ha detto Jorge Sanz Quiroz, Pubblico Ministero che si occupa del caso – sono stati identificati però non possiamo ancora diffonderne le generalità». «Queste persone – ha detto Quiroz riferendosi agli italiani, ma parlando ancora di ipotesi – compravano il grasso umano e lo rivendevano ai laboratori europei». La polizia, però, ha smentito il Pubblico Ministero: «Nessun cittadino italiano è indagato».
Si facevano chiamare “Los Pishtachos”, i componenti della banda criminale. Nome che nell’antica lingua andina significa “squartatori” e che si riferisce ad una leggenda peruviana che parla di “bandoleros”, banditi che appunto squartavano la gente per mangiarne le carni e venderne il grasso. «Per 15mila dollari al litro», somma che secondo il generale Felix Murga del Dipartimento di Investigazione Criminale peruviano farebbe pensare all’esistenza di «una rete criminale». Secondo quanto si apprende dallo stesso Murga «il grasso umano veniva estratto in laboratorio, in una zona isolata della regione centrale di Huanuco». Poi arrivava a Lima dove veniva rivenduto al mercato cosmetico europeo. Al momento solo un’ipotesi perché prove reali sulla presunta rete internazionale, ancora non ce ne sono. Proprio in questi giorni il Dipartimento Criminale di Lima sta aprendo contatti con l’Interpol per andare a fondo sulla vicenda.
Durante una conferenza stampa il capo Divisione Sequestri della Polizia Nazionale, il colonnello Jorge Mejia ha anche assicurato che Matos non è l’unica vittima dei “Pishtachos”. Perché alcuni dei quattro banditi fermati dalla polizia, durante gli interrogatori hanno confessato il sequestro di altre cinque persone. Ma i particolari rivelati dalle forze dell’ordine farebbero pensare a un numero molto più elevato: secondo la polizia tra le 60 e le 200 vittime. Uomini, ma forse anche qualche donna, scomparsi nel nulla, i cui corpi non troveranno nemmeno sepoltura.