Il protagonista è un libertario estremo e intransigente, o lo si ama o lo si odiaCome ho già scritto, credo che Sean Penn abbia fatto un buon lavoro nell'evitare agiografie: Chris/Alexander non è né un pioniere né un uomo eccezionale, ma un giovane molto coraggioso che ricerca la sua verità. Ad ogni costo, a costo di essere irresponsabile, egoista e insensibile nella fuga dai rapporti umani. La sconfitta è ovvia ("la felicità è reale se condivisa"), ma non è negativa: Chris muore sorridendo perché ha vissuto la sua vita come voleva e alla fine ha trovato, quasi paradossalmente, la verità che cercava. Da notare come il regista renda quest'ultimo momento di consapevolezza in modo molto tradizionale, qualcuno portrebbe dire banale: lo sguardo verticale verso il cielo che fa un po' da contrappunto all'orizzontalità del suo percorso.
Ps. La scena con Kirstine Stewart ha perfettamente senso dato il contesto e il carattere del protagonista, ma per la maggior parte di noi è effettivamente da![]()
![]()