Ma dai![]()
Mi assento un pò e vedo album panini + bagni ma lol
aiaia ho un dolore al fianco micidiale![]()
che brutta roba andare allo stadio a una partita dell'interma i cori ce li hanno o erano in sciopero?!? che tristesss
poi non c'era nemmeno la curva juve abbiamo dovuto mischiarci![]()
precisiamoBorriello: "Io più educato di Sneijder"
Non tutti in casa milanista, evitano di replicare alle polemiche scatenate dall'ambiente interista. Marco Borriello, sentitosi chiamato in causa, dalle dichiarazioni di Mourinho, replica ad un giornalista del Corriere con 5 precisazioni:
"Prima precisazione: io all'arbitro non ho detto di tutto ma una frase normale, "è il caso di fischiare un fallo del genere?"
"Seconda precisazione: Io sono un giocatore sempre molto corretto e tollerante e Mourinho lo dovrebbe sapere. Se non lo sa, provi a domandare ai suoi difensori che mi hanno picchiato per tutto il derby senza che io reagissi".
"Terza precisazione: io sono certamente più educato di Sneijder che dovrebbe conoscere il regolamento"
"Precisazione numero quattro: nessuno di noi del Milan ha dato in escandescenze come ha fatto in continuazione la panchina dell'Inter".
"Ed infine, ultima precisazione: il Milan non si è mai permesso di mancare di rispetto agli avversari e al loro presidente com invece ha fatto chi ci ha preso in giro indossando la maschera del presidente Berlusconi"
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non ce n'era bisogno![]()
PRIMAVERA: OPERAZIONE VIAREGGIO
28/01/2010
MILANO - La squadra Primavera del Milan si metterà in viaggio domenica per raggiungere il proprio ritiro di Viareggio, quartier generale della partecipazione rossonera all'edizione 2010 della Coppa Carnevale. Il primo allenamento sui campi della Viareggio Cup sarà lunedì mattina, 1 Febbraio, alle 10.00 a Camaiore (Lucca). L'esordio il giorno dopo, alle 15.00, a Lavagna (Genova), contro i brasiliani del Leme Futebol Clube.
Dai che è l'anno buono![]()
Sì però non puoi sempre passare per fesso.
Una replica educata a volte può anche servire, oltretutto se dici cose vere.
Ma guarda quello che stava succedendo... stavano passando loro per fessi e meritatamente![]()
bah, adesso ci sarà di nuovo la replica di Mourinho e così via. IMHO non serviva, a volte il silenzio vale più di mille parole, non serve Borriello per farli passare da piangina, ormai già lo sa tutto il mondo tranne uccio TGG e pochi altri
sarà, in ogni caso qui mi è piaciuto sborry
Beh dovevi vedere la nostra di partita. Se c'erano 1000 Tifosi (Tribuna VIP a parte) era già tanto!
Anche perchè dobbiamo rinfoltire la Rosa per i prossimi anni...abbiamo bisogno di parecchi giocatori da dare in prestito per fare esperienza e farne tornare altri sperando che rendano tutti almeno come Telepass ed il Giovane!!
è stato bravo galliani, paolillo ieri in lega ha detto che avrebbe stretto la mano a galliani per salutarlo se l'avesse incrociato, lo hanno riferito al nostro e lui ha risposto: 'io non gliela stringerei e non parlo dell'altra squadra dimilano'
vai adrianonenon nominarli neanche
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è stata una risposta molto intelligente, in quelle poche parole ha voluto dimostrare di essere molto seccato dalla situazione (l'altra squadra di Milano) e nello stesso tempo di non voler più avere niente a che fare con tutta questa faccenda![]()
Milan, torna a spendere! Ma la classe, cara Inter, non si compra
C'è un Derby straperso dal Milan ed uno stravinto: 1-1, senza contare quello del campo che ha sorriso ai nerazzurri in una serata totalmente storta per i Leonardo-boys. Quello di domenica sera è frutto dell'altro derby fallimentare del Milan, quello del mercato: mercoledì sera in mixzone ho esposto a Leonardo una considerazione molto semplice ma amara per i tifosi rossoneri. "L'Inter vince il Derby, è prima, e prende Pandev e Ledesma (diventato poi Manuel Fernandes, poco cambia, ndr): il Milan perde e deve colmare un distacco... E poi?": il Mister rossonero ha sorriso ed ha sfoderato tutta la sua diplomazia per la risposta, sostenendo che questa squadra al completo è competitiva, ma soprattutto ricordando che "già si sapeva a cosa si andava incontro". Insomma Moratti spende e spande, forse anche esageratamente, mentre la proprietà del Milan non ha intenzione di fare altrettanto: con coerenza, perchè altrimenti a nulla sarebbe servito il sacrificio estivo di Kakà che tanto male ha fatto ad una fetta di tifo. Il problema però va ben oltre la mera materialità dei tot milioni spesi: è una questione di ambizioni, il gap che separa la prima dalla seconda non può riempirsi magicamente da una sera all'altra. La strada giusta è quella intrapresa con l'acquisto di Thiago Silva: un colpo da fuoriclasse, assestato con largo anticipo, ad un prezzo proporzionalmente basso rispetto all'elevato valore assoluto del giocatore. In estate il Milan ha il dovere di bissare, triplicare, fare poker: ne servono quattro, almeno, probabilmente. In realtà qualcosa andrebbe fatto anche nelle ultime ore di mercato invernale, magari piazzando Huntelaar, vista l'ennesima prestazione deludente dell'olandese contro l'Udinese: l'Inter intanto prende Manuel Fernandes, un giocatore che può essere una sorpresa, e soprattutto lo fa in prestito gratuito. Chapeau. Chapeau però per il Milan per la consueta signorilità dimostrata nel post Derby: una squadra vincente può imparare a perdere e farlo con grande classe. A quanto pare è molto più dificile per una squadra non abituata a trionfare, imparare a vincere, godersi la gioia dei successi, senza eccedere e soprattutto ben valutandone il peso. Le sceneggiate interiste, dal Presidente in giù, sono state ben oltre il limite del buon gusto, così come le gravissime accuse (per non dire calunnie) di complotti: se l'Inter non ha mai vinto una Coppa dei Campioni da quando il trofeo ha le "orecchie" e non somiglia più ad un'anfora preistorica, forse è a causa di tutto questo. Galliani lo sa e, nonostante tutto, ride sotto i baffi restando in silenzio: perchè i tempi migliori, economicamente, potranno tornare in futuro in via Turati... Ma la classe, quella no, l'Inter non troverà dove acquistarla, a qualsiasi cifra.
sottoscrivo con il sangue
Coutinho e i suoi fratelli, ecco la top ten del '92
No, non stiamo parlando di vino, anche se il discorso alla base di questo excursus, potrebbe essere assimilabile anche ad una rassegna di sommellier. Basti pensare all'etimologia della parola, quel chiaro riferimento alla dea Venus (Venere), all'amore, dunque, nei confronti di quello che è uno dei più grandi piaceri della nostra cultura.
Amore, piacere, tutti termini assimilabili anche al nostro sport preferito, e gli appassionati più ferventi lo sanno perfettamente. Allo stesso modo, come per quanto concerne le vendemmie, anche nel calcio alcune annate assumono contorni particolari, quasi magici, al punto da far lecitamente ritenere di essere state baciate dalla buona vena del leggendario dio del pallone.
Pensiamo a Ronaldo, a Shevchenko, a Totti, a Nesta, a Van Nistelrooy, a Vieira; schiera assoluta di campioni senza tempo, tutti accomunati dall'anno di nascita: il 1976. Assurdo, ma non casuale, tanto che la storia potrebbe presto ripetersi, regalando a tutti gli appassionati una sequela di talenti straordinari destinati a scrivere pagine di calcio importantissime, negli anni a seguire.
Parliamo del 1992, anno del celeberrimo trattato di Maastricht, certo, ma come stiamo per scoprire, snodo fondamentale anche per milioni di amanti del football.
Cominciamo, manco a dirlo, dal giocatore che più di altri potrà regalare emozioni al pubblico italiano, non foss'altro perché il suo destino, dalla prossima stagione, verrà legato alle maglie nerazzurre dell'Inter. Parliamo di Philipe Coutinho, e non lo scopriamo certo noi. Dribbling funambolico, visione di gioco superba, accelerazioni squassanti ed un fisico in evoluzione, sono solo alcune delle doti che interisti e non, sperano di poter ammirare a partire dal prossimo campionato. Classico numero 10, ha vestito la prestigiosa maglia della Seleçao in tutte le nazionali giovanili, è stato soffiato ad una ricchissima e spietata concorrenza (leggi Real Madrid); molta della credibilità internazionale del nostro calcio, passerà anche dai suoi piedi.
Proseguiamo con un altro talento verdeoro, questa volta Paulista. Si tratta di Neymar, talento allo stato puro in forza al Santos. Fisico esile, ma qualità che lascia senza fiato. È stato spesso assimilato a Robinho, ma promette di diventare molto più incisivo dell'ex Real Madrid. La conferma sta nella sua valutazione astronomica: per meno di 30 milioni, non si inizia nemmeno a discutere. Dalla Spagna ci stanno pensando su.
Altro brasiliano di nascita, ma portoghese d'adozione, è invece Alipio Duarte Brandao. Jorge Mendes se l'è già accaparrato, scommettendo su di lui come futuro Cristiano Ronaldo. D'altra parte, giocate, classe e rapidità sono le stesse. Probabilmente il giocatore più spettacolare (e fumoso) del lotto. Faccia fede il suo club di appartenenza: il Real Madrid. Nessuno spazio per sogni italiani, dunque.
Chi l'Italia la vedrà sicuramente, è invece Marco Fossati. Il baby regista dell'Inter sembra davvero un clone di Pirlo. Buona mobilità, discreta interdizione, ma visione di gioco e qualità da primo della classe. È stato la conferma più piacevole del recente mondiale Under 17, nonostante il rigore decisivo fallito. Perfetto organizzatore e tessitore della manovra, accomuna tutte le caratteristiche del classico leader silenzioso: fa parlare il campo, e i suoi piedi fanno cantare il pallone. Il suo contratto con i nerazzurri è in fase di rinnovo, le tentazioni straniere non mancano, speriamo resti da noi.
Pochissimo da aggiungere, invece, per quanto concerne Jack Wilshere. Talentuosissimo mancino di scuola Arsenal, è uno dei pupilli di Wenger, tanto da avere alle spalle già il debutto in Champions League. Fenomeno.
Altro fiore del florido vivaio dei Gunners, è poi Oguzhan Özyakup. Wenger se lo è saggiamente assicurato prelevandolo dalle giovanili dell'AZ Alkmaar. È un talento assoluto, uno dei fiori all'occhiello del futuro del calcio olandese. Ala vecchio stampo con giocate da trequartista. Gran colpo.
Di Luc Castagnois abbiamo già parlato qualche mese fa, a completare il tridente Orange con gli ultimi due protagonisti, c'è invece il funambolico Shabir Isoufi. Rapidissimo esterno scuola Feyenoord, è considerato in patria il nuovo Marc Overmars. Responsabilità non da poco, ma la stoffa è egualmente pregiata.
Altro paragone non da poco, è quello in cui si è esposto chi ha avuto la fortuna di veder giocare il serbo Filip Djuricic. Acquistato dall'Herenveen, ma accostato anche al Manchester United, è considerato il Cruijff dei Balcani. Accostamento forse eccessivo, ma sicuramente indice di personalità e talento ben oltre la soglia del comune.
Chiudiamo la top ten, inevitabilmente, con un potenziale fuoriclasse proveniente dalla patria di Maradona. Per una volta, il crack in questione si libera dalla scomoda etichetta di futuro Pibe, potendo contare su caratteristiche di altro tipo. Parliamo di Erik Lamela, scuola River Plate, nato a Florida, proprio come quell'Hernan Crespo che ruolo, tecnica e fisico ricordano tanto. Già nel giro della prima squadra, è balzato agli onori delle cronache per un fantastico gol in "rabona", ha su di sé gli occhi di tutto il calcio che conta.
Prendete appunti, e se non li conoscete, documentatevi al più presto. Questi 10 ragazzi terribili hanno il destino e la carriera segnata dall'inequivocabile stimmate del fuoriclasse, chi li se li accaparra è pronto per costruire un futuro scintillante, e può prepararsi a gustare giocate DOCG. Proprio come il vino migliore che ci sia.
Volevo far notare come l'inter già ne possieda 2 di questi, mentre noi nemmeno uno![]()
Di quelli lì prenderei sono Neymar e Wilshere.
Se devo prendere dei giovani costosissimi prendo Pjanic,Dzagoev,Dzeko..
Giusto per ricordare quanto siete ridicoli a cantarvela e suonarvela da soli, postando articoli di dubbia attendibilità in vostro favore.....sono capaci tutti a linkare qua e là...lo faccio anch'io...
Spoiler:
Ho aspettato.
Ho dovuto aspettare, prima di scrivere questo pezzo, più che altro per due motivi. Il primo è di ordine personal-istintivo, il secondo mi è stato donato dall'intelletto, acuìto vieppiù da quella sensazione meravigliosa di infallibilità e di feroce rabbia sorridente che capita abbastanza di rado nella vita: un po' come avere in mano una 357 Magnum e di sapere come usarla o, per essere più realistici e meno Ispettori Callaghan, avere un full d'assi a un tavolo da poker e constatare con gioia che c'è un pollo, due posti prima del tuo, che ha appena fatto all-in.
Ora ve li spiego nel dettaglio.
Il primo motivo per cui non ho scritto subito questo pezzo è riassumibile in poche parole - e infatti ce ne liberiamo subito: avrei scritto insulti, sarei scaduto nel turpiloquio e avrei sfogato nel modo più sbagliato tutta la rabbia che sentivo - e sento tuttora - dentro di me. Per scatenarsi come Jack Bauer alla vista di una bomba nucleare basta e avanza Facebook.
Il secondo motivo, invece, è più pertinente. Passata la rabbia, una rabbia feroce nonostante la vittoria - che però non mi ha impedito di godermela, anzi, l'ha resa ancor più sopraffina - mi sono calmato e, con occhi di ghiaccio alla Ispettore Callaghan (okay, ora la smetto con i paragoni da grande e piccolo schermo, promesso), li ho aspettati al varco.
Chi? si chiederà qualcuno di voi.
Ma loro, ovviamente.
I media. I miei amici. I quotidiani sportivi, SkySport24 e compagnia rivoltante.
I nostri amici di sempre.
Incassata l'indignazione più che legittima del presidente Moratti, di José Mourinho, del dottor Paolillo di fronte a uno spettacolo indegno e carnevalesco che - ed è questo il fatto più divertente - non è nemmeno riuscito nel suo intento, per le varie redazioni era una questione di tempi.
Apro una piccola parentesi per i pochi tra voi che non lo sapessero: nelle sere dei posticipi SkySport24 va in onda in diretta fino all'edizione dell'una e mezza e i quotidiani - a meno di fatti eclatanti, tipo attentato alle Torri Gemelle, per intenderci - "chiudono" le pagine più o meno alla stessa ora. E' un semplice motivo logistico: non farebbero in tempo, altrimenti, a raggiungere le edicole alle quattro-cinque del mattino. Dirò di più: è prassi consolidata preparare due pezzi distinti, uno per la vittoria di una squadra e uno per la vittoria dell'altra, e adattarli in corsa infarcendoli di qualche dettaglio.
Ma, questa volta, le stesse armi mediatiche che avevano sospinto la squadra di Berlusconi in modo indecoroso nel corso delle settimane precedenti si sono ritorte contro gli stessi beceri figuri che le brandivano. Ciò che è accaduto nei novanta minuti del derby è stato così enorme, così vergognoso, così inatteso nelle sue proporzioni da spiazzare persino lo stuolo di mediaservi che, colto di sorpresa - forse non tanto dalla direzione di Rocchi, ma dal risultato della partita nonostante la direzione di Rocchi - non ha avuto il tempo di reagire.
Nessuno ha fatto in tempo a raccogliere le idee, e per di più dal Padrone non proveniva segnale alcuno: il mutismo assoluto dello Spostatore di Calendari ha lasciato d'improvviso una trentina di orfanelle sparse per le varie redazioni, che hanno dovuto arrangiarsi come meglio potevano.
Ecco allora a ControCampo ascoltare la moviola di Matteo Dotto che distrugge l'operato dell'arbitro, Paolo Casarin analizzare l'accaduto sottolineando gli sbagli ripetuti e reiterati, con il solo Franco Ordine, poverino, a tentare di leccare culi a distanza strillando strozzato che quello di Maicon era rigore, era rigore, era rigore.
E quella stessa sera, la Gazzetta dello Sport è costretta a "chiudere" le pagine senza che da via Turati sia arrivata indicazione alcuna. E il giorno seguente, lunedì 25, si può leggere quanto segue, con un titolo, Più forte di tutto e di tutti, che da solo potrebbe bastare:
"[L'Inter] alla fine è promossa a pieni voti, perché si dimostra nettamente più forte non soltanto dell'impacciato Milan, ma anche degli errori del disastroso arbitro Rocchi."
E ancora, nelle pagine interne: "L'arbitro Rocchi è inadeguato: grande errore di Collina. Ma l'Inter è più forte anche dei suoi sbagli." Ancora: "Eppure, per quanto possa sembrare paradossale, alla fine è proprio l'Inter, la più danneggiata, a dover ringraziare i molti errori dell'arbitro, perché così la sua dimostrazione di straordinaria superiorità assume ancora maggior valore", scrive Alberto Cerruti.
Wow.
Sembra quasi di essere in un paese normale, vero?
E invece no.
Perché qui siamo davanti a un altro di quei giochini dialettici che mi piace così tanto evidenziare, sbugiardare e portare all'attenzione del mio blog preferito.
So da fonti certe - e peccato non averne una copia, perché mi sarebbe tanto piaciuto portarla personalmente al mio avvocato e scatenare un putiferio con l'associazione dei consumatori, visto che sulla partita avevo scommesso - che i pezzi sulle lamentele dell'Inter erano già pronti prima della partita.
Il giochino del Potere, in questo caso, è definire la prestazione di Rocchi disastrosa. Il giochino è dargli quattro in pagella e puntare il finto dito accusatore sulla sua "inadeguatezza", sui suoi "errori", sulla sua "non tranquillità".
Sì, come no.
Come sempre, pensano che siamo nati ieri. Come sempre, hanno dimenticato - o fingono di aver dimenticato - che il tifoso interista si è beccato vent'anni di ruberie bianconere consolidate da un sistema clientelare che non vedeva l'ora di trovare un nuovo Padrone e, finalmente, l'ha trovato. Hanno dimenticato - o finto di dimenticare - che, nelle ultime tre settimane (tre settimane! non parlo di tre anni, ma di settimane!) ci sono stati, nell'ordine, tre rigori tre fischiati a favore del Milan nel corso della stessa partita (con la memoria non riesco a trovare un precedente, mi viene in mente un antico Inter-Verona, ma potrei sbagliarmi) e due rigori in cinque minuti fischiati contro l'Inter (anche qui, l'unico precedente che mi sovviene sono i due rigori fischiati in sei minuti da Collina pro-Roma nel 2002, guarda caso favorendo i giallorossi in una giornata in cui l'Inter perdeva sciaguratamente in casa con l'Atalanta nel corso di uno dei campionati più puzzolenti e fradici della storia); la mancata espulsione per fallo da ultimo uomo di Bonucci in Bari-Inter e, di contro, la pronta espulsione per fallo da ultimo uomo di Curci in Milan-Siena; lo spostamento mafioso delle partite a uso e consumo dei Padroni del Vapore - che, in sé, è cosa assai più scandalosa e marcia di qualsiasi tentativo possa aver perpetrato Rocchi su istigazione di Collina, e anche in questo caso l'unico precedente che ricordo è una partita della Juventus spostata "causa festival di Sanremo" giusto prima di un Inter-Juventus terminato poi 2-2 con doppietta di Seedorf.
Quindi, vorrei dire - di nuovo - a tutti i media sportivi italiani, una cosa semplice ma, spero, efficace.
Ci tengo così tanto che salto una riga prima e una riga dopo, così, giusto per evidenziarla meglio:
Smettetela di prenderci per il culo.
Perché è stato sotto gli occhi di tutti, domenica sera, che l'arbitro Rocchi non ha sbagliato proprio nulla. La sua direzione è stata tanto scientifica e accurata, precisa ed esiziale, che i casi sono due: o il signor Rocchi ha un quoziente intellettivo tale da fargli perdere una partita a scacchi contro un muflone, oppure ha fatto ciò che doveva fare.
E, visto che Rocchi analfabeta non è, ma è addirittura arbitro internazionale, sarò anche troppo buono, ma propendo più per la sua intelligenza che per quella del muflone: se si sfidassero a scacchi, pur moralmente a disagio, i miei soldi li punterei su di lui e non sul simpatico animale.
Quindi, o ipocriti, non dategli quattro, in pagella, ma dategli dieci. L'unica cosa che Rocchi ha sbagliato, domenica sera, è stato il risultato finale. Che non è dipeso da lui, ma da una squadra straordinaria e meravigliosa, commovente ed entusiasmante, guidata da un capitano immenso e da un allenatore senza eguali nel mondo. Dategli dieci, ipocriti che non siete altro, perché non esiste, in alcun modo e in nessun caso, che ciò che si è visto nei novanta minuti di domenica sera sia stato frutto di una "serata storta" e non di una decisione deliberata per indirizzare la partita verso la vittoria rossonera.
Non ho voglia - e so che non è necessario, almeno con voi - di soffermarmi su ogni singolo episodio malfischiato dall'Uomo Che Riapriva I Campionati. A me bastano due fotogrammi messi a confronto: il primo è l'applauso di Sneijder punito con il rosso diretto, e l'altro è la carezzina sulle guance di Borriello dopo che il fenomenale bomber rossonero (nazionale! nazionale! santo subito!) gli si era avventato contro gridandogli "che cazzo fischi" (labiale inequivocabile di Sky).
Punto. Non serve altro.
Se non, forse, ribadire. E anche stavolta con un bel salto di riga.
Smettetela di prenderci per il culo.
Grazie.
Ma, come dico nel titolo, I Know My Chickens. Conosco i miei polli. E, la sera di lunedì, una volta metabolizzato lo scandalo, ero molto curioso di scoprire come i vari media avrebbero reagito e con quali raffiche avrebbe soffiato il Vento della Restaurazione.
Non c'è che dire: è davvero fantastico, sul serio, immaginare cosa accadrà e constatare che puntualmente accade. Se non altro, ci si sente intelligenti.
Era successo prima del derby, nei giorni precedenti, quando al mio amico pizzaiolo nonché interista doc Khaled avevo espresso tutti i miei timori, quando - nel concitato prepartita - ho avvisato la Paola che avremmo assistito a uno scandalo e le ho citato, a lei che non la conosce e non la ricorda, la famigerata partita di Ceccarini del 26 aprile del 1998. Perché era tutto nell'aria, e non ci voleva una laurea in fisica delle particelle subatomiche per capirlo.
E il giorno dopo, martedì, è accaduto ciò che mi aspettavo. Ero curioso di sapere come, ma non avevo dubbi che sarebbe accaduto.
Al contrario della partita da me citata qualche riga fa, questa volta le vittime sono diventate i carnefici e i carnefici vittime, tanto da consigliare Luigi Garlando di inghirlandare il suo editoriale sulla Gazzetta di martedì con il titolo strappalacrime Ma Perché?
Inter, ma perché?
Sob, sigh, sniff.
Nell'italietta del risultarismo - valido sia nel piccolo ambito del calcio sia in qualsiasi altro - un giornalista si chiede per quale motivo chi ha vinto debba lamentarsi per aver subito dei torti. (Simpatico atteggiamento, direi, visto che per anni, quando i torti li subivamo per un sistema criminale che pilotava interi campionati, le stesse illustri firme ci tacciavano di innata propensione al piagnisteo: insomma, Garlando, deciditi una buona volta, eh.)
Ecco che, nelle pagine interne, il "silenzio di via Turati" - che era ed è ovviamente dettato dall'imbarazzo di aver perso una partita nonostante le spinte, le carezze e le fischianti leccate di piedi dell'arbitro Rocchi - trova una giustificazione scritta, nero su rosa, in una fantomatica "indignazione" di Zio Fester e allegra compagnia di Calendaristi.
Persino i ritaglini del francamente patetico Tombolini, che di solito vertono su casistiche molto probabili quali Se un giocatore lancia una scarpa colpendo il pallone e questo finisce in rete, cosa deve fischiare l'arbitro? (giuro, non me la sto inventando), nel martedì della rosea sono ad hoc e spiegano - rimandando il lettore alla pagine delle lettere come il Tenero Giacomo di tanti anni fa - che l'arbitro non può esimersi dall'espellere chiunque lo applauda.
Chissà se "il Tombo" in una delle prossime puntate cercherà di dirci, regolamento alla mano, secondo quale articolo e quale comma un arbitro che viene insultato deve accarezzare le guance dell'insultante.
Al vento della restaurazione si accoda SkySport24, affidando a un imbarazzato Demetrio Albertini una critica alle dichiarazioni di Moratti che l'intervistatrice gli deve più o meno strappare dalle labbra, con domande del tipo: "Ma lei ritiene gravi queste accuse? Pensa che si debbano prendere dei provvedimenti disciplinari?"
Et voilà, la frittata è rivoltata. E, rivoltandola, diventa rivoltante. Come il Severgnini che spiega, sulla Gazzetta di mercoledì, che Mourinho ha detto quelle cose non perché siano vere, ma perché lui è come Achille e sfoga su tutti la sua Ira Funesta, e non manca di ricordare ai lettori che gliel'ha proprio scritto in una dedica speciale su un suo libro, così tanto per farsi un refolo di pubblicità.
E se poi si va alla prima pagina - ricordate, siamo a mercoledì e sono ormai passati due giorni, più che sufficienti a metabolizzare e a ricevere istruzioni dettagliate - si legge un'incredibile titolo che recita Inter: Stangatina, quasi che i provvedimenti del giudice sportivo siano stati clementi e indulgenti, sai com'è, due giornate a Sneijder, una a Lucio, una a Silvino, un'ammonizione a Materazzi per aver indossato una maschera - fu deferito Ambrosini per lo striscione? Fatemi ricordare... hm... ah, no - più puttamila euro di multa all'Inter, per questi servi del padrone sono una stangatina.
E poteva mancare un'analisi dettagliata che, sezionando vari torti e favori, puntualizza che l'Inter quest'anno è stata favorita e non penalizzata? Poteva mancare un'analisi tanto seria e dettagliata dopo il precedente di alta professionalità creato negli anni scorsi con il ridicolo Osservatorio sui Torti Arbitrali - gestito dai voti dei tifosi?
Okay. Non vi voglio annoiare, tanto ci siamo capiti. Per pietà nei vostri confronti e verso me stesso, ho omesso i parapiglia carrozzoneschi andati in onda nelle varie trash-comedy calcistiche quali QSVS e Biscardi e robaccia simile.
Ci sono voluti due giorni per restaurare la gerarchia mediatica.
Tanti, tantissimi, considerando il potere abnorme esercitato dai Raffazzonatori di Calendari.
E sono stati tanti, tantissimi, perché la vittoria dell'altra sera è stata tanta, tantissima.
Tanta roba.
Una vittoria che nessuno di noi scorderà proprio per come è maturata, e anche perché, per la prima volta nell'italietta di Berlusconi, qualcuno ha avuto il coraggio di denunciare anche dopo aver vinto.
Eppure... pensate ai casi della vita: di questo derby indegno da un lato e meraviglioso dall'altro, c'è una cosa che davvero non mi va giù e, paradossalmente, non è né la scientifica opera di distruzione portata avanti dal fischietto armato Rocchi, né la rivoltante rivolta mediatica dei giorni successivi.
Queste sono cose su cui si può sopravvolare, volendo. Perché, al contrario di quell'orribile Juventus-Inter del 26 aprile 1998, questa volta non c'era, in noi tifosi, quel senso devastante di impotenza, di predestinazione alla sconfitta ingiusta, di rassegnazione, ma anzi la fiducia e l'entusiasmo per una squadra stellare per impegno e determinazione che ha vinto contro tutto e contro tutti.
Quello che non mi va proprio giù è quel tiro di Maicon a due minuti dalla fine, con noi già in nove e dopo il rigore sbagliato da Colui Che Salta Sui Tavolini. Perché se invece di tirare, il buon Sisenando l'avesse passata a Mario, il 3 a 0 in nove contro undici sarebbe stato tanto bello da sfociare nella pura malvagità.
Ma va bene anche così. Le torte sono buonissime anche senza la ciliegina, a volte, specie se sono torte nuziali sorrette da due pali.
Tanto - per fortuna - non siamo certo noi la Squadra dell'Amore, né mai la diventermo: noi si gioca con il pallone, non con i calendari.
STEFANO MASSARON
Ultima modifica di Ethan81; 29-01-10 alle 13:07:25