Ultimamente si sta sollevando parecchia polvere riguardo gli End User License Agreement, altrimenti detti EULA. Prima c'è Blizzard che installa "de facto" uno spyware in World of Warcraft, e nessuno gli può dire niente perchè così è scritto nel contratto. Poi c'è Sony, che installa sui sistemi Mac un'estensione del kernel per il DRM (digital rights management), avvertendo l'utente nel contratto di licenza (oddio, ultimamente Sony non ci sta facendo una gran bella figura, installando malware sui sistemi Windows). Ultimo, paradossale caso di questi giorni è quello della RetroCoder, società che realizza spyware, che nella EULA del suo prodotto ha scritto che è vietato il suo utilizzo nella ricerca di spyware. Per questo motivo ha intentato causa alla Sunbelt Software, che invece si occupa di "dare la caccia" allo spyware, perchè nello scoprirlo ha violato l'accordo di licenza. A parte riconoscere alla RetroCoder un'intelligenza geniale e perversa, rimane il problema della portata legale di questi contratti, che sembra espandersi a dismisura. Certo, non si possono scrivere (o meglio, non valgono) clausole che violino le normative vigenti, quindi probabilmente la causa dello spyware finirà in un nulla di fatto, salvo la difficile definizione di quando un software sia "malizioso" e quando invece no.
L'impressione tuttavia è che ultimamente le case stiano calcando un po' troppo la mano.
E temo che non basti utilizzare avidamente EULAzyer per sentirsi più tranquilli.