Originariamente Scritto da
resieK
Se ne parla più o meno sempre, ma le ultime "uscite" di Activision e Ubisoft hanno riportato la questione in cima agli argomenti più discussi sui forum di videogiochi: boicottare un'azienda per le sue politiche - in questo caso, la
gestione a dir poco pessima del DRM del publisher francese e le
beghe con Infinity Ward di quello americano. Questa forma di protesta civile in sé non è sbagliata, anzi: si erode un po' il fatturato di una società per farle capire che le sue scelte non sono condivise dai consumatori, nella speranza che andandola a toccare nel suo unico punto sensibile (il portafoglio) si accorga dell'errore e vi ponga rimedio. Questo in teoria.
Ma nella pratica? Il boicottaggio si riesce a fare veramente? E se un gioco è bello? Prendiamo
Assassin's Creed II per PC. Non stiamo parlando del solito shooter militare di City Interactive che se uno non ci gioca pazienza, tira ugualmente a campare. AC2 è un capolavoro, lo dicono tutti, non giocarselo significa perdersi una bella fetta del meglio di questo 2010 (videoludicamente parlando). Se non si possiede una 360 o una PS3, tocca per forza di cose giocarci su PC e digerire l'assurdo sistema messo in piedi da Ubisoft. Oppure si può decidere di boicottarlo e passare ad altro.
Ma quanto è facile, o difficile? Quanti lo fanno veramente? Ha senso una forma di protesta di questo genere, nella quale - tiro cifre a caso, ma non credo di essere troppo fuori strada - a fronte di qualche migliaio di "duri e puri" ci saranno centinaia di migliaia di persone che se lo comprano, probabilmente ignare di quel che l'aspetta una volta installato?