Scusate lo scoraggiante wall of text, ma non avevo altro modo per introdurre la serie che copiare (in parte, peraltro ) la recensione che mi ha incuriosito e spinto a vedere questa serie di cui - dopo appena il terzo episodio - sono già state ordinate altre 12 puntate
Here we go.
Se pensavate che ABC Family fosse tutto show di merda pointless e cattolicamente schierati è venuto il momento di ricredersi: al grido di diversifichiamo il prodotto anche il canale fra i più timorati di Dio si lancia sul genere “troioni”, aka “young adult”, aka “abbastanza casto da entrare di straforo nel PG, abbastanza morboso da farci I SOLDI”.
Tratto da una serie di libri di successo — e non riesco a immaginare come non potrebbe — Pretty Little Liars è Gossip Girl che incontra I Know What You Did Last Summer che incontra Desperate Housewives che incontra The Sisterhood of the Traveling Pants che incontra il pedobear con i flashback smarmellati e ipersaturi di Veronica Mars: la vita di cinque amiche è sconvolta quando una di loro scompare in circostanze misteriose; un anno dopo le altre quattro iniziano a ricevere messaggi anonimi da qualcuno che sembra conoscerere i loro più torbidi segreti e che minaccia di riverlarli a tutto il paese. L’autore di questi messaggi non può che essere l’amica scomparsa, l’unica ad essere a conoscenza dei fatti di tutte le altre. PECCATO CHE SIA MORTA!!!
Chi c’è allora dietro tutto questo? Chi minaccia la tranquillità della cittadina di Rosewood? E cos’hanno da nascondere le quattro amiche di così terribile da non potersi semplicemente rivolgere alla polizia come per un comune caso di stalking?
Passo indietro.
Facciamo la conoscenza del gruppetto com’era un anno fa: classico scenario del pigiama party, quattro ragazze acqua e sapone che ridono e scherzano e sono tutte amiche; poi arriva lei, Alison, agghindata come una per cui la vita è una perpetua discoteca pomeridiana, la bitch per eccellenza che porta zizzania: in meno di mezzo minuto sulla scena riesce a terrorizzare le amiche, istigarle all’alcolismo e fare insinuazioni sulle preferenze sessuali di una di loro. Stacco. Alison è scomparsa (?!). Stacco. E’ passato un anno (!!). Le amiche acqua e sapone sono diventate dei troioni e non sono più amiche, l’esperienza di perdere la loro leader spirituale le ha allontanate, ognuna ha preso strade diverse e si apprestano a reincontrarsi solo ora, dopo tanto tempo, per il primo giorno di scuola.
E il bello è che tutto questo succede in tipo 110 secondi.
Se lo scopo di un pilot è farti venire l’acquolina in bocca, raramente ne ho visti di così ben fatti: 40 minuti con gli occhi spalancati, l’espressione da non ci posso credere e il vago sospetto di essere seduto su una miniera d’oro. Questa roba o dura cinque stagioni o finiscono tutti in prigione subito.
Tre protagoniste su cinque hanno stampato in fronte jailbait, nel solo pilot totalizziamo due professori che se la fanno con le proprie allieve (d’accordo nel caso del padre di Aria siamo oltre l’età del consenso, ma non mi sembra comunque una cosa da applausi) e uno studente di medicina (in America la med school si fa una volta finito il college, quindi parliamo di uno che ha minimo 23 anni) che fa massaggi sensuali a una ragazzina del liceo.
Fermo restando, comunque, che sono sempre le bambine che seducono gli adulti quindi va bene.
Coefficiente Zoccola:
La protagonista si fa sbattere da uno che conosce da TRE MINUTI nel cesso di un bar; la madre di una si scopa un poliziotto per evitare la galera alla figlia (che ricordiamo, ha rubato un paio di occhiali da sole al centro commerciale, quindi come minimo l’ergastolo coi lavori forzati nelle miniere di carbone); la secchiona si fa tutti i ragazzi della sorella; la morta non fa nulla ma ha una faccia che quando era viva doveva darla come se fosse al trancio (e se i prossimi episodi non mi danno ragione chi fa questa serie non ha capito niente) e pure la figlia della madre di cui sopra è sulla buona strada.
Chiaro che per nessuna di queste cose c’è la galera (beh, forse scoparsi il poliziotto, mi devo informare), ma siamo d’accordo che nei telefilm normali c’è un personaggio che ha i costumi un po’ facili e quella è la sua caratterizzazione: questo è il primo che vedo ogni personaggio femminile è una diversa sfumatura del ruolo della zoccola.
Coefficiente Morbosità:
Una delle protagoniste è omosessuale — che quando sono due maschi è tragico e serissimo, quando sono due femmine c’è sempre quel retrogusto da cosa un po’ porca e io spero vivamente che PLL rispetti le regole del genere — e un’altra da sola colleziona shoplifting, bulimia, alcolismo, padre mascalzone e madre vacca. Inoltre. E' chiaro a tutti che la serie ruota intorno ad una ragazzina morta?
Se la maggior parte dei teen drama parlano parlano e non concludono niente, Pretty Little Liars promette 100 e mantiene 110. Pilot enorme, più che abbondante, girato con mano ferma, senza acrobazie stilistiche o narrative, tutto in funzione di una storia che non prevede cali d’attenzione, né li tollera, e infila un colpo di genio dietro l’altro. Prendete il finale: siamo lì in chiesa a dare l’estremo saluto all’amica scomparsa un anno fa, il classico momento di raccoglimento in cui i personaggi stanno zitti e riflettono e BAM! alla protagonista suona il cellulare. Torna il silenzio, i presenti ricominciano a raccogliersi e BAM! entra in scena UNA CIECA RANCOROSA!