Johnny, i tuoi argomenti sono pari pari ripresi stamattina da quel gran lekkino di Letiziati stai evolvendo bene
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D'accordo con Letizia, è una mossa strategica sensata. Per una volta ammettiamolo, visto che non succede molto spesso
...per l'appunto
Milan: Mattioni, poi Ibra
10.07.2010 08.42 di Cristina Guerri articolo letto 4957 volte
L'edizione odierna di Stadio scrive che il Milan potrebbe riprendere Fe*lipe Mattioni, terzino destro brasiliano con passaporto italiano, nato a Ijuì, la stessa cit*tà di Carlos Dunga, acquistato nel 2009 dal club di Via Turati dal Gremio. Ha 22 anni e ha giocato l'anno scorso nella Liga col Maior*ca: 19 presenze e un gol. Mattioni potrebbe diventare l'apripista per Ibrahimovic al Mi*lan, attraverso la mediazione di Mino Raiola, procuratore sia del brasiliano che dello sve*dese.
Raiola ne ha parlato al Milan che è alla ricerca di un terzino (no*nostante il prolungamento del contratto appena siglato da Oddo) e soprattutto vuole rin*giovanire il suo organico. Al*meno sotto questo profilo, il brasiliano è una garanzia.Milan, Darmian e Di Gennaro verso il Padova
10.07.2010 08.35 di Cristina Guerri articolo letto 1251 volte
Il Milan sta riponendo molta attenzione sul vivaio e sui giovani da far crescere. E' proba*bile che due rappresentanti del settore giova*nile, il difensore Darmian (era un pupillo di Ancelotti) e il trequartista Di Gennaro (ulti*ma stagione a Livorno), secondo Stadio siano trasferiti al Pa*dova dove avrebbero la possibilità di giocare da titolari.
Ultima modifica di Ethan81; 10-07-10 alle 09:18:50
http://www.youtube.com/watch?v=kfenY...ture=topvideos
Facendo una digressione, avevate visto questo video?![]()
Milan, Mancini resta. A breve l'ufficialità
Milan-Ledesma, giorni decisivi
Luis Fabiano saluta il Milan, c'è il rinnovo dietro l'angolo
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Matitoni![]()
ogni notizia è una coltellata![]()
va in mona
no però seriamente, non si può dire a priori che è stata una vaccata solo perchè si leggono le parole Oddo + rinnovo. So che di questi tempi ci si irrita facilmente ad ogni minimo movimento, ma non si può dire che non sia stata una mossa sensata
Nella peggiore delle ipotesi spendi quello che avresti speso prima![]()
Mattioni...
Non è riuscito a far bene neppure al Maiorca...Scusate ma mi tengo O00O...
ma avete letto le dichiarazioni di moratti?![]()
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Link![]()
Jankulovski: possibile scambio con Papastathopoulos
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Che ha detto il capo degli onesti?
Moratti dopo l'inibizione: "Aveva ragione Mourinho, vogliono farcela pagare"
pubblicato: sabato 10 luglio 2010 da Gabriele Capasso
Durissima reazione del Presidente Massimo Moratti dopo l’inibizione e la multa di 45 mila euro comminatagli dalla Corte Federale per il caso Milito - Thiago Motta. Come saprete Moratti è stato riconosciuto colpevole, insieme ad Enrico Preziosi, di aver condotto parte della complessa trattativa che portò nella scorsa estate i due gioielli del Grifone all’Inter nonostante il Presidente del Genoa fosse già inibito.
Per Moratti si tratta della prova che “Mourinho aveva ragione“. In un colpo solo il patron nerazzurro torna sul leitmotiv che ha caratterizzato lo scorso campionato, quello delle famose “manette”: l’Inter si sente accerchiata e perseguitata dal “Palazzo”.
Questa decisione è il coronamento di un atteggiamento, di una volontà e di una realtà. Io non mi sento assolutamente colpevole; non hanno per nulla tenuto conto della nostra difesa. Ho molto rispetto dei giudici e molto meno della Federazione. Aveva ragione Mourinho quando diceva che quest’anno sarebbe stata dura e che ce l’avrebbero fatta pagare. Lui è andato via, ma io purtroppo non posso farlo, perché non ho la sua libertà.
Moratti ritiene inaccettabile che i giudici federali non abbiano creduto alla tesi della difesa dell’Inter che si basava su due elementi:
1. la trattativa è stata di fatto condotta da altri soggetti;
2. il Presidente nerazzurro non sapeva dell’inibizione di Preziosi.
Le sue parole, però, vanno oltre e lasciano intendere che l’Inter si senta ostacolata dei poteri interni alla Federazione.
Moratti vittimista: quando il più forte perde il senso del ridicolo
pubblicato: sabato 10 luglio 2010 da Gabriele Capasso
Basiti. Non si può che rimanere basiti leggendo le agenzie che riportano l’incredibile reazione di Massimo Moratti dopo la (lieve) condanna subita per il caso Milito - Thiago Motta. Il Presidente dell’Inter, la squadra che ha vinto gli ultimi 5 campionati (compreso quello assegnato a tavolino), insiste nell’ipotizzare un qualche tipo di complotto contro la sua società. Quali siano le basi per sostenere una tesi tanto ardita resta un mistero. I nerazzurri di fatto spadroneggiano da 4 anni sul campo inanellando meritatissimi successi in Italia, hanno la squadra di gran lunga più forte, sono Campioni d’Europa, eppure (soprattutto dall’era Mourinho in poi) sono costantemente a caccia di fantasmi, di oscure trame, di trappole tese da misteriosi e potentissimi nemici che vogliono sfavorirli.
Un vittimismo privo di alcuna giustificazione, ancora più paradossale se si osserva l’atteggiamento dei media e della stessa Procura Federale guidata da Palazzi proprio sul caso che tanto sta facendo arrabbiare Moratti. Inutile prendersi in giro: l’affaire Milito - Thiago Motta è di una chiarezza cristallina. I presidenti delle società si sono incontrati a pranzo e hanno parlato di quell’operazione di mercato, lo ha riferito lo stesso Preziosi ad una tv locale più di un anno fa.
Nonostante fosse uno dei procedimenti più semplici da istruire della storia (uno dei protagonisti è reo confesso) il Procuratore Palazzi ha atteso tempi biblici per muoversi sulla vicenda. Da un punto di vista regolamentare l’Inter rischiava la nullità dei contratti dei suoi due nuovi giocatori e la conseguente penalizzazione (con pesantissima perdita di punti) in ogni gara in cui ha schierato i calciatori “acquisiti irregolarmente“.
Nulla di tutto ciò. L’inibizione per tre mesi (arrivata in piena estate, quindi di fatto ininfluente sulla vita societaria) e la multa da 45 mila euro sono di fatto meno di un buffetto. Pur di evitare gravi conseguenze, che sarebbero state assurde ed incomprensibili per il tifoso medio, la Giustizia Sportiva ha creato un precedente che rende completamente ridicola ed inefficace la sanzione dell’inibizione e solo allora l’ha affibbiata per qualche settimana a Moratti.
C’è di più. Da più di un anno era chiaro che c’era qualcosa che non andava, lo ripetiamo, qualcosa che potenzialmente poteva portare ad una durissima penalizzazione dell’Inter, ma i media hanno taciuto e trattato come un fatto minore la vicenda. Lo stesso “processo” a Moratti e Preziosi si è svolto nel sostanziale silenzio dei grandi quotidiani, sportivi e non. La sentenza di condanna ha fatto capolino sui giornali quasi fosse una “curiosità”, nessuna campagna di stampa è stata condotta per spingere le Giustizia Sportiva a far rispettare un regolamento che parla chiaro, eppure Moratti si sente martirizzato.
Fantasticare di “fughe dall’Italia“, parlare di soggetti che “vogliono fartela pagare” quando sei il dominatore assoluto del calcio nostrano e vieni appena accarezzato dalla Federazione anche nelle occasioni in cui, con arrogante ingenuità, violi i regolamenti a tuo piacimento vuol dire aver perso completamente di vista la realtà.
Impossibile non notare la macroscopica differenza con la (piccola) Juventus dei giorni nostri. Sanzionata qualche giorno prima per la vicenda Amauri in maniera analoga (una storia complessa, in sostanza un regolamento di conti fra il calciatore e i suoi agenti in cui Jean Claude Blanc e l’allora DS Alessio Secco si sono semplicemente ritrovati in mezzo) non ha commentato, non ha paventato accanimenti giudiziari, affidando la replica ad uno scarno comunicato ufficiale in cui annuncia di aver dato mandato ai suoi legali di presentare ricorso contro la decisione.
Viste le circostanze il buonsenso avrebbe imposto una reazione dello stesso tipo da parte di Moratti.
Dove sia finito questo buonsenso non è dato saperlo.
Ma sto pagliaccio ha vinto tutto con un giocatore acquistato in modo scorretto e ora ciancia in sto modo?
Ma gli hanno pure piazzato a san siro la supercoppa italiana, invece che a pechino. incredibile.
Parlate dell'inter nei topic opportuni su
quando parlate dell'inter dovete sciacquarvi la bocca (cit.)Moratti vittimista: quando il più forte perde il senso del ridicolo
pubblicato: sabato 10 luglio 2010 da Gabriele Capasso
Basiti. Non si può che rimanere basiti leggendo le agenzie che riportano l’incredibile reazione di Massimo Moratti dopo la (lieve) condanna subita per il caso Milito - Thiago Motta. Il Presidente dell’Inter, la squadra che ha vinto gli ultimi 5 campionati (compreso quello assegnato a tavolino), insiste nell’ipotizzare un qualche tipo di complotto contro la sua società. Quali siano le basi per sostenere una tesi tanto ardita resta un mistero. I nerazzurri di fatto spadroneggiano da 4 anni sul campo inanellando meritatissimi successi in Italia, hanno la squadra di gran lunga più forte, sono Campioni d’Europa, eppure (soprattutto dall’era Mourinho in poi) sono costantemente a caccia di fantasmi, di oscure trame, di trappole tese da misteriosi e potentissimi nemici che vogliono sfavorirli.
Un vittimismo privo di alcuna giustificazione, ancora più paradossale se si osserva l’atteggiamento dei media e della stessa Procura Federale guidata da Palazzi proprio sul caso che tanto sta facendo arrabbiare Moratti. Inutile prendersi in giro: l’affaire Milito - Thiago Motta è di una chiarezza cristallina. I presidenti delle società si sono incontrati a pranzo e hanno parlato di quell’operazione di mercato, lo ha riferito lo stesso Preziosi ad una tv locale più di un anno fa.
Nonostante fosse uno dei procedimenti più semplici da istruire della storia (uno dei protagonisti è reo confesso) il Procuratore Palazzi ha atteso tempi biblici per muoversi sulla vicenda. Da un punto di vista regolamentare l’Inter rischiava la nullità dei contratti dei suoi due nuovi giocatori e la conseguente penalizzazione (con pesantissima perdita di punti) in ogni gara in cui ha schierato i calciatori “acquisiti irregolarmente“.
Nulla di tutto ciò. L’inibizione per tre mesi (arrivata in piena estate, quindi di fatto ininfluente sulla vita societaria) e la multa da 45 mila euro sono di fatto meno di un buffetto. Pur di evitare gravi conseguenze, che sarebbero state assurde ed incomprensibili per il tifoso medio, la Giustizia Sportiva ha creato un precedente che rende completamente ridicola ed inefficace la sanzione dell’inibizione e solo allora l’ha affibbiata per qualche settimana a Moratti.
C’è di più. Da più di un anno era chiaro che c’era qualcosa che non andava, lo ripetiamo, qualcosa che potenzialmente poteva portare ad una durissima penalizzazione dell’Inter, ma i media hanno taciuto e trattato come un fatto minore la vicenda. Lo stesso “processo” a Moratti e Preziosi si è svolto nel sostanziale silenzio dei grandi quotidiani, sportivi e non. La sentenza di condanna ha fatto capolino sui giornali quasi fosse una “curiosità”, nessuna campagna di stampa è stata condotta per spingere le Giustizia Sportiva a far rispettare un regolamento che parla chiaro, eppure Moratti si sente martirizzato.
Fantasticare di “fughe dall’Italia“, parlare di soggetti che “vogliono fartela pagare” quando sei il dominatore assoluto del calcio nostrano e vieni appena accarezzato dalla Federazione anche nelle occasioni in cui, con arrogante ingenuità, violi i regolamenti a tuo piacimento vuol dire aver perso completamente di vista la realtà.
Impossibile non notare la macroscopica differenza con la (piccola) Juventus dei giorni nostri. Sanzionata qualche giorno prima per la vicenda Amauri in maniera analoga (una storia complessa, in sostanza un regolamento di conti fra il calciatore e i suoi agenti in cui Jean Claude Blanc e l’allora DS Alessio Secco si sono semplicemente ritrovati in mezzo) non ha commentato, non ha paventato accanimenti giudiziari, affidando la replica ad uno scarno comunicato ufficiale in cui annuncia di aver dato mandato ai suoi legali di presentare ricorso contro la decisione.
Viste le circostanze il buonsenso avrebbe imposto una reazione dello stesso tipo da parte di Moratti.
Dove sia finito questo buonsenso non è dato saperlo.
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