"Io... io... non lo so, o meglio, so solo alcuni racconti, alcune cose che ho visto... sì, dicono che la maledizione porta con sé qualcosa, una voce, una bestia dentro di voi... ciò che vi ricorda che non siete più... umani. Non so come accada, però, non con certezza. Non so neanche se è uguale per tutti voi, o se cambia con il cambiare delle razze, o delle vostre... convinzioni... dei vostri..."
Esita, come stesse usando una parola troppo grande, inadatta a ciò che può significare.
"...dei vostri valori".
"Essere una bestia per non diventare una bestia, dicono".
E' una voce all'entrata della stanza, uno degli uomini che era con Hardestadt. Eloize, è forse l'uomo più bello che tu abbia mai visto, dai tratti insieme volitivi e delicati, dai lunghi, morbidissimi capelli neri. Parla con voce delicata, calma, avvolgente.
"Ma, per quanto sia un simpatico calembour, la frase è poco più che paccottiglia. Dipende veramente da ciò a cui date valore. Nel momento in cui perdete la presa su quelle cose... puf... - apre le mani, come a indicare qualcosa che svanisce - perdete la presa su voi stessi. Non è semplice come sembra: l'eternità è lunga.
Vedo che il nostro buon Roderigo ha iniziato a istruirvi sulla vostra nuova condizione. Hardestadt è fortunato ad averlo".