Cavoli, mi sono successe le stesse identiche cose, anch'io ho letto IJ con facilità e mi sono buttato su l'arcobaleno e underworld pensando di leggerli con chissà quale velocità, ma non sono andato oltre le 100 pagine per il primo (incomprensibile) e la partita di baseball per il secondo (che però riproverò a leggere a breve, dato che mi pareva più comprensibile dell'arcobaleno ma molto probabilmente non era il periodo adatto per leggerlo).Io ho letto con relativa facilità Infinite Jest in un estate (ed era il mio primo Wallace), ma sia Underworld che l'arcobaleno della gravità li ho iniziati e non son riuscito a finirli. Underworld addirittura non sono andato oltre il primo capitolo (l'infinita partita di baseball).
L'arcobaleno ero arrivato ad un buon punto, ma c'erano delle parti davvero ostiche, e quando leggendo delle sinossi on-line per capire meglio le varie connessioni mi sono accorto che non avevo capito cosa succedesse, ho lasciato perdere (anche se Pynchon lo voglio riprendere)
Io butto lì un Kurt Vonnegut
Io sono andato ben oltre la partita, ma mi son bloccato comunque :/
De Lillo risulta insopportabile pure a me, non ho letto Underworld ma ricordo con orrore Rumore Bianco.
Di direttamente paragonabile a Wallace non moltissimo, tra i non citati direi pure William Gaddis, meno conosciuto qua.
Una dichiarata ispirazione di DFW era John Barth, di cui però in Italia è tradotto molto poco. Si può pescare tra quelli della sua generazione, che sicuramente hanno affinità ma anche ovvie differenze. Chessò, Eggers o lo splendido Foer.
Oppure per contrasto Raymond Carver
Macché, è un totem che ogni tanto guardo in libreria e bramo, ma troppo lungo ora come ora (e troppo ingombrante )
La mia conoscenza di Gaddis si limita a (metà di) Le perizie, mastodontico e bellissimo romanzo che credo sia il "padre" di più o meno tutta la "generazione McSweeney's"
Innegabile(Comunque, spero che DFW da lassù -se c'è un lassù- stia guardando Mahut-Isner a Wimbledon )
no ma la partita di tennis finita 70-68
Finito giusto una ventina di minuti fa. Posto il mio pensiero che ho scritto di getto (colpa di DFW? ). Aggiungo che questo Infinite Jest non mi ha entusiasmato
Piccola premessa: Infinite Jest non è un libro facile, non è un libro per tutti ma soprattutto, se avete intenzione di cimentarvi con questo tomo di quasi 1300 pagine (note minuscole finali incluse), dovete essere convinti, dovete dedicargli attenzione e passione perché Infinite Jest è un libro che richiede impegno e dedizione. Non dico che deve essere trattato alla stregua di un libro scolastico, ma la mole enorme di informazioni che questo romanzo contiene non penso di averla mai trovata in nessun altro libro di lettura.
La prima cosa che colpisce è indubbiamente lo stile di scrittura dell’autore. Il defunto David Foster Wallace scrive come pensa ed Infinite Jest è impostato come un lungo, infinito flusso di coscienza, quasi che Walllace avesse voluto semplicemente mettere su carta quello che gli passava per la mente con periodi inopinatamente lunghi anche venti righe ed improvvisi cambi di prospettiva che lasciano chi legge quantomeno disorientato. Un altro fattore importante è la ricchezza di particolari della prosa dell’autore. Come ho detto prima, ci sono periodi lunghissimi che devono questa loro caratteristica in parte anche (ma forse direi soprattutto) alle descrizioni maniacali di quello che ci viene raccontato. Particolari probabilmente insignificanti, divagazioni su un dettaglio che spostano l’attenzione su tutta un’altra storia per poi ritornare a ciò che veniva narrato dieci pagine prima, questo è Infinite Jest e Wallace scrive proprio così e spesso, devo essere sincero, ho avvertito un pesante senso di frustrazione nell’approccio a certi punti che possono assumere la fisionomia di veri e propri scogli.
Una domanda che probabilmente vi farete spesso durante la lettura è: ma esiste una trama? Forse mi verrebbe da rispondere. Per le prime duecento pagine lo spaesamento è alto e sono introdotti un numero importante di personaggi, primari, comprimari, questo non ci è dato saperlo. Tutti sembrano però avere un problema comune: droga o alcolismo. Proprio la droga, intesa più che altro come dipendenza, è uno dei cardini, dei temi dominanti ed imperanti di Infinte Jest. La società americana è afflitta da questo, tanto che l’assunzione di farmaci o di altre sostanze illecite sembra qualcosa di ordinario, quasi di normale. Parlo in particolar modo dei giovani tennisti che intervallano la loro vita all’accademia con droghe di vario genere. Tutto sembra normale, quasi senza emozione e con un velo di apatia come la bellissima Joelle Van Dick che, chiusa in bagno e con metodica lucidità, si prepara una dose mortale (descritta con dovizia di particolari).
Droga e farmaci ma anche politica e rapporti famigliari. Temi socio politici vengono discussi tra Marathe e Hugh Steeply con dialoghi che sfiorano il surrealismo e che vengono resi ancora più strani dal fatto che uno è su una sedia a rotelle e non si sa in quale modo riesca ad arrampicarsi su un altopiano che domina la vallata, mentre il secondo va in giro travestito da donna a fare interviste, non nascondendo però la sua mascolinità che emerge da tutta una serie di atteggiamenti minori. E poi c’è Don Gately che parte piano come un diesel e che mano a mano acquista importanza con il procedere del romanzo fino al finale, allucinante, a tratti puro e semplice delirio di coscienza.
Difficile quindi trovare un senso a questo romanzo. Forse il tennis viene inteso come una metafora della vita corroborata anche dalla frase nelle battute finali “Il tennis è come la vita, vince chi serve meglio”. Oppure Infinite Jest può essere visto come un triste esempio dei rapporti difficili all’interno delle famiglie americane dove figli hanno problemi a relazionarsi con i genitori perché le aspettative su di loro sono alte, perché tutti si aspettano che diventino campioni nello sport, che guadagnino montagne di soldi e che il successo li baci in fronte perpetuamente. O forse questo libro è il parto di una mente malata, uno scherzo infinito lungo 1300 pagine che vuole solo essere lo sfogo libero, anarchico, senza regole di un autore che non ama gli schemi rigidi e che inventa giochi (penso al quasi incomprensibile Eschaton) ai limiti dell’assurdo.
Sono molto combattuto sul giudizio finale e personalmente posso dire che Infinite Jest è un libro che non consiglierei a priori. Troppo dispersivo in certi punti, troppo dettagliato non per la quantità di dettagli (ma forse anche per questo) quanto forse per l’inutilità di alcuni (penso a tutte le note sui farmaci). E’ un romanzo quindi che dovete sentire fortemente nelle vostre corde e sappiate che correrete spesso il rischio di abbandonarlo perché molto distante da ciò che si abituati a leggere come standard (ma forse questa è la peculiarità di Infinite Jest). Io ho faticato non poco il alcuni punti, in altri ho avuto soddisfazione ma la frustrazione supera di gran lunga il piacere che si trae da certi passaggi comunque pregevoli.
Preso
Ma guarda lo spero, è grosso e costa, certo la cosa del Tennis non mi sconfinfera tanto però tutto il resto sì, in reltà sembra inquadrabile nella classica opera che, bene o male, comunque va letta, e di conseguenza si prende.
dopo l'altolà di david... penso avresti fatto meglio a prenderci due giochi per la PS3
attendiamo tue
ti ho detto così perchè io prima ho letto Infinite Jest e poi Casa di Foglie. E ho trovato molta somiglianza fra i due pur preferendo il primo. Non picchiarmi ora, dai.
Anche secondo me sono molto simili
Quali ultimi commenti? Ho solo detto che Mafia 2 per me non è un capolavoro, tutto qui (e mi sembra di averci anche beccato ). Poi sul resto mi sembra che siamo andati sempre d'accordo (HR, Bayonetta, RDR) non riesco a capire a quali giochi ti riferisci.
Comunque punto qualsiasi cifra che lo molli incompiuto
Ah e comunque che siano libri, film o giochi di solito ci becco
Ultima modifica di david; 17-09-10 alle 18:42:39
in un impeto di incoscienza l'ho incominciato.
Mi sta piacendo, però avrei comprato volentieri l'edizione scritta con carattere 10 o 12 invece che quella da 4
Guarda io all'inizio ero partito con grandi aspettative, poi però mi sono un pò smontato...
Ci vuole dedizione e comunque dimenticarsi di qualsiasi trama o altro (o meglio una trama ci sarebbe ma molto alla lontana).
secondo me è sbagliato l'approccio al libro. Non prendertelo come un libro da leggere tutto d'un fiato e finire in una settimana (ancora mi chiedo come hai fatto David ).
Infinite Jest non ha una vera trama, non ha un filo logico: adesso potrei aprirlo leggermi una parte a caso e andrebbe bene lo stesso. E' una sorta di diario della società americana e della mente Pazza (geniale) di DFW.
Neva gustatelo con calma, mettici anche un anno, e sappi che alcune parti saranno pesanti (come le note scritte in piccolissimo)
No ma guarda che non ci ho impiegato una settimanasecondo me è sbagliato l'approccio al libro. Non prendertelo come un libro da leggere tutto d'un fiato e finire in una settimana (ancora mi chiedo come hai fatto David ).
Infinite Jest non ha una vera trama, non ha un filo logico: adesso potrei aprirlo leggermi una parte a caso e andrebbe bene lo stesso. E' una sorta di diario della società americana e della mente Pazza (geniale) di DFW.
Neva gustatelo con calma, mettici anche un anno, e sappi che alcune parti saranno pesanti (come le note scritte in piccolissimo)
Il rpoblema a mio avviso in parte sono le note che spesso spezzettano la lettura. Però d'altronde non si possono saltare perchè altrimenti si perderebbe parte della comprensione.
Comunque concordo sul fatto che più che un romanzo è una sorta di diario (io continuo a ripetere che Wallace ha scritto tutto quello che gli passava per la mente, letteralmente buttandolo sulle pagine). Forse questo tipo di libro non è nelle mie corde.
Ora non so come sia Casa di Foglie (che prima o poi leggerò) però su certe cose proprio sono rimasto interdetto (tipo Eschaton mi è risultato un pò incomprensibile).
Comuqnue oggi ad un colloquio di lavoro un tizio mi ha chiesto di dirgli una frase che mi ha colpito: bene gli hodetto quella sul tennis di DFW, ci è rimasto di merda Fà "Bella "
Boh magari Oas li ha letti entrambi ma Casa Di Foglie nonostante l'approccio frammentato scorre via che è un amore
No?
sì sicuramente è più scorrevole, ed è anche scritto più grosso. Io ci ho messo 2 mesi a leggere Infinite Jest e in quei due mesi non avevo praticamente un catzo da fare
fuck yeah